In questi giorni si parla di "Spending review", di tagli a giustizia e sanità, di accorpamenti di province. In linea di principio ci sono anche alcune misure corrette. Ma come la vogliamo chiamare questa "Spending review" se non "manovra aggiuntiva"? Il professor Monti è pure furbo. Questa è di fatto una piccola finanziaria che trova in alcuni tagli le risorse per evitare l'aumento dell'Iva al 23% (che sarebbe un disastro). Ma cos'è questa se non una manovra aggiuntiva di finanza pubblica? E quante ne serviranno ancora per salvare quest'Italia?
La realtà è che il gettito fiscale non sta andando bene causa recessione, dunque lo sbandierato pareggio di bilancio del 2013 si allontana. Non pareggiare il bilancio nel 2013 - dopo averlo annunciato - sarebbe un segnale pessimo, specie con lo spread che veleggia anche oggi a 480. Dunque, ancora tagli. Lasciare a casa qualche migliaia di esuberi in Pubblica Amministrazione fa risparmiare soldi ma deprime ulteriormente la domanda aggregata... Ma, oops! questo è Keynes, troppo fuori dal paradigma che ci ha portato al disastro...
Ribadisco quanto già scritto: l'unica strada per l'Italia sono misure straordinarie che riducano considerevolmente lo stock di debito (patrimoniale sui grandi patrimoni, contributo una tantum - tassa di scopo, tassazione rendite, vendita parte del patrimonio pubblico inefficiente, ritiro da tutte le "missioni di pace", taglio delle spese militari); con il forte risparmio di interessi sul debito lancio di un grande piano per lo sviluppo (non la crescita!), con investimenti in formazione, green economy, piccole opere, turismo e cultura, oltre a politiche di progressiva riduzione delle imposte (a cominciare dall'IRAP).
Ovvio: tutto ciò Monti non lo può fare, data la maggioranza vigente in Parlamento. E allora? Allora si cambi in fretta la legge elettorale e si vada a votare al più presto.
Il problema sarà chi cazzo votare.
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