il professore

le tue parole non hanno più voce.
abbandono, nel silenzio, il mio misero seggio,
mentre avverto i tuoi occhi toccare la mia pelle,
curiosi, pieni di desiderio
di quella cieca brama che è la bellezza di due corpi nudi,
avvinghiati nell'antica danza del piacere.
supero un muro di sguardi contrariati
impietriti dall'inevitabilità del destino
appartenenti a volti che sembrano sciogliersi
come neve al sole
evaporare, caricando l'aria di sostanza,
di energia pulsante ed invincibile.
stringo il mio corpo al tuo
tengo il tuo viso tra le mie mani:
tutto, allora, diventa gioia e timore al tempo stesso
brama incontrollabile
che brucia le membra,
letale.
allora appoggio le mie labbra alle tue
unica via per scacciare i demoni del dolore,
mentre le tue mani accarezzano la mia schiena.
è primavera,
è festa,
è sogno:
e quando mi risveglio,
rimpiango che non sia realtà.
Buona giornata, e buona fortuna a tutti voi!