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IL PROG E I SUOI FRATELLI #progressiverock #sperimentazione #musica

Creato il 07 maggio 2014 da Albertomax @albertomassazza

progDifficile definire i confini del Progressive rock; difficile confinarli in un genere ben preciso. Piuttosto, penso che sia necessario allargare l’orizzonte e prendere in considerazione altri termini che spesso sono associati al Progressive, tanto da essere a volte considerati suoi sinonimi. Mi riferisco, nello specifico, alla psichedelia, al jazz-rock e alla fusion, stili musicali che partono da presupposti in buona parte comuni, per svilupparli in modi anche molto diversi fra loro. Tra questi, il più identificabile come genere è la fusion, termine generico a cui si possono dare infinite interpretazione, ma che comunque connota in particolare una tendenza dei musicisti di area jazz dei primi anni ’70 ad aprirsi a contaminazioni pop-rock (con questo termine intendo tutta la musica di consumo del periodo, compresi soul e funky), sulla scia di Miles Davis e Frank Zappa. Ma, se stiamo al significato letterale della parola, il termine fusion può tranquillamente essere usato per il rock psichedelico, per il progressive e per il jazz-rock, tenendo presente che non esiste una forma musicale (e artistica) pura e la contaminazione è alla base dell’espressione artistica fin dalla notte dei tempi. Il jazz-rock, in particolare, è considerato praticamente un omologo della fusion, con l’unica possibile differenza della prospettiva: la contaminazione dei generi partendo da un’estrazione rock, manifestatasi nella seconda metà degli anni ’60, particolarmente in Inghilterra.

La psichedelia, invece, varca abbondantemente i confini del genere musicale, essendo piuttosto un fenomeno artistico, culturale e di costume, generatosi negli ambienti della controcultura americana, alimentato dalle sperimentazioni di musicisti di formazione rock e destinato a condizionare pesantemente il gusto per quasi un decennio e a lasciare tracce ben visibili anche ai giorni nostri. La musica psichedelica, con la sua apertura totale alla sperimentazione, ha preparato il terreno per la fioritura del progressive, anche se quest’ultimo presenta elementi che sono in contrapposizione con il rock psichedelico. L’eredità psichedelica del progressive sta nel voler innalzare la cultura rock a una dignità artistica piena, attraverso composizioni capaci di oltrepassare lo schematismo della forma canzone, sia nella struttura musicale, sia nella ricerca poetica, narrativa e teatrale dei contributi letterari e figurativi. Ma, mentre la psichedelia (e penso ai Pink Floyd di Syd Barrett) si limita a destabilizzare la forma canzone attraverso lo straniamento del cantato, le dissonanze e le irregolarità ritmiche, il progressive (e penso ai Genesis di Peter Gabriel) fa implodere la forma canzone in brani che appaiono come concentrati operistici che sovente, messi in relazione gli uni con gli altri, diventano tasselli di un più ampio mosaico: il concept album.

Il progressive abbandona il sentiero tracciato dalla psichedelia della contestazione radicale, della fiducia nei paradisi artificiali come mezzo per realizzare un mondo nuovo. Il Flower power, nelle mani di Peter Gabriel, diventa caricatura, rappresentazione grottesca e dissacrante del disincanto verso un’utopia ormai diventata brand commerciale. Ma ciò che distingue profondamente il progressive dal rock psichedelico è l’approccio professionale alla composizione e all’esecuzione. L’estro improvvisativo anarchico della psichedelia viene sottoposto alla severità delle regole della musica; la fluidità della trance lisergica viene sostituita da una scrittura articolata, dettagliata nella struttura armonica, melodica e ritmica. Altro aspetto distintivo del progressive (e in questo si delinea il confine con il jazz-rock e la fusion) è l’attenzione verso la tradizione classica, dal barocco al tardo romanticismo, che si manifesta sia attraverso la citazione delle fonti che nella struttura compositiva e nell’orchestrazione. Un’accademizzazione, quella avvenuta col progressive, che sintetizza forza e debolezza del nuovo approccio: da una parte, l’accademia è condizione imprescindibile per rendere ufficiale lo status raggiunto di pari dignità artistica del rock; dall’altra, ne rappresenta il limite, in quanto lo pone nel costante pericolo della fossilizzazione formale e della ripetizione stereotipa e narcisistica.



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