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Dobbiamo essere orgogliosi delle nostre radici e della storia che abbiamo alle spalle: una storia che ha portato alla nostra Costituzione e al suo progetto. La rimozione di tutti gli ostacoli che impediscono a ciascuno la sua affermazione, la possibilità di esprimersi, di accedere al lavoro, di professare una religione, di ricevere delle cure e una istruzione, fino agli alti livelli, per i meritevoli.
A questa carta si è arrivati dopo la liberazione, anche con la lotta dei partigiani. Quegli italiani che, messi di fronte ad una scelta, hanno fatto una scelta di libertà, per una Italia migliore, diversa dove ogni cittadino è uguale, con pari dignità.
Anche oggi, anzi, specie oggi dove viviamo giornate dove sembra che la politica guardi avanti andando indietro, non dobbiamo dimenticare. Il progetto della Costituzione va difeso, anche lottando. Non bisogna aver paura di dirlo, perché non possiamo dimenticare che ci sono forze in campo, nella società, che quel progetto l'hanno combattuto.
Gli attacchi alla sanità pubblica, all'istruzione pubblica di eccellenza, la giustizia ugualeper tutti, la difesa dell'ambiente, la protezione della nostra arte e cultura.
Proprio per questo non possiamo accettare questa soluzione al ribasso di un governo di “larghe intese” in cui si attua una specie di restaurazione dopo questi pochi mesi di “presunta” rivoluzione. Il governo PD PDL con Letta, il giovane, l'uomo che preferisce i voti al Pdl piuttosto che a Grillo.Che vede nel governo ideale lo zio (Letta, il braccio destro di Berlusconi) e Tremonti. L'esemplificazione che l'età anagrafica non significa necessariamente idee giovani.
La fretta di fare un governo non deve essere un grimaldello per rimangiarsi promesse (legge anticorruzione, falso in bilancio, il conflitto di interesse), auspici (l'inelleggibilità del cavaliere, la riforma Fornero sul lavoro), e speranze (una soluzione per gli esodati, la piaga del precariato..).
Ci sono persone che pensano che la modernità sia nella restaurazione (i soliti nomi), nell'elezione diretta, magari televisiva, del capo di Stato, nelle larghe intese dove si annientano le differenze e si governa in nome degli interessi personali e non per il paese. Che si rileggano la storia. Il paese, o almeno una sua parte, è molto più matura dei suoi eletti.
Cosa si festeggia oggi, dunque? Rileggetevi la Costituzione, i suoi primi articoli. Prima non c'erano queste libertà. Questi auspici per una partecipazione allargata alla democrazia (non solo dei ricchi e dei nobili), per la rimozione degli ostacoli (economici, sociali, religiosi), stanno proprio lì e partono dal 25 aprile 1945.
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