La Lega fa sul serio. Per uscire dalla crisi bisogna uscire dall'euro. Il Carroccio abdica alla “Ruspa” di Salvini e mette nero su bianco il suo programma di governo, teso a salvare l’Italia e logicamente a portare i leghisti di nuovo a Palazzo Chigi. Un programma di governo che etichettarlo di destra o di sinistra sarebbe complicato, perché come riferisce l’esperto economico della Lega, Claudio Borghi Aquilini:
"è un programma che sta dalla parte del buon senso. Nel nostro programma ci sono ingredienti di destra come la flat tax che piace ai Repubblicani Usa, e altri di sinistra, come la piena occupazione in Costituzione e un certo interventismo statale". Primo punto - fondamentale e imprescindibile -
uscire dall’euro, ma subito e in fretta! L'esempio, sostiene Borghi, è il premier ungherese Viktor Orbàn che
ha cacciato il Fondo monetario internazione e che
ora ha deciso di costruire un muro per fermare gli immigrati, che ha la propria moneta "e nessuno può imporgli niente. É libero". Nell'uscita dall'Eurozona, conclude l'economista, i rischi sollevati da più parti non ci sarebbero "se non per le speculazioni nel giorno di cambio della moneta. Non possiamo farci fermare da una technicality".
Basta non seguire l’operato di Romano Prodi - sottolineiamo noi -
che ci portò nell’eurozona scambiando un euro con due mila lire, lasciando stipendi e pensioni fermi al palo e i prezzi liberi di salire alle stelle! Insomma, è un programma essenziale, senza fronzoli, di pochi ma fondamentali punti per uscire dalle paludi della crisi, per tirarsi fuori dalle macerie e iniziare a ricostruire un Paese sfasciato:
- Recupero di sovranità, in cui il ritorno al controllo sulla moneta è indispensabile per togliersi dal ricatto del Fmi.
- Ripristino della scala mobile.
- Riduzione delle tasse. Flat tax al 15%.
- Stop immigrazione incontrollata.
- Abolizione della Riforma Fornero.
L'unico modo per l'economista della Lega
di ripagare i debiti e uscire dallo stato di crisi dell'economia europea, e italiana, deve essere opposto all'austerità "e non con questa moneta. I debiti - sostiene Borghi -
si ripagano lavorando". I prodotti italiani sono tra i più richiesti all'estero, fuori dall'Euro secondo Borghi avremmo "una posizione privilegiata. Si guardi l'Islanda - insiste - esporta solo merluzzi e muschio e non vuole nè euro, nè Europa. Noi possiamo esportare Chianina e Sassicaia". Insomma, basta chiacchiere e spot, qui è come se fossimo stati in guerra:
per la ricostruzione non c'è destra e sinistra che tenga, bisogna ricostruire, punto e basta! La sinistra ha fallito. Adesso si deve cambiare verso, ma per davvero!