Magazine Cinema

Il programma di dicembre del Cineclub Detour a Roma

Creato il 04 dicembre 2010 da Taxi Drivers @TaxiDriversRoma

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Lunedì 6 Dicembre

Amnesty International Italia G 221
a sostegno di di Sakineh Mohammadi Ashtiani e dei Diritti Umani in Iran

19.30 Persepolis (Francia/Usa 2007, 95′) di Marjane Satrapi.

Francia Teheran, 1978: Marjane, otto anni, sogna di essere un profeta che salverà il mondo. Educata da genitori molto moderni e particolarmente legata a sua nonna, segue con trepidazione gli avvenimenti che porteranno alla Rivoluzione e provocheranno la caduta dello Scià. Con l’instaurazione della Repubblica islamica inizia il periodo dei “pasdaran” che controllano i comportamenti e i costumi dei cittadini. Marjane, che deve portare il velo, diventa rivoluzionaria. La guerra contro l’Iraq provoca bombardamenti, privazioni e la sparizione di parenti. La repressione interna diventa ogni giorno più dura e i genitori di Marjane decidono di mandarla a studiare in Austria per proteggerla. A Vienna, Marjane vive a 14 anni la sua seconda “rivoluzione”: l’adolescenza, la libertà, l’amore ma anche l’esilio, la solitudine, la diversità… Un’opera in bianco e nero (con lampi di colore) capace di raccontare un’infanzia e un’adolescenza al femminile comune e differente al contempo. Comune perchè tante giovani donne si potranno ritrovare nel suo percorso di crescita. Differente perchè la donna in Iran è (per chi ha dettato e detta le leggi) meno donna. (da www.mymovies.it)

Interverrà l’attivista iraniana dei Diritti Umani: Zahra Toufigh Asri. Ingresso libero.

Mercoledì 8 Dicembre

NIHON EIGA - Storia del cinema giapponese 1979-2010

a cura di Ass. cult. Cinema senza frontiere

Serata Hayao Miyazaki

21.00 Il mio vicino Totoro (Tonari no Totoro) di Hayao Miyazaki (Giappone 1988, 86′, v.o. sott.ita).

Giappone, anni Cinquanta. Le sorelline Satsuki e Mei, che si sono trasferite col padre in un villaggio di campagna per avvicinarsi alla madre, ricoverata in un ospedale della zona, scoprono un mondo nuovo, fatto di campi coltivati e alberi monumentali, stagni abitati da girini e prati in fiore. Nella loro nuova casa, inaspettatamente, si imbattono negli spiriti della fuliggine, i makkurokurosuke, che occupano le abitazioni abbandonate e possono essere visti solo dai bambini. E la piccola Mei, un giorno, raccogliendo delle ghiande, riesce a vedere un piccolo spiritello paffuto e dal pelo bianco. E poi un altro, un po’ più grande e blu. Inseguendo i due spiriti, Mei ruzzola nella cavità di un maestoso albero di canfora, trovandosi di fronte al buffo e sonnacchioso Totoro, lo spirito del bosco

a seguire presentazione del volume Hayao Miyazaki. Le insospettabili contraddizioni di un cantastorie, Alessia Spagnoli, Sovera Editore, 2009

Giovedì 9 Dicembre

Jacques Lacan parle a cura di Federico Febbo

Se crediamo ancora oggi che il magistero di Lacan possa servire a molto, non è solo nella misura in cui tutto quello che sta infelicemente accadendo al sociale, alle scienze applicate, all’esperimento analitico e a quello del linguaggio Jacques Lacan lo aveva predetto (senza tener conto delle sue fenomenali scoperte nell’ambito della psicanalisi e il ritorno a Freud) ma anche e sopratutto perchè la solarità della sua lezione non continui ad essere obliata in un paese dove tutt’ora le rovine di quelli che erano un tempo i templi italiani della psicoanalisi, non insistano – ancor più dopo aver perso la partita ed essersi tramutati in macerie – a nascondere, o ben che vada calunniare, l’insegnamento di una delle più alte menti pensanti e rivoluzionarie del pensiero analitico, e non, della seconda metà del XX secolo.

21.30 Jacques Lacan parle (1972 – Francoise Wolf, 56′)

Conferenza tenuta all’università di Louvain il 13 ottobre del 1972 in cui Lacan parla ad un pubblico scosso e turbato dai suoi toni predicatòri, enfatizzati anche dalla sua alta figura.Un pubblico sensibile al “dire” del maestro, come lo è anche Lacan nei confronti dell’uditorio stracolmo. Una sensibilità che sfocia anche nella performance di un giovane post-rivoluzionario che attaccherà, anche con intenti aggressivi, Lacan per poi ritrovarsi ad essere cacciato dall’auditorium. L’unica rara occasione – Jacques Lacan non amava il linguaggio audio/video – di poter assistera ad uno di quelli che poi verranno definiti, a detta di tutti, seminari unici in cui si poteva assistere a prodigiosi momenti di irripetibili intuizioni. La seduzione di Lacan guida l’ascolto oltre i confini di un ordinario convegno cattedratico. A seguire un intervista concessa il giorno dopo a Francoise Wolf sui grandi temi della psicoanalisied un intensa biografia del professore.

22.30 Psychanalyse – Television (1974, 30′)

Jacques Lacan risponde alle domande di Jacques Alain Miller, pupillo del maestro, a cui Lacan lascierà ufficialmente l’eredità del suo sapere dopo la sua morte. Miller si assumerà l’impegno per tutto il resto della vita, a partire dagli anni ‘70, di trascrivere in forma- libro tutti gli appunti stenografati durante i seminari. La trasposizione è tutt’ora in corso considerata la spropositata quantità di materiale in possesso di Miller. La ORTF, la televisione pubblica francese, trasmise questo programma col titolo “Psychanalise” e successivamente, nel 1974, Miller e Lacan riadattarono il contenuto del filmato titolandolo “Television”. La forma monologante e piuttosto singolare con cui Lacan sfida la cinepresa, ci da un idea del complesso spazio del segno linguistico e gestuale attraverso cui Lacan stabilisce un contatto vivo con lo spettatore, poichè di spettatore si tratta, visto che in alcuni attimi il tutto si tramuta in un vero e prorio spettacolo evento.

Venerdì 10 Dicembre

il collettivo EBBRI DI CINEMA presenta

(S)pazzi Metropolitani, freak, solitudini, movimento tra città e cinema

21.00 Good morning Aman (Italia 2009, 105′) di Claudio Noce.

Le strade di Roma già salotto delle riprese più vernacolari. Questa volta estetizzate e mortificate dai vagabondaggi di Aman (Said Sabrie), giovane somalo cresciuto nella capitale, perso in una multietnia solo nominale. Questa volta intristite dal sopravvivere vacuo di Teodoro (Valerio Mastandrea), ex pugile, fermo nella sua casa e bloccato in una vecchia colpa che non trova ragione ed espiazione. Due solitudini si incontrano per scavarsi l’un l’altra. Sulla vista notturna della città, dall’alto di un terrazzo, trova riposo il quotidiano lavoro del giovane in un autolavaggio, recupera spazio il ricordo della guerra a Mogadiscio dalla quale è scappato. Trova forma Sara, una donna altrettanto perduta, della quale si innamora. Senza sonno, si assopisce la fuga onirica di un viaggio in Inghilterra. Quando arriva Teodoro, che bruscamente risveglia il suo dormire allucinato. Si sono trovati. Un’amicizia fisica e arrabbiata, fatta di un virile ermetismo. Che porta alla luce della strada e dei lampioni la possibilità di liberare il malandato diritto al futuro, che sia esso di occhi neri di orrori o di spento pallore d’occidente. Aman svincola col suo movimento senza percorso l’immobilità di Teodoro. Lui lo muove dandogli una direzione diversa ogni giorno.

a seguire incontro con il regista Claudio Noce

Sabato 11 e Domenica 12 Dicembre

Cinema Italiano di qualita: FELICE FARINA

21.00 La fisica dell’acqua di Felice Farina (Italia 2010, 76′).

Ale ha sette anni e ha perso il padre quando cominciava a muovere i primi passi. Dopo molti anni e in modo improvviso nella vita del bambino riappare Claudio, lo zio, un uomo inafferrabile, testardo e deciso a vendere la villetta sul lago dove il piccolo vive con la mamma. Visioni surreali tormentano Ale che prova un rancore incomprensibile e violento nei confronti dell’uomo. Una sera il piccolo, preso dalla follia, opera maldestramente sui freni dell’auto di Claudio su cui a sorpresa all’indomani sale anche la mamma, una meravigliosa Paola Cortellesi. Ale si lancia in un disperato inseguimento, invano. L’auto non risponde ai comandi, i due hanno un incidente. Il Commissario di polizia si prende cura del piccolo per cercare la verità e aiutarlo a districarsi nel buio dei ricordi. Un thriller psicologico di grande qualità. Un film avvincente, il cui ritmo si orchestra sulle maglie di una trama fitta e trascinante. Farina ci introduce in modo abile nell’inconscio di un bambino con l’ausilio di un cast che incarna in modo impeccabile la bellezza e l’indecenza umana.

Giovedì 16 Dicembre

NIHON EIGA – Storia del cinema giapponese 1979-2010

a cura di Ass. cult. Cinema senza frontiere

Serata Punk-Rock (in collaborazione con L’Udine Far East Film)

21.00 Linda, Linda, Linda di Nobuhiro Yamashita (Giappone 2005, 114′, v.o. sott.ita).

In seguito a un litigio interno, e per via dell’infortunio alla mano della chitarrista Moe, una rock-band liceale composta da ragazze non può più partecipare al concerto che concluderà la settimana della cultura indetta dall ’istituto in cui sono iscritte. Dopo una lunga serie di tentennamenti, i tre membri rimasti (la tastierista Kei, la bassista Nozomi e la batterista Kyoko) decidono di proporre un breve live-set composto da brani del celebre gruppo punk The Blue Hearts e di affidare il ruolo di cantante e leader alla timida Son, studentessa coreana arrivata nella scuola tramite uno scambio culturale tra i due paesi. La preparazione a tappe forzate verso il fatidico giorno del concerto le vedrà confrontarsi e conoscersi, mentre sullo sfondo la vita quotidiana procede il suo corso naturale.

a seguire divagazioni punk-rock di Raffaele Meale

Venerdì 17 Dicembre

il collettivo EBBRI DI CINEMA presenta

(S)pazzi Metropolitani, freak, solitudini, movimento tra città e cinema

21.00 Benvenuti a Zombieland (Usa 2009, 84′) di Ruben Fleischer.

Gli Stati Uniti sono in ginocchio: un virus ha contagiato il pianeta trasformandone in zombi ogni singolo abitante. Un gruppo di quattro persone, un adolescente nerd (Jesse Eisenberg), uno strampalato tizio che sembra un cacciatore di taglie (Woody Harrelson) e due sorelle (Emma Stone la maggiore, Abigail Breslin la minore), si incontrano e provano a convivere in un viaggio on the road assurdo, finalizzato alla ricerca di un luogo finalmente “zombie-free”. 
Brillante progenie del filone horror-comedy, che ha origini e manifestazioni sin dai primi albori del cinema, ma che vive la sua vera svolta negli anni ’80 soprattutto grazie a Evil Dead (La Casa) e la successiva trilogia. Un misto di splatter, spacconate, tensione, situazioni assurde, sempre filtrate attraverso una vena comica, spesso cinica, a volte sguaiata, ma sempre efficace. Senza dimenticare l’importanza di sentimenti umani fondamentali come l’amore e l’amicizia. Un cast eccezionale (occhio al cameo di Bill Murray), una storia forse banale, ma affrontata con originalità e brio. Una manna per gli appassionati del genere; era dai tempi di Shaun of the Dead (L’Alba dei Morti Dementi) che non si assisteva a qualcosa di simile.

22.30 Conspirators of pleasure (Rep. Ceca 1996, 75′) di Jan Svankmajer.

Sei individui silenziosi, dalle apparenze mediocri, elaborano feticci sessuali ai quali si dedicano con cura maniacale. Una portiera fa grosse palline di pane che sniffa grottescamente prima di dormire, come una droga. Un giornalaio si innamora follemente di una giornalista televisiva e si costruisce una macchina per farsi masturbare dalla TV, mentre uno dei suoi clienti crea un costume da gallina-pipistrello per recitare una scena voodoo insieme ad una bambola che assomiglia alla sua vicina di casa, la quale, a sua volta, ha una bambola che assomiglia al vicino da frustare e dominare in una chiesa abbandonata… Utilizzando la prediletta “tecnica mista” (stop-motion e riprese vere e proprie), questo film regala uno spaccato estremo e grottesco del processo di mediazione e allontanamento dall’oggetto del desiderio, di cui è vittima il sesso nella nostra epoca, i personaggi sembrano il prodotto perverso di Sigmund Freud che sogna un film di Luis Buñuel. Gilliam, Aronofsky, Burton e molti altri grandi nomi dichiarano la filiazione dal genio ceco dello stop-motion, capace di metafore densissime e allusive, tanto più eloquenti quanto più silenziose, rumorose ed afasiche. Nonostante apprezzamenti e riconoscimenti internazionali, ancora attendiamo una distribuzione italiana per le opere di questo eccentrico genio.

Sabato 18 e Domenica 19 Dicembre

Cinema Italiano di qualità: FELICE FARINA

21.00 La fisica dell’acqua di Felice Farina (Italia 2010, 76′).

Ale ha sette anni e ha perso il padre quando cominciava a muovere i primi passi. Dopo molti anni e in modo improvviso nella vita del bambino riappare Claudio, lo zio, un uomo inafferrabile, testardo e deciso a vendere la villetta sul lago dove il piccolo vive con la mamma. Visioni surreali tormentano Ale che prova un rancore incomprensibile e violento nei confronti dell’uomo. Una sera il piccolo, preso dalla follia, opera maldestramente sui freni dell’auto di Claudio su cui a sorpresa all’indomani sale anche la mamma, una meravigliosa Paola Cortellesi. Ale si lancia in un disperato inseguimento, invano. L’auto non risponde ai comandi, i due hanno un incidente. Il Commissario di polizia si prende cura del piccolo per cercare la verità e aiutarlo a districarsi nel buio dei ricordi. Un thriller psicologico di grande qualità. Un film avvincente, il cui ritmo si orchestra sulle maglie di una trama fitta e trascinante. Farina ci introduce in modo abile nell’inconscio di un bambino con l’ausilio di un cast che incarna in modo impeccabile la bellezza e l’indecenza umana.

Martedì 21 Dicembre

CULT GRANDI CLASSICI AMERICANI

Il primo ciclo di proiezioni gestito da ragazzi con Sindrome di Asperger

Ciclo di proiezioni dedicato ai classici del cinema americano dai ‘40 ai ‘60 curato da ragazzi con sindrome di Asperger, nell’ambito del progetto “Lo sguardo degli Aspie” sostenuto dal programma comunitario Youth in Action. Nel 2008 il Gruppo Asperger Onlus, l’associazione dedicata alla Sindrome di Asperger (www,asperger.it), aveva avviato, in collaborazione con Detour, il progetto “Io speriamo che me la cavo”, che includeva, fra l’altro un ciclo di proiezioni rivolte ai propri soci più giovani. L’idea di partenza era quella di favorire l’interazione tra ragazzi che, a causa di questa Sindrome appartenente ai disturbi dello spettro autistico, hanno una compromissione delle interazioni sociali, schemi di comportamento ripetitivi e stereotipati, attività e interessi molto ristretti. Se dopo tre anni possiamo promuovere un ciclo di proiezioni direttamente gestito dai ragazzi, è evidente che l’idea di usare il cinema come strumento di aggregazione ha dato i propri frutti. Per la prima volta saranno loro ad accogliere gli spettatori, a presentare i film, a curare le proiezioni sotto ogni aspetto e ad introdurre ospiti, critici ed esperti che di volta in volta interverranno.

21.00 Rapina a mano armata (1961) di S. Kubrick.

Dal romanzo Clean Break di Lionel White, sceneggiato da Kubrick con lo scrittore Jim Thompson che con il regista collaborò anche in Orizzonti di gloria e gli scrisse il trattamento di Killer at Large che non fu mai realizzato. Uscito dal carcere, Johnny mette a punto un minuzioso piano per una rapina in un ippodromo che frutta due milioni di dollari. Il grosso bottino suscita avidità e ferocia tra i complici. È un film che rivelò Kubrick e indusse la critica americana a parlare di un secondo Welles. Fondato sulla rottura della continuità narrativa che permette allo spettatore di seguire lo svolgimento dell’azione secondo diverse prospettive, il film ha un ritmo incalzante e una suspense di tenuta infallibile. –>programma completo

Il Cinema Detour resterà chiuso dal 22 dicembre 2010 al 6 gennaio 2011.

Per maggiori informazioni:
Cineclub Detour


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