Il promontorio di sant'elia - i parte

Creato il 31 luglio 2011 da Ilmulinodeltempo @IlMulinodelTemp
 STORIA DEL PROMONTORIO DAL NEOLITICO AL PERIODO ROMANO


Sella del Diavolo




Il Promontorio di Sant’Elia è stato frequentatoininterrottamente dal Neolitico Antico (6000-5000 a.C.). I punti maggiormente interessati dai ritrovamentiarcheologici appartenenti a questo periodo sono:
  • La distrutta grotta di Sant’Elia, probabilmente sacrificata dai lavori delle cave in un punto imprecisato tra il viale Calamosca e il Forte di Sant’Ignazio, dove sono stati ritrovati dei frammenti di ceramica cardiale, ascrivibile al Neolitico Antico, durante gli scavi condotti da E. Atzeni
  • Nelle vicinanze della Sella del Diavolo, sopra Marina Piccola, dove sono stati rinvenuti vari cocci, anch’essi ascrivibili al Neolitico Antico, durante gli scavi realizzati da A. Taramelli.
  • La Grotta del Bagno Penale, sul costone settentrionale sotto la Torre dei Segnali, dove sono stati portati alla luce reperti appartenenti al Neolitico Medio (IV millennio a.C.), tra i quali spicca un vasetto globulare a doppia ansa decorato con dei punti che riproducono forme geometriche.
  • La scomparsa Grotta di San Bartolomeo a causa di una frana, si trovava nel costone situato sopra la spiaggia del Poetto, dove si accede solo passando dal maredove era presente un ricco deposito funerario e gli oggetti ritrovati hanno evidenziato una soluzione di continuità dell’uso della stessa protrattasi fino alla cultura di Bonnannaro (II millennio a.C.).

Il  periodofenicio-punico è rintracciabile nei numerosi frammenti ceramici, nella cisternaa pianta rettangolare e sezione trapezoidale, nella lapide dedicata ad AstarteEricina con un concio con due colombe scolpite che testimonia l’esistenza di untempio in suo onore e nel ritrovamento di una decina di tombe dotate di corredifunebri a San Bartolomeo.Tra le numerose testimonianze lasciate dai romani si puòancora ammirare una cisterna di forma tronco-conica provvista di un ingegnososistema di canalizzazione.La cisterna punica, molto simile a quelle che si trovano aTharros, si trova sulla sommità del colle a poca distanza dalla torre di Sant’Elia,è di forma trapezoidale con una lunghezza di circa 30 metri. Anticamente eraricoperta da lunghe lastre in pietra, l’accesso era garantito dalla presenza dibotole collocate sull’estremità. Vista la vicinanza del Tempio di Astarte èmolto probabile che la cisterna alimentasse le vasche dove avvenivano leabluzioni rituali in onore della divinità.

Resti Tempio di Astarte

Resti del Tempio di Astarte


Astarte era la suprema divinità femminile fenicia dellafertilità, della natura e della Madre Terra (come si può notare tali attributisono tipici della divinità femminile venerata fin dal Paleolitico), prese l’appellativoEricina probabilmente dal monte Erice in Sicilia (oggi monte San Giuliano) doveesisteva una particolare venerazione della dea. L’origine di questa divinità  potrebbe essere babilonese con il nome diIshstar, tradotto poi Astarte dai Greci e Ashtart dai Fenici, al suo culto èstata da sempre legata la pratica della “prostituzione sacra” che avveniva all’internodel tempio stesso e aveva come protagoniste le fanciulle ancora da maritare.A testimonianza dell’esistenza del luogo di culto, furonorinvenuti, nella seconda metà del XIX sec., un concio in pietra raffigurantedue colombe stilizzate e un frammento di marmo con una dedica alla dea.I romani che si insediarono in seguito nell’area lasciaronoanch’essi delle testimonianze come la cisterna situata anch’essa nel punto piùalto del colle a poca distanza da quella punica. La forma è a “tronco di cono”  con una profondità pari a circa 5 metri emezzo, sul fondo è presente una vaschetta centrale per la decantazione dell’acqua.Il sistema di approvvigionamento della cisterna consisteva in una serie divasche e canalette, scavate nella roccia, collegate fra loro in modo da farconfluire l’acqua piovana al suo interno.

Vaschetta della cisterna romana

Canaletta della cisterna romana

Cisterna romana


Purtroppo questo bagaglio archeologico allo stato attuale sipresenta, pur in ottime condizioni, in un deplorevole stato di abbandono.Nei prossimi post parleremo della storia successiva che videil coinvolgimento del colle nelle varie vicende anche di rilevanza mondiale.Fabrizio e Giovanna 

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