di David Crucitti – Cosa dovrebbe aspettarsi il cittadino di Reggio Calabria dal prossimo Sindaco e dalla sua giunta, quali sono i desideri dei tanti giovani reggini, degli anziani, dei bambini, di chi è inchiodato su una sedia a rotelle, di chi cerca lavoro, di chi ha trovato lavoro altrove e guarda alla sua città di origine. Cosa vorrebbe questa gente da chi governerà per i prossimi anni una città che da qualsiasi angolatura si guardi, si assiste all’abbandono. Ma cosa è successo in questi anni, perché questa città ha subito un così grave decadimento strutturale, perché dopo svariate centinaia di articoli pubblicati da cittadini stanchi, giornalisti attenti e direttori coscienti, mai nulla è cambiato, come se si parlasse al muro, da soli come folli, inesistenti. Ma gli inesistenti chi sono in realtà, coloro che indicano con precisione chirurgica dove intervenire per migliorare il tenore di vita dei cittadini, o chi, pur leggendo e vedendo l’amara realtà, non si smuove neanche se venisse l’8.9 Richter? Parlare delle strade e paragonarle a quelle di Tripoli di questi giorni non ha senso, lo fanno ormai anche i bambini delle elementari nei loro temini in classe. E allora cosa ci si aspetta dalla classe politica che prenderà in mano la città e i suoi abitanti. Vediamo di fare un attimo un quadro quasi completo della situazione attuale. La prima cosa da fare potrebbe essere quella di intervenire sulle menti e le abitudini dei cittadini, anche perché il 50% del degrado cittadino dipende proprio da loro, dalla concezione sbagliata di gettare in terra qualunque cosa, dai pacchetti di sigarette, al gratta e vinci che gli ha appena spillato qualche soldo, dagli elettrodomestici abbandonati nei marciapiedi ai divani gettati con cura dentro i cassonetti della spazzatura, insomma, serve intervenire nelle coscienze di chi non vuole adeguarsi alla crescita della città. Nel frattempo, il prossimo sindaco potrebbe cominciare a capire perché i Fortini di Pentimele versino nel degrado più totale, inspiegabilmente un ricchezza storica non viene considerata. Non si comprende che ruolo ha l’Arena Lido ricostruita e abbandonata al suo destino, al clima, e ai senza tetto che ci hanno trovato riparo. La prossima giunta potrebbe chiedere del perché la Villa Comunale si è ammalata e non si trova la cura, del perchè la toponomastica in questa città sia utopia, capire che i bagni pubblici inesistenti, o quasi, sono fisiologici e non facoltativi, cominciare a valutare la pericolosità delle bretelle Calopinace, costantemente scenari di incidenti automobilistici da film d’azione. Non sarà facile essere il nuovo Sindaco di Reggio Calabria, come non sarà facile essere assessori e consiglieri di maggioranza. L’impresa non sarà riuscire a vincere le elezioni imminenti, la sfida sarà proprio soddisfare la dignità degli elettori. Si potrebbe cominciare ad alzare le teste e vedere come sia la situazione dei cornicioni dei palazzi cittadini, guardare il Tempietto e decidere che ruolo abbia quella struttura e quell’area, sempre che ne abbia un senso, controllare la segnaletica verticale e orizzontale, i semafori e gli incroci pericolosi senza regole stradali. Si dovrebbe dare un compito ben preciso all’area Griso-Laboccetta, struttura antica e ricca di fascino, mai come i fortini ma pur sempre ricchezza al centro storico, muri imbrattati in ogni via, amianto ovunque, Lido Comunale lontano anni luce da quello che fu un tempo, monumenti abbandonati o spariti nel nulla (vedi i busti della Villa Comunale e la fontana del Castello Aragonese). Come potrebbe la prossima amministrazione comunale non guardare alla periferia, quest’ultima vera e propria spina nel fianco di una Metropoli fantasma che tra le altre cose deve sopportare il problema della spazzatura. La lista delle cose da fare rischia di essere infinita, ma non è questo il problema, perché forse un’epoca è finita, o almeno si spera, quello che abbiamo visto è troppo, “non può piovere per sempre” direbbe Il Corvo, ed ha ragione questo corvo. La rinascita di una città passa dagli uomini, e voler fare il sindaco di Reggio Calabria in questo preciso momento della storia cittadina, è veramente roba da uomini veri, come quelli che purtroppo ci hanno lasciati, sono volati via con la certezza che tutto non può essere marcio, che i loro semi avranno certamente fatto crescere qualcosa di buono. Staremo a vedere, perché se qualcuno pensa di non poter affrontare la situazione, è bene che faccia un passo indietro.
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