Magazine Cultura

Il Pungitopo, commestibile e curativo. Benefici del più potente vasocostrittore naturale

Creato il 16 marzo 2014 da Altovastese

Caratteristiche, curiosità e i mille benefici di una pianta medicinale, usata come portafortuna e ottima in cucina. Le buonissime VRISCARE, simili agli asparagi!

Ruscus_aculeatusIl Pungitopo o Ruscolo pungitopo (Ruscus aculeatus) è un piccolo arbusto sempreverde, dioico, alto sino a 80 cm, molto comune nell’area mediterranea.

Il nome “pungitopo” deriva dall’antico uso delle foglie acuminate di questa pianta che venivano poste attorno ai formaggi o ad altre derrate alimentari per difenderli dai roditori.

I BENEFICI del PUNGITOPO per l’ORGANISMO. Il Pungitopo è una potente pianta medicinale

I principi attivi presenti nelle piante di Pungitopo sono: oli essenziali quali canfora, acetato di linalile, acetato di bornile, linalolo, anetolo e resine. Contengono inoltre diversi sali minerali quali calcio e nitrato di potassio;  fitosteroli quali la ruscogenina, neuroscogenina, ruscina ed altri; diversi flavonoidi; zuccheri; acidi grassi ed acidi organici.
Le sue proprietà sono legate principalmente ai fitosteroli che conferiscono al pungitopo proprietà diuretiche con l’eliminazione dei cloruri, sedativo ed antinfiammatorio delle vie urinarie, ha effetti benefici nei confronti dei calcoli renali, cistiti, gotta, artrite e reumatismi non articolari.

Il pungitopo è il più potente vasocostrittore naturale che si conosca, utile nella terapia delle vene varicose con un’azione vasocostrittore esercitata soprattutto a livello dei capillare. Esplica un’azione antinfiammatoria che agisce diminuendo la fragilità capillare, aumentando il tono della parete venosa favorendo quindi la circolazione del sangue che si traduce in diminuzione della pesantezza e del gonfiore delle gambe.
Esplica anche un effetto benefico nei confronti delle emorroidi e delle flebiti.

Del pungitopo si utilizza prevalentemente il rizoma, da raccogliere in autunno o all’inzio della primavera, prima dell’emissione dei turioni. Va ripulito dalla terra e quindi tagliato e fatto essiccare e conservato in sacchetti di carta o barattoli di vetro. Si possono utilizzare anche i turioni del pungitopo poiché contengono gli stessi principi attivi.

Etimologia abruzzese. Nelle province di L’Aquila, Teramo e Pescara è chiamato, a seconda della località, brusco, cecasurgi, mirto spinoso, piccasurge, pungica surge, pungitope, reschierì, rucine. In provincia di Chieti è chiamato rusco, sperne maschie, spirne selvagge (Altino). Nell’area vastese è chiamato: viscarde (Furci), vischiaine (Casoli, Pizziferrato), vischiare (Roccascalegna, Tornareccio), vischiarne (Gessopalena, Lettopalena)vischiose (Fallo), vuscaione (Pollutri), vuscicarille (Quadri), vriscare (Celenza sul Trigno e comuni vicini). I termini  pungitope, piccasurge, pungica surge ecc. derivano dall’antica usanza di proteggere dai topi  le derrate alimentari, soprattutto il formaggio, avvolgendo con questa pianta. I termini brusco, rusco, vriscare ecc derivano dal nome latino della pianta, ruscus. (da Flora popolare d’Abruzzo, Aurelio Manzi).

Nel Medio e Alto Vastese il Pungitopo è una specie molto comune nei luoghi adatti. Incredibili formazioni a Pungitopo, che fanno pensare ad una specifica associazione, sono presenti nel Bosco di Collerotondo  dove forma un sottobosco quasi puro in associazione con Cerro e Frassino meridionale. Estese formazioni a Pungitopo sono presenti anche a Torrebruna, Celenza sul Trigno e Schiavi d’Abruzzo.

turioni di pungitopo

La parte edibile del pungitopo. I turioni

IL PUNGITOPO IN CUCINA: le buonissime VRISCARE. A Primavera, da marzo a maggio, spuntano i nuovi getti del pungitopo (i turioni), che nel dialetto dell’Alto Vastese, sono chiamati “Vriscare”, come detto sopra.

I giovani getti vengono assiduamente ricercati dagli intenditori per essere consumati, previa cottura, o conservati sott’olio o sott’aceto, come gli asparagi. Il sapore è simile a quello degli asparagi ma più amaro per tale ragione spesso vengono cotti in abbondante acqua e aceto per attenuare un pò l’amaro e poi preparato in conserve. Sono veramente squisiti come antipasto o per accompagnare carni, uova, in frittate, risotti e anche con i gamberetti.

La raccolta dei turioni di pungitopo va effettuata quando sono ancora tenerissimi. Taluni li raccolgono praticamente quando sono ancora sotto terra sono biancastri o violacei, quando appena spuntati. Passata questa fase, assumono una consistenza legnosa e diventano amarissimi.

IL PUNGITOPO COME PIANTA PORTAFORTUNA DI NATALE.  Il pungitopo, come l’agrifoglio, l’abete, il vischio, è considerato da tempi antichissimi un potente portafortuna. Gli antichi popoli Germanici lo utilizzavano per onorare gli spiriti dei boschi e nelle loro case avevano sempre dei rami di pungitopo. Anche per i popoli Latini erano un importante simbolo di augurio ed infatti si scambiavano rami di pungitopo durante le celebrazioni come buon auspicio. Per i Cristiani erano un simbolo di fertilità ed abbondanza. Da queste antiche tradizioni deriva l’utilizzo del pungitopo nelle feste natalizie, proprio per augurare felicità nell’anno nuovo.

ALTRI UTILIZZI. La pianta secca, legata ad una pertica, è usata in alcune regioni per ripulire i camini, come avviene con l’asparago pungente o come scopa rudimentale.

In inglese il pungitopo è chiamato Butcher’s Broom.

Bacca di Pungitopo

Bacca di Pungitopo. Assai decorativa, è simbolo portafortuna nel periodo natalizio

DESCRIZIONE.  Il Pungitopo è piccolo arbusto sempreverde appartenente alle Liliacee.  Possiede rizoma sotterraneo e fusto molto ramificato e tenace, striato longitudinalmente. I getti sono cilindrici, succosi, rossastri, con all’apice un gruppetto di brattee verdognole. Le foglie sono sostituite da numerosi cladodi sessili, appiattiti, ovato­lanceolati, terminanti in un mucrone pungente. I fiori sono piccoli, verdastri, isolati o a coppie, inseriti al centro dei cladodi all’ascella di una piccola brattea, fiorisce in inverno nei paesi a clima caldo e altrove da febbraio ad aprile. Il frutto è una piccola bacca globosa di 10-­15 mm di diametro, di colore rosso vivo, che matura nell’inverno successivo alla fioritura.

HABITAT. Leccete, boschi caducifogli termofili da 0 a 600 metri. Al Sud da 0 a 1200 metri.

DISTRIBUZIONE. In Italia è comune in tutto il territorio. Manca in gran parte della Pianura Padana.

SPECIE PROTETTA. Pur non essendo una specie rara, ma anzi nei luoghi adatti è assai abbondante, in Abruzzo il Pungitopo è specie protetta dalle Legge Regionale n. 45 dell’11 settembre 1979 .

IL PUNGITOPO MAGGIORE. UNA SPECIE RARA SPONTANEA ANCHE NEL VASTESE

Ruscus_hypoglossum

Ruscolo maggiore, specie rara presente nel bosco di Torrebruna e a Montefalcone nel Sannio

Nei boschi del vastese oltre al Pungitopo comune (Ruscus aculeatus) è presente anche il raro Pungitopo maggiore detto anche Ruscolo maggiore o Bislingua (Ruscus hypoglossum).

Alcuni interessantissimi esemplari di questa specie sono presenti nel bosco tra Torrebruna e Carunchio e in pochissime altre località montane del vastese.

Esemplari di Ruscolo maggiore sono presenti anche nel bosco di Montefalcone nel Sannio.

In inglese questa specie è chiamata: mouse thorn, spineless butcher’s broom

Articolo di: Ivan Serafini


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :