Il Punto

Creato il 12 aprile 2010 da Gianclint
-Nel senso del participio passato-
… e venne il giorno che Leonardo s’incazzò! Lasciato Cat Stevens ed il suo “It’s not time to have a change...” e il “... come faccio ad essere stressato?... sono di Rio, la città più felice del mondo!”, il Mister è entrato a far parte del Club di milanisti con più tesserati, il nostro, quello degli incazzati.
Un amico -grazie Luca!-, mi ha mostrato integralmente la conferenza di sabato scorso: il velo perenne di grigia barba; la postura un po' scivolata sulla poltrona, facevano pensare più ad Homer Simpson che al Primo Allenatore Dirigente Capo dello Staff Tecnico dell’A.C.Milan. In Società ci tengono a queste cose, tra l’altro.
Ma il messaggio è chiaro: non gli importa più, è scorato -lo biasimiamo?, io non ci riesco...-, si sente tradito dalla Società, anzi no, dal Presidente, più nelle parole che nelle intenzioni (forse)
Alberto Costa cita il contratto che lo legherebbe al Milan anche per l’anno prossimo: Leonardo (non) risponde senza mai citare la parola ‘contratto’, MAI.
Alla domanda su come ha preso le presunte dichiarazioni del Presidente Berlusconi, quelle sempre puntuali -avete fatto caso?-, slunga la bocca da un lato, fa brillare per un attimo un occhio, uno solo!, e si ritrova a filosofeggia come un predicatore a Copacabana.
La reazione che ha avuto il Mister, a me, lo ha reso più simpatico: chiunque di noi, al suo posto -intendo proprio quello-, avrebbe risposto tale e quale; non credo che avremmo rischiato parole più esplicite, non tanto per paura di non allenare più il Milan; no..., non avremo patito quel tipo di ricatto, avremmo sentito ricattata la nostra intelligenza, piuttosto.
Penso che Leonardo sia il meno distante di tutta la parte visibile della Società da quelli che sono i sentimenti, i pensieri, le idee della stragrande maggioranza dei Milanisti per rimettere in piedi questa squadra.
E’ evidente che il Presidente non è più disposto a spendere, se non per chi vorrà lui... magari tra qualche anno, passata la “congiuntura”... Sappiamo chi vuole lui? Non so, ma non credo che lo scopriremo quest’estate: no, in seno alla Società, o meglio al Presidente -perché Galliani parla, ma conta poco...-, l’idea è un’altra: prendere tempo ancora, sapendo che pure il prossimo anno poggerà su prospettive del tutto simili a questo, quindi tenere Leonardo; o mettere Tassotti-Galli, due che non fanno rumore, quindi prendere tempo ancora. O magari che so... Allegri, Gasperini... due che, da noi, durerebbero fino a novembre.... Tutti preparatissimi, ma che mal si coniugano con l’appeal che il Milan DEVE avere a livello comunicativo.
Meglio Lippi, allora...? Può darsi, ma per chi? Aldilà di quella che sarebbe una mia difficoltà a “digerire” uno con la storia di Lippi in panchina, pensate che il Viareggino porterebbe tanto altro che Zambrotta, Gattuso, Pirlo come... TITOLARI INAMOVIBILI? -oltreché un’idea di calcio speculativa che mal allapperebbe ai nostri palati, aggiungo-
Se fino a poco tempo fa la conferma o meno del Tecnico Brasiliano era una semplice questione sul dare continuità o meno ad un progetto tecnico -sebbene per me, quasi primaria-, ora è qualcosa d’altro.
Leonardo è stato punto! Ha sentito male, ma ha dissimulato quasi nulla, al contrario di tutti i suoi predecessori. Da Sacchi a Capello, fino ad Ancelotti, nessuno si era permesso di trattare con condiscendenza dichiarazioni -seppur riportate-, del Presidente. Sacchi s’impuntò su Borghi; Capello fece la faccia brutta e andò via -per poi tornare trionfante, promettendo altre vittorie e arrivando 11°-; ad Ancelotti arrossiva un orecchio e una parte di collo, incassava... e faceva quello che gli pareva.
Leonardo no: ha dato il peso che quelle dichiarazioni avevano -vere o riportate fa differenza, nel nostro caso?-. Muovendo una linea del viso, ha commentato il nulla col niente; il disinteresse piovutogli in faccia l’ha fatto svaporare nella piega all’ingiù dei suoi occhi... prima di far diventare lacrima.
E dopo la gara: “Il pubblico ci ha mollato...”, siamo sicuri che stesse parlando del pubblico, vero? Se andrà via, non perderemo solo un allenatore brillante, perderemo un uomo intelligente: ce ne sono così pochi dalle nostre parti. Ah, ecco il punto!

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