Sarà alto al massimo un metro e sessanta, porta gli occhiali e ha una leggera stempiatura sulla fronte. L’età è indefinibile, ma certamente l’abito gessato, le scarpe nere e la valigetta da ufficio lo collocano nella parte di mondo che alle nove di mattina prende la metro per andare al lavoro.
Legge serio, immobile, reggendosi al sostegno; di tanto in tanto, con un impercettibile movimento, si sposta quel tanto che basta ad essere sicuro di non essere d’intralcio ai passeggeri in salita. Volta pagina, quando necessario, reggendosi senza mani in un invidiabile equilibrio che solo anni di esperienza a bordo dei mezzi pubblici può dare. Non si guarda mai attorno, è totalmente assorto nella lettura del serissimo volume che tiene in mano: Il punto di svolta di Fritjof Capra.
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