Non è un mistero, il mercato Asiatico e in particolar modo quello Cinese, rappresenta per Apple un tassello troppo importante per completare la sua espansione, e far crescere i dati di vendita e di profitto in maniera esponenziale, in un mercato che conta qualcosa come 700 milioni di potenziali clienti soltanto in Cina.
Apple da parte sua, pur di centrare l’obbiettivo ha cominciato a trattare sulle sue spesso inamovibili condizioni, è di questi giorni infatti, la notizia che il governo cinese potrà controllare il codice sorgente di iOS.
I Cinesi infatti, hanno preso molto sul serio i recenti fatti legati al datagate e alle dichiarazioni di Edward Snowden, definendo iPhone una minaccia alla sicurezza nazionale, e solo un controllo dei dispositivi della Mela permetterebbe all’azienda di Cupertino di vendere i propri prodotti sul territorio cinese.
Evidentemente il gioco vale la candela per Tim Cook, che in una recente intervista rilasciata all’agenzia di stampa Xinhua, ha definito il mercato cinese “chiave”per Apple, annunciando anche i propositi dell’azienda, come l’aumento degli Apple Store dagli attuali 15 a 40 nel giro di due anni, e l’intenzione di esportare il nuovo servizio di pagamento Apple Pay, un progetto che porterebbe ad un numero di transazioni spaventose.
E i nuovi accordi, specialmente quello stipulato con China-Mobile, cominciano a portare i primi frutti per la casa della Mela, presto Apple potrebbe annunciare un sorpasso storico nei dati di vendita di iPhone, infatti secondo le ultime stime da parte degli analisti di Ubs, per la prima volta le vendite di iPhone saranno più numerose in Cina, con una stima del 36% di share contro il 24% delle vendite nel territorio Americano.
Ma Apple dovrà rendere conto anche delle recenti accuse di sfruttamento nelle fabbriche cinesi che producono i suoi prodotti, un recente reportage dell’inglese BBC ha mostrato gravi violazioni ai diritti e alla salute degli operai, molti lavoratori sono infatti costretti a turni di 16 ore, addirittura il personale assunto verrebbe privato del proprio documento d’identità come una sorta di ricatto per rendere più fedeli gli operai.
Da parte sua Apple ha commentato d’essere sempre in prima linea sulla sicurezza dei lavoratori, più di qualunque altra compagnia, Tim Cook a riguardo si sarebbe detto profondamente offeso da queste accuse, affermando che niente può definirsi più lontano dalla verità.
La verità come spesso avviene, potrebbe stare nel mezzo, con Apple che tenta in tutti i modi di rendere la vita degli operai meno “difficile” possibile, scontrandosi con i capi delle varie aziende che puntano a monetizzare il più possibile a spese degli operai.