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Il Punto sull'Italia - Viva il possesso palla stile Barça, ma piano con i paragoni...
Creato il 04 giugno 2011 da AntoniogiustoIl bel Barcellona di Pep Guardiola ha fatto innamorare la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori del suo calcio educato, ricco di trame offensive ed inneggiante alla sublimazione del possesso palla. Cesare Prandelli, il nostro C.T., non è certo rimasto estraneo al fascino del tiqui-taca blaugrana, ma anziché limitarsi a dei semplici apprezzamenti ha avuto l'ardita idea di metterlo in pratica. Risultato? Italia-Estonia 3-0. Piano, però. La modestia dell'avversario, comunque capace di andare a vincere 3-1 a Belgrado lo scorso ottobre, va tenuta in conto; e la purezza di gioco del Barcellona è irraggiungibile.
COSA VA - Dalla cintola in su, la cifra tecnica dell'Italia vista a Modena è considerevole: Cassano e Giuseppe Rossi, con Aquilani e Montolivo e Marchisio e Pirlo, sono una prova di coraggio prima ancora che di forza. La sapiente rinuncia di Prandelli ad un incontrista, figura tattica sino a ieri imprescindibile nella storia calcistica della Nazionale italiana, va compresa anche e soprattutto da un punto di vista psicologico: gli azzurri devono imprimersi bene in mente che contro squadra di tale caratura non c'è alternativa al successo, e per ottenerlo si può tranquillamente rinunciare al medianaccio di turno. Con un simile atteggiamento, niente più «Nuove Zelande». Il pallone, sempre tenuto conto dell'approssimativa interpretazione tattica dell'incontro da parte degli avversari, è proprietà privata dell'undici italiano, che ha piena capacità decisionale sul quando, come e perché alzare od abbassare il ritmo di una partita dominata dagli azzurri.
COSA NON VA - Per mettere a punto una macchina perfetta quale è il Barcellona odierno sono stati necessari anni ed anni di lavoro da parte dei tecnici, ed il concetto di calcio inculcato nella mente dei calciatori è un omogeneizzato somministrato loro non appena mettono piede a La Masía. Provenienti da contesti tattici assai differenti, i componenti della Nazionale italiana non posso che far fatica ad interiorizzare alcuni movimenti richiesti loro da Prandelli: ecco quindi qualche malinteso di troppo. Ma c'è ancora un anno per oliare i meccanismi d'attacco, e la sensazione è che il risultato sarà più che soddisfacente.
TOP&FLOP - Ad oggi, Giuseppe Rossi è il miglior calciatore d'Italia. Reduce da una prelibata stagione con il Villarreal (32 gol totali, 18 nella Liga ed 11 in Europa League oltre ai 3 messi a segno in Coppa del Re) e - stando a quanto riportano i giornali - ormai pronto a spiccare il volo verso Barcellona: Guardiola lo considera la miglior alternativa possibile a Leo Messi. Ad intendersi meravigliosamente con lui è stato Cassano, e non c'è da sorprendersi: parlano la stessa lingua, ovviamente quella del grande calcio, perché a Teaneck e Bari Vecchia l'idioma non è esattamente il medesimo. Ad ispirarli Montolivo, che a ridosso delle punte può liberare l'estro e rinunciare ai ripiegamenti difensivi. Maggio e Balzaretti paiono in possesso di un polmone supplementare, mentre Pazzini torna al gol in azzurro dopo oltre due anni.
CONSIGLI PER IL MISTER - Più complimenti che consigli per Cesare. Perché lasciare che Balotelli si diverta tra Cassano e Rossi è un pensiero stupendo, che potrebbe diventare realtà con il completo recupero di De Rossi: mediano sì, ma con piedi educati, e necessario per supportare quei tre tenori offensive contro avversari ben più temibili della modesta Estonia.
IL FUTURO - Martedì prossimo si conclude la stagione contro l'Irlanda del Trap, con una piacevole sorpresa: Angelo Ogbonna, difensore del Torino, sostituirà l'infortunato Aquilani.
Antonio Giusto
Fonte: Goal.com
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