So che già molte delle colleghe che sono state con me al favoloso BlogTour organizzato dal Consorzio di tutela del Radicchio di Treviso IGP hanno scritto di questo evento, e quindi arrivo sicuramente in assoluto e clamoroso ritardo, ma non volevo mancare nel rendere omaggio a questo eccezionale prodotto che nasce proprio nella mia terra. E non in senso figurato ma in senso reale, perché Zero Branco è uno dei 23 comuni che, nel veneto, sono autorizzati alla produzione di questo favoloso fiore che adorna le nostre tavole dalla seconda settimana di Novembre fino a Pasqua.
Si è vero, una volta la stagione del radicchio finiva prima ma adesso, grazie alla ricerca e alle innovazioni portate nei sistemi di coltivazione si è riuscito a prolungarne la vitalità... una cosa è certa però, non troverete MAI il radicchio in estate.
Ma quali sono le caratteristiche di questo favoloso prodotto, cosa lo rende diverso dagli altri radicchi, cosa lo rende così speciale?
In questo blog non sono nuove le diciture DOP e IGP e ne abbiamo parlato anche in altri post, comunque il vero Radicchio di Treviso IGP presenta caratteristiche specifiche
- zona di produzione
- peso tra i 100 e i 400 g
- lembo fogliare rosso vinoso intenso e costola dorsale bianca
- aspetto regolare e compatto
- foglie serrate e avvolgenti
- radice fittonante perfettamente toelettata e proporzionata la cespo
Ma soprattutto il SAPORE, perché è il sapore a renderlo unico nel suo genere, l'IGP è GRADEVOLMENTE AMAROGNOLO, non amaro. Questo radicchio è splendido da mangiare e se è di qualità l'esperienza può diventare quasi mistica... ne è riprova il fatto che si può utilizzare in cucina in qualsiasi tipo di piatto, dall'antipasto al dolce, crudo e cotto.
E a noi partecipanti al blog tour questa cosa è stata ampiamente illustrata da due grandi Chef, che ci hanno condotto alla degustazione di questo prodotto con grande maestria stupendoci per originalità e genio.
Ma la cosa che mi è piaciuta di più e che auguro a tutti di poter fare è stata la scoperta del prodotto vero, la discesa in campo e l'esperienza diretta della sbianchitura.
Le vasche di sbianchitura con l'acqua risorgiva
Perché il radicchio, questa semplice cicoria(mi raccomando, non insalata che si offende) resistente al freddo, nasce in campo ma per diventare quel fiore splendido che adorna le nostre tavole subisce una lavorazione incredibile.Nell'invenzione di queste procedure, che fanno della necessità del cibarsi d'inverno (quando i frutti della terra sono rari e spesso difficili) esempi di pura arte della creazione umana, io trovo il genio che è in noi.
Perchè il radicchio viene raccolto dopo la seconda gelata di novembre, quando la pianta a contatto con il gelo "muore", entra in letargo. Allora viene raccolto , il suo cuore interno è alto qualche centimetro a malapena.
Viene posto in particolari vasche dove scorre l'acqua di risorgiva che ha una temperatura costante e risveglia il processo di crescita della pianta, il suo cuore cresce fino a raggiungere le dimensioni del cespo finale e l'immersione ne dilava anche il sapore amaro, addolcendolo al punto da renderlo gradevole... più di 20 giorni dura questo processo.
Tolto dalle vasche viene completamente spogliato delle foglie esterne e rimane solo il cuore cresciuto in tutto il suo rosso splendore, e anche le radici che nell'acqua avevano ramificato nuovamente vengono pulite e tagliate fino ad assumere la classica forma trapezoidale.
Quindi una pianta che vive due vite e che la sapienza e la passione umana plasmano fino a raggiungere l'eccellenza del gusto che la contraddistingue.
Ringrazio per questa splendida esperienza il Consorzio tutela Radicchio Rosso di Treviso IGP e Radicchio Variegato di Castelfranco Veneto IGP con Zeta Group, e OrtoRomi che hanno organizzato l'evento.
Inoltre ringrazio anche tutte le aziende che hanno contribuito a realizzare per noi questa splendida esperienza , la Fraccaro Spumadoro SpA che oltre a farci assaggiare una splendida focaccia al radicchio ci ha mostrato una pasta madre da far svenire qualunque blogger e ci ha raccontato una storia familiare fatta di ricordi e tradizioni e anche la Casearia Carpenedo, una azienda artigianale e familiare dove l'affinatura del formaggio e la creazione di profumi e sapori è una storia che viene passata di padre in figlio in nipote.
Ultimi ma non ultimi...
L'Istituto Alberghiero di Castelfranco Veneto con lo chef Marco Valletta che ci ha aperto le sue porte per svelarci tutti i segreti di cottura del radicchio insieme allo chef Nicola Dinato e agli allievi della scuolaDi nuovo lo Chef Nicola Dinato del Ristorante Feva e lo chef Raffaele Ros del Ristorante San Martino di Scorzè che ci hanno condotte attraverso le loro personali interpretazioni di questa splendida "Cicoria"