Magazine America
Questa che state per leggere è una traduzione di un articolo di Pável M. Gaona pubblicato su Chilango, un quotidiano di Città del Messico. Leggete e poi pensateci su. Ci vediamo nella sezione commenti.
Una volta, in chat , un amico mi chiese: “Hai già visto questa foto?”
Appena la vidi un brivido scese lungo la spina dorsale; un uomo anziano e una donna, seduti l'uno di fronte all'altro, parlavano in un luogo pubblico. Vicino all'uomo c'era un cartello con la scritta: “Ascolto storie d'amore gratis”.
Mi venne subito una gran voglia di provarci anch'io.
Avevo già visto, in diverse zone della città, gente che offriva abbracci gratis ma ascoltare storie d'amore? Qui si andava oltre.
La prima cosa che feci, fu comprare due comode sedie pieghevoli; quelle che trovai erano più economiche del previsto, e ciò conferma la teoria che l'universo ti aiuta quando le tue intenzioni sono buone. Comprai una lavagnetta fare il cartello ed infine presi il mio fedele ombrellone giallo, mio alleato contro il solleone cocente di Città del Messico, e andai nella piazza del Palazzo di Belle Arti per cominciare l'esperimento.
Giorno 1. Davvero è gratis?
Disposi le sedie e la lavagna, aprii l'ombrellone e sedetti in attesa. Trascorse del tempo e nessuno si avvicinava. La gente passava, qualcuno mi guardava con curiosità, altri con sospetto, alcuni leggevano il cartello ad alta voce oppure scattavano una foto. Cominciai a sentirmi ridicolo; in una città come questa, frenetica, dove bisogna sempre guardarsi le spalle e nulla è gratis, perché bisognerebbe sedersi di fronte ad un tizio tatuato a raccontare la propria storia d'amore?
Poco dopo però, una ragazza si avvicinò. Mi chiese se poteva sedersi a raccontarmi qualcosa. Le risposi di sì.
“Ma davvero è gratis, o sei come i venditori di rose che prima te le offrono e poi vogliono essere pagati?” Dissi che non avrebbe pagato nulla. Le posi due condizioni: doveva essere completamente onesta con se stessa e, alla fine, scrivere qualcosa sul mio quaderno.
La ragazza mi raccontò la sua storia e gli occhi le si riempirono di lacrime. Fu allora che capii la magia dell'essere ascoltato, senza timore di essere giudicato, mettendo così a nudo il dolore nascosto nell'anima che, diversamente, si incrosterebbe di paure e di incubi.
Scrisse sul quaderno il suo nome accompagnato da parole di ringraziamento, si asciugò gli occhi e ci abbracciammo. Le insegnai a farlo nella forma corretta; bisogna abbracciarsi con il lato sinistro del corpo, così si congiungono i due cuori.
Dopo fu il turno di un ragazzo e poi di un'altra ragazza.
Seguirono un signore, una signora, un giovane poeta e un tizio fuggito dal nord del Paese, ora a Città del Messico in cerca di evasione e di oblio.
Rimasi lì fino a notte, ascoltando tutti come un confessore laico, uno di quelli che non ti fa poi recitare il Padre nostro e non ti assolve con Ave Maria.
Giorno 2. I poliziotti non conoscono l'amore
Trascorsa una settimana, tornai nello stesso posto. Appena ebbi disposto le seggioline pieghevoli, una coppia di poliziotti mi si avvicinò.
Uno mio disse: “Giovanotto, non puoi stare qui, non sono permessi i venditori ambulanti.”
“Ma io non sto vendendo nulla. Ascolto storie d'amore ed è gratis, vede?” Dissi mostrando il cartello.
“Sì certo, però sicuramente dopo fai pagare qualcosa.”
“No, davvero, non chiedo nulla. Anzi, lei non avrebbe mica una storia d'amore da raccontarmi?” Rise nervosamente, l'avevo spiazzato.
“Coraggio collega”, gli disse l'altro: “Digli che soffri per il tuo picador”.
Il poliziotto si ricompose, cercando di recuperare la sua dignità ferita.
“Ok, però spostati da qui, sei proprio in mezzo e questo è un sito importante, ostruisci il passaggio.”
Mi spostai fino alle aiuole e ascoltai le prime tre storie d'amore della giornata: un giocoliere che perse l'amore della sua vita a causa della gelosia, una ragazza che fece fare coming out ad un'amica per poi innamorarsi di lei ed infine un ragazzo che conquistò, dopo molti anni, una ragazza di cui era innamorato dai tempi delle superiori e ora si considerava il ragazzo più felice del mondo.
Anche se mi ero spostato i poliziotti tornarono: “Giovanotto non puoi stare qui, stai facendo qualcosa di illegale, chi ci dice che non userai male le informazioni che stai raccogliendo? O te ne vai o ti portiamo via.”
Allora capii che la polizia sa poco o nulla dell'amore.
Il monumento alla Rivoluzione
Abbattuto per l'episodio con i poliziotti, raccolsi le mie cose. Entrai in un ristorante a pranzare però i bocconi erano insipidi. Come mai un tizio che ascolta storie d'amore da così tanto fastidio agli sbirri?
Decisi di non arrendermi, pagai il conto e mi recai in uno dei miei posti preferiti: il monumento alla Rivoluzione.
Là dove la gente fa il bagno nella fontana senza pudore, dove gli amici ridono, dove i bambini corrono mezzi nudi tremanti di freddo, là sicuramente ci sarebbero state storie d'amore.
Non mi sbagliai.
Ascoltai racconti fino a notte, confessione dopo confessione, mi riempii di vicende che non avrei mai immaginato. La fontana si riempì di colori ed anche il mio spirito.
C'era una fila di gente in attesa. L'ultimo uomo della serata fu forse il più speciale:
“Vedo mio figlio ogni quindici giorni. Quello è il giorno perfetto e ne sono felice. Però gli altri giorni non hanno importanza, li posso appena sopportare. Grazie per avermi ascoltato. Nessuno fa niente per gli altri meno che meno ascoltarli”.
Pianse. Mi aiutò a recuperare le mie cose e io lo ringraziai per la fiducia e la complicità.
Poi prendemmo congedo e ognuno si allontanò per il proprio cammino.