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Il ragazzo con la bicicletta

Creato il 07 luglio 2015 da Alessandro Moccia @cinemainpixel

48516RAI 5 (canale 23) ore 21:15

Se non vi siete mai affacciati al cinema dei Dardenne, questo film forse è quello più adatto, non tanto perché sia il più rappresentativo, né il più bello, quanto per il suo essere meno rancoroso e più riconciliante rispetto ai film precedenti. Ciò che disarma del loro lavoro è la leggerezza e la semplicità con le quali inscenano la vita vera, quella della gente comune, spesso ambientata in periferie fredde e claustrofobiche.

Ne Il ragazzo con la bicicletta continuano a usare una mano leggera, la macchina da presa come sempre segue pedissequamente il protagonista, ma lo sguardo è sempre un passo indietro, evitando di essere inquisitori né semplici spettatori. Stavolta gli ambienti sono luminosi, i colori più caldi e danno quel tocco favolistico a una storia già di per sé vagamente fiabesca: il percorso di crescita di Cyril, abbandonato dal padre e ospitato da Samantha, una donna che prende a cuore quel “gamin” (bambino in francese) dal carattere a tratti irruento, ma in cerca semplicemente dell’amore che gli è stato negato.

I due registi non cercano a tutti i costi la spiegazione e alcune scelte narrative, come la rottura tra Samantha e il compagno, non vengono giustificate proprio perché ci portano nella condizione di guardare con gli occhi del piccolo Cyril che vive con la coppia solo nei weekend e, riguardo al caso citato, si sente responsabile della loro separazione, anche se probabilmente ha delle radici che prescindono dalla sua presenza (ma non ci è dato saperlo). Non si cercano le cause delle prove che il ragazzo affronterà durante il cammino, ma solo le conseguenze, spesso deleterie per la sua crescita, ma che arriveranno a un punto di conciliazione nel momento in cui esce dalla gabbia emotiva in cui era intrappolato. Quando cioè finalmente sceglie e non subisce.

Leggendo trame o recensioni sembra di trovarci di fronte un film laborioso, pomposo o impegnativo, ma in realtà sembra scritto dallo stesso ragazzo protagonista, non nel senso di “infantile”, ma di “spontaneo” e “innocente”. Un enorme punto di forza di tutte le loro pellicole, un pregio per nulla consueto nel cinema autoriale europeo, che spesso appesantisce inutilmente la forma per parlare di contenuti che andrebbero trattati con essenzialità.


Archiviato in:Il cinema dal divano Tagged: Cécile De France, Il ragazzo con la bicicletta, Jérémie Rénier, Jean-Pierre Dardenne, Luc Dardenne, Thomas Doret

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