Salvata la reputazione dell’amico Gabriele, concentriamoci sul suo ultimo film. La storia si concentra attorno al piccolo Michele, studente di terza media a Trieste, che vive una classica vita da ragazzino sfigato, bullizzato da un ragazzino viziato e da un fascio con disturbi d’attenzione. Michele, oltre a essere sfigato e figlio della capa della Polizia, è anche innamorato di una ragazzina con la faccia un po’ strana. Dopo una festa di Halloween, però, Michele scopre di avere un potere: diventare invisibile, cosa gli consente di avere un po’ di vendetta e di fare una figura di merda immane quando riacquista visibilità, visto che deve andare in giro nudo. Nel frattempo alcuni ragazzini scompaiono da casa, tra cui anche quella di cui è innamorato il protagonista. Michele viene infine avvicinato da uno strano barbone cieco, che gli dice di essere il padre naturale e gli racconta le sue origini. Dopo lo scoppio di Chernobyl alcune persone iniziarono ad acquisire dei poteri, come lui che legge nel pensiero e sua madre che sa diventare invisibile, e i russi decisero bene di rinchiuderli tutti per fargli degli esperimenti. Tutti i dotati di poteri erano sterili, tranne due che – guarda il caso – si piacciono e figliano lui.
Qualcosa di buono, comunque, il film ce l’ha. Ho apprezzato tantissimo il citazionismo spinto di Salvatores, che durante il film dissemina citazioni di altri film (solitamente americani), soprattutto durante la festa di Halloween, ma anche in altre occasioni…come quando usa come richiamo per Michele la luce di un faro con uno smile disegnato sopra, strizzando un po’ l’occhio a Batman…nel cinema qualcuno si è un po’ innervosito quando ho urlato alla ragazzina sullo schermo di disegnare un pipistrello sul faro.
Il film sarebbe un buon punto di partenza per tentare di far cambiare le cose nel cinema italiano, ma tanto sappiamo che non succederà. Nel complesso la pellicola rimane mediocre, ma piuttosto godibile. Senza alcuno slancio di creatività e quasi totalmente priva di colpi di scena forti – vabbè diciamo che ce n’è uno solo e facciamo prima -, ma l’idea di concludere con una scena extra (ricalcando alla perfezione i cinecomics marvel) ha un suo perché e prospetta l’arrivo di un seguito che forse non esisterà mai…ma che se dovesse un giorno esistere, entrerebbe nel guiness dei prati come primo sequel della storia del cinema italiano.