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Il ragazzo invisibile, di Gabriele Salvatores (ovvero: un’educazione da supereroe?)

Creato il 24 ottobre 2014 da Joeundfreida @JoeUndFreida

Quando ho visto il primissimo teaser trailer de Il ragazzo invisibile, cioè quello che avete visto sopra (e non quello completo, uscito da poco, e che vi linko più sotto), il mio primo pensiero è andato a Kick Ass e all’entusiasmo che mi era preso ai tempi. In un primo momento non ho nemmeno realizzato che si trattasse di una produzione italiana, data la qualità del trailer ed il suo essere perfettamente in linea con gli stilemi che caratterizzano i superhero movie.

Una delle locandine di Kick-Ass, il film del 2010 che riadatta l'omonimo fumetto di Mark Millar & John Romita Jr.

Una delle locandine di Kick-Ass, il film del 2010 che riadatta l’omonimo fumetto di Mark Millar & John Romita Jr.

Lo so, sono una provincialotta che non ama granchè il nostro Bel Paese e nutre parecchia sfiducia nelle nostre possibilità in ambito narrativo; quello che non capisco e non apprezzo, per intenderci, è perché gli italiani cerchino sempre di filosofeggiare – come se una trama non potesse essere valida a meno che di non avere un forte apparato allegorico sottostante. Insomma, non si può parlare di elfi discriminati senza che in una intervista poi l’autore si senta in dovere di dire (o venga indotto a dire) che i suoi elfi sono a tutti gli effetti una rappresentazione delle minoranze vittime di razzismo.

È chiaro che in tutti i buoni libri o prodotti narrativi si possono ritrovare dei paralleli con il nostro mondo, ma questo accade perché un autore non è scindibile dal contesto in cui scrive e lo stesso vale per il lettore. Se però si parte con l’idea di dare un messaggio morale attraverso la propria opera, ecco, lì è proprio l’attimo in cui scappa la ciofeca. E sarà perché sono più sensibile quando leggo qualcosa di italiano, sarà perché certe cosacce non arrivano oltreoceano, sta di fatto che ciofeche italiane dovute a questa interpretazione di base ne ho trovate davvero tante – se non altro nell’ambito nella narrativa che preferisco.

Perciò ho un po’ arricciato i mignolini, quando ho letto la citazione di Salvatores (qui) in cui si mette in relazione il potere del protagonista (esatto, essere invisibili) alla volontà di scomparire che prende un po’ tutti gli adolescenti. Che poi, a parer mio, se la piantassimo di parlare di “adolescenti” e cominciassimo ad occuparci di persone, ne guadagneremmo soltanto.

Tuttavia, nella sua intervista per Coming Soon, Salvatores ha anche affermato di apprezzare quei film in cui la storia la fa da padrone, in cui cioè l’intreccio e la trama sono tali da far appassionare lo spettatore – e allora non ho potuto fare a meno di perdonarlo e abbandonarmi all’ottimismo. Meno seghe mentali, più trama, meno pippe filosofiche e più eventi, questo è da sempre il mio slogan e sembra che il caro Gabriele sia dello stesso parere.

La locandina di Educazione Siberiana, l'altro film di Salvatores che ho molto apprezzato

La locandina di Educazione Siberiana, l’altro film di Salvatores che ho molto apprezzato

Nel trailer vediamo rispettata la genesi canonica di un supereroe che non sfigurerebbe nei fumetti Marvel, quasi un Peter Parker vessato dai compagni di scuola e che poi trova fortunosamente il modo di rivalersi. Poi abbiamo un eco di Superman (certo che lo so che è della DC), con la madre che ha ceduto al figlio i suoi poteri e si è sacrificata per lui (e potrebbe benissimo essere un’aliena). Infine, con la scoperta degli altri super-ragazzini, il tutto prende una sfumatura alla X-men. Insomma, uno di quei mischioni con sottotoni trash che potrebbero funzionare molto bene e che tanto piacciono alla vostra  Madame. E farei notare come ad un certo punto le armi diventino vere e vengano puntate alla testa dei mocciosini, anche se sono così giovani.

Che sia la volta buona per un bel film di supereroi che intrattiene ed entusiasma nel migliore stile Marvel (sì, sono di parte)? D’altra parte, Salvatores è quello che ha fondato il Teatro dell’Elfo, di cui abbiamo parlato tanto bene, e il regista anche di Educazione Siberiana, entrato nella lista dei  miei film preferiti.

Gabriele, non mi deludere.

Madame Freida


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