Lessi I sogni di mio padre l'indomani dell'elezione di Barack Obama così come ho letto recentemente L'audacia della speranza, a non molte settimane dalle presidenziali Usa. Una scelta voluta, per comprendere meglio il prima e il dopo di un presidente a suo modo rivoluzionario. Certo, Obama non ha potuto fare granché di quello che si era prefissato. Supporre che l'intero programma di governo, ambizioso com'era, potesse essere attuato alla lettera è almeno pretestuoso (ciò sarebbe stato impossibile ovunque). Chi lo attacca su questo fronte, dice perciò del vero e al tempo stesso esagera. Su T-Mag abbiamo pubblicato un paio di riflessioni sulla campagna elettorale a pochi giorni dalle convention repubblicana e democratica ( qui e qui). Probabilmente Obama non riuscirà a superare la crisi da solo, neppure in caso di un secondo mandato. Ma ha posto le basi per un'America diversa, e che in parte già lo è con buona pace dei conservatori più ortodossi. Aveva le idee chiare, quel senatore dell'Illinois.
Ritengo che il taglio alle tasse a favore dei ricchi sia dal punto di vista fiscale un atto irresponsabile e moralmente inquietante. Ho criticato l'amministrazione per la mancanza di un piano sanitario significativo, di una seria politica energetica e di una strategia per rendere l'America più competitiva [...].
A volte abbiamo bisogno di trasformazioni culturali sia di azioni del governo - un cambiamento nei valori e un cambiamento nella politica - per promuovere il tipo di società che vogliamo. Lo stato delle scuole nei nostri quartieri malfamati ne è un esempio. Tutti i soldi del mondo non migliorerebbero i risultati degli studenti se i genitori non si sforzassero di inculcare nei loro figli i valori del duro lavoro e della gratificazione a lungo termine. Ma quando, in quanto società, pretendiamo che i bambini poveri realizzino il loro potenziale in scuole fatiscenti, malsicure, con attrezzature vecchie e insegnanti che non sono preparati nelle materie che insegnano, allora stiamo perpetrando un inganno verso questi bambini e verso noi stessi. Stiamo tradendo i nostri valori.