Magazine Cultura

Il ragioniere di Melissano

Creato il 25 ottobre 2012 da Cultura Salentina
gulliver

Raffigurazione di Gulliver in una edizione ottocentesca

Nella mia amata Terra d’Otranto, a Melissano, paese di pranoterapeuti, frati e guaritori, 7124 abitanti, a 59 metri di altura su di un dosso presso il margine occidentale delle Murge salentine, conobbi il ragioniere Giulio C., che aveva scritto un romanzo satirico dal titolo strano, Kapilladria, che trattava  del sesto viaggio di Gulliver  nel paese appunto di Melissano, noto per aver dato i natali al professor Luigi  Corvaglia  (1890-1966), scrittore  e  critico  filosofico che ebbe gran merito, tra gli altri, di rielaborare e documentare per primo le teorie del grande taurisanese Giulio Cesare Vianini, filosofo di massima grandezza del XVII secolo,  arso vivo, al pari di Giordano Bruno, per volere della Santa Inquisizione. Melissano, paese in cui fa capo la “dinastia” dei  Costa, ceppo ligure, più avari degli scozzesi, imprenditori e politici,  che secoli addietro scesero al Sud  per farne pane e marmellata, grappa e radicchio, parole e miele. Degno di essere ricordato è anche un religioso, don  Quintino Sicuro (1920-1968), ex finanziere,  ex partigiano, infine sacerdote ed eremita  barbone che chiedeva l’elemosina a Largo Pannonia davanti alle mure aureliane di Porta Metronia, a Roma, e che morì, dopo una vita intensa di digiuni, penitenze e di preghiera, in odore di santità, in un paesino dell’Emilia Romagna, dove sono tuttora conservate le sue spoglie mortali e sorge un santuario  presso cui i fedeli invocano i miracoli per intercessione del buon Quintino … Melissano, come vedete, è un paese strano, un paese dolce, un paese da … dottor Gulliver.

- “Come le è venuto in mente questo sesto viaggio, ragioniere? Un Gulliver che sopravvive fino ai tempi nostri,  un naufrago conservato nelle fredde acque dell’Oceano, che s’inabissa fino a tredicimila metri di profondità e lì rimane per due secoli abbondanti, per poi risalire e scoprire  un paese come Melissano, che è piuttosto lontano dal mare, ed è abitato, si può dire, da sole donne … Ragioniere, lei sorride con occhi da furbetto? Non me la racconta giusta … Perché un paese dovrebbe essere abitato da sole donne, peraltro tutte bellissime (le brutte non hanno mai patria) che si autofecondano.  E Lei, ragioniere, nuovo Gulliver, che ci faceva con tutte queste bellissime atlantidi? Voleva fecondarle tutte, come il finto muto delle novelle di Boccaccio?”

Mi sorride ammiccando, e mi mostra, sul risvolto della giacca, lo stemma di Melissano che raffigura un’ape circondata da tre carrube.

- “Il carrubo” – mi dice – “è la pianta tipica della campagna circostante; entrambi i simboli, carrubo e ape, sono strettamente collegati tra loro e stanno a testimoniare la lavorazione e produzione del miele, attività  caratteristica di Melissano. La stessa denominazione del paese fa riferimento proprio all’abbondante presenza  della melissa, produzione del finissimo miele.

- “Ragioniere,  mi dica,  in sincerità, come sono le melissanesi?”

Allarga le braccia, ammicca e  sorride ancora una volta, ma io lo so  che sono bellissime, di pelle ambrata, olivastra, snelle e ripiene di … miele, ma bisogna prima vincere la scorza, che è ardua, spinosa assai.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :

Magazine