T’aspetto, dolce aurora, alla finestra,
scruto tra i rami un segno, quel bagliore
che mi ridesti dalla notte mesta,
che fughi la tristezza dal mio cuore.
Finora m’ha tenuto compagnia
un ragno ballerino che tesseva
lesto leggiera tela e levitava
e al suono dei miei ansiti danzava.
Un soffio un po’ più forte, un movimento
e lui si ferma immobile a scrutare.
Sembra si chieda che cos’abbia in testa,
dove lo porti questo lento andare.
Che vuoi pensare ragno ballerino
con quel cervello tanto limitato?
Lo stesso errore l’ho già fatto io,
Sommerso come te nel gran Creato.
Torna a danzare sulla lieve tela
ch’è trappola di mosche e di zanzare
ma che l’incanto della notte mesta
ha trasformato in pista per ballare!