Qualche tempo fa nel centro dove abito successe un fatto curioso e a mio avviso molto simpatico, uno di quegli episodi tipici da film di Fellini. In paese da qualche tempo avevano eretto il “monumento” alla rana, divenuta un po' un simbolo in quanto ogni anno si tiene in città una sagra in suo onore, famosa in tutta la Romagna. La rana di notevoli dimensioni era stata prima posta in mezzo al parco pubblico comunale, poi, siccome i bambini l'avevano scambiata per un cavallo a dondolo, è stata spostata al centro di una rotonda situata all'ingresso del paese.
L'anno scorso, il fatto. Durante la notte un buontempone posò davanti alla rana un altrettanto “bella e importante” scultura raffigurante una zanzara. In paese si formarono subito due correnti: chi riteneva che fosse stato un gentile pensiero, “la rana doveva pur nutrirsi”, e chi invece non la prese di buon grado, come il sindaco, e la fece rimuovere. Per nulla scoraggiato l'anonimo artista, dopo poco, ne pose un'altra nella stessa posizione, giusto davanti la bocca della rana, ma stavolta di dimensioni molto più grandi. La rana avrebbe avuto così di che cibarsi per un bel po'. Il caso oramai aveva assunto una risonanza tale che l'allora primo cittadino, stanco degli sghignazzamenti che accompagnavano il suo passaggio e delle chiacchiere da bar, si vide costretto a prendere un provvedimento sottolineando : “Fa piacere che ci sia ancora chi ha uno spirito umoristico, in un momento così difficile, ma ciò non toglie nulla a quanto già affermato con la posa della precedente "zanzara": per quanto ben fatta – e qui ringrazio l'anonimo artista – ci sono regole che vanno semplicemente rispettate. Questo semplice condizione mi ha obbligato a fare una denuncia verso ignoti, a difesa del patrimonio pubblico a cui è iscritto anche il monumento al ranocchio. Non c'è nessun pregiudizio, nessuna paura, come qualcuno ha insinuato in qualche blog, ma solo rispetto delle regole, dove non può accadere che un cittadino si senta legittimato a posizionare in un monumento o in qualsiasi luogo pubblico quello che più gli pare.”
E così anche la seconda zanzara venne rimossa, tutto sembrava di nuovo essere stato messo a tacere , come sempre accade dopo le accalorate discussioni dei residenti al bar, o in piazza, o sul posto, davanti alla povera rana rimasta a digiuno, su ranocchio e zanzara calò il velo dell'oblio. Senonchè il sindaco in un tardivo impeto di umorismo, decise un bel giorno di porre entrambe le zanzare, ristrutturate, dipinte e lucidate, in un'aiuola di nuova costruzione di fronte allo stadio comunale: una, la piccola, posata sul ramo di un albero, e la grande in bella mostra al centro di un tappeto di bianchi ciottoli. Si era scusato in anticipo ”siamo in ritardo nel posizionare la prima zanzara in quanto non sono ancora risolti problemi di sicurezza. Ma questo lo si farà – come già detto – tutelando l'incolumità dei bambini e dei loro giochi, a fronte di materiali ferrosi che possono creare problemi. Ed anche questa sarà un occasione per superare polemiche noiose e dare smalto e “onore” all'anonimo artista locale, permettendo così a tutti i cittadini ed ospiti di ammirarle.”
Prima lo aveva denunciato e poi si era incredibilmente ravveduto, scoprendo nel buontempone un “artista” di futura fama. Tutto risolto dunque con buona pace delle chiacchiere di paese, anche se un senso può avere una zanzara di fronte a una rana e un altro non ne ha assolutamente una zanzara, da sola, al centro di un crocevia. Non è raro infatti che chi la vede per la prima volta, spontaneamente, chieda “ma chi ha speso dei soldi pubblici per erigere un monumento alla zanzara?” Insomma per farla breve non c'è pace per questi animaletti, insetti o anfibi, così poco simpatici e per nulla amati. Tutta la storia non finisce in un apologo, come una favola di Esopo, qui siamo in un piccolo centro della bassa Romagna dove il tempo scorre lento e le “cose” paesane acquistano importanza, animano e dividono l'opinione pubblica, si discute, si formano schieramenti, si prendono posizioni che non mutano come nei film di Peppone e Don Camillo, dunque credo di non sbagliare dicendo di tale episodio se ne parlerà ancora.
Già perchè da noi ci sono gli “incontentabili” quelli che trovano sempre da ridire su ogni iniziativa. Pensate che tempo addietro quando fu eretto il monumento alla mondina e allo scariolante con il quale si volevano ricordare i primi moti bracciantili e le rivendicazioni che sfociarono nell’eccidio avvenuto in paese nel 1890, una voce in mezzo alla folla, il giorno dell'inaugurazione alla vista della scultura, trattenendo una risata, ebbe a dire “Sembran due che aspettano la corriera.....”
La rana e la zanzara
La zanzara
La mondina e lo scariolante