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Il Rapporto Cometa sugli UFO del 1999

Creato il 08 febbraio 2014 da Dariosumer
Il Rapporto Cometa sugli UFO del 1999
Nel mese estivo di luglio del 1999, mentre tutti erano intenti a prendere il sole e abbronzarsi sulle spiaggie e i giornali erano carenti di notizie, in Francia la popolare rivista “VSD” uscì con un fascicolo di circa 90 pagine, diverso dagli altri. Era un documento eccezionale, sensazionale, unico nel suo genere. Un rapporto sugli O.V.N.I. (Oggetti Volanti non Identificati) firmato dall’IHEDN (Istituto degli Alti Studi per la Difesa Nazionale), dove facevano parte i più alti funzionari alla Difesa, Accademici, Industriali francesi. Un vero “Santo Graal” sulla tematica ufologica, dove la conclusione del rapporto era che gli O.V.N.I. erano di origine extraterrestre. Il rapporto è intitolato “Gli OVNI e la Difesa: a cosa dobbiamo essere preparati?” e quando uscì creò sconcerto nell’ambiente ufologico, e non solo. Le firme erano davvero prestigiose e non si poteva ignorare il contenuto. La prefazione era addirittura del Generale Bernard Norlain, Direttore dell’IHEDN. Ma non solo, c’era anche il Generale delle Forze Aeree Francesi Denis Letty che nel 2004 fece una sconvolgente intervista al quotidiano “France Soir”. Ecco di seguito una sintesi, riportata anche da alcuni quotidiani nostrani: “«Io dico sì, gli O.V.N.I. esistono, le testimonianze sono numerose ed affidabili nella loro grande maggioranza. A titolo d’esempio, dal 1900 più di 1.300 casi aeronautici osservati da piloti civili e militari sono stati censiti e in un gran numero di casi l’osservazione visuale è confermata da altri elementi, quali la ricezione radar simultanea (20% dei casi), la testimonianza di un controllore di volo o di un altro equipaggio». Al presente una minaccia O.V.N.I. non si è fatta sentire in Francia, ma almeno in due casi sembra di aver visto manovre intimidatorie. La vera "minaccia" - sottolinea il generale francese coautore del «Rapporto Cometa» - è che in realtà non si fa nulla, o troppo poco, per studiare questi fenomeni, a rischio di essere sorpresi». I militari francesi, del resto, sembrano aver preso molto seriamente in conto la questione degli O.V.N.I. «Considerato che degli oggetti volanti non identificati attraversano il cielo - dice Letty - i responsabili della sorveglianza, della difesa aerea e della sicurezza si sentono coinvolti. In effetti questi fenomeni influiscono sull’ambiente aeronautico e io non cito che le manovre di avvistamento, il rischio di collisione e la perdita di attenzione. La Difesa aerea e la Direzione generale dell’Aviazione civile prendono questi avvenimenti molto seriamente ed è per questo che essi collaborano con Sepra del Cnes. Esiste - aggiunge il Generale Letty - una procedura di trasmissione e di indagine dei racconti resi sulle osservazioni ed è regolarmente applicata; allo stesso modo sono indagati i processi verbali stesi dalla Gendarmeria Nazionale (più di tremila) . È nel febbraio del 1974 - scrive in proposito il Generale Letty - che furono date le prime istruzioni che assegnavano alla Gendarmerie Nazionali il compito di raccogliere e di raggruppare le testimonianze spontanee sugli O.V.N.I.» e da quella data sono stati compilati oltre 3mila verbali. I vari fenomeni sono stati distinti in categorie e quella denominata Pan D rappresenta quelli non identificabili, nonostante l’abbondanza e la qualità dei dati. I Pan D rappresentano all’incirca il 4-5 per cento dei casi e sono inquadrati per le loro caratteristiche fisiche: velocità, accelerazione, silenziosità, forma, effetti sull’ambiente. Il primo caso di Pan D è datato 1951 e ha interessato l’equipaggio di un aereo militare Vampire. «In conclusione - sostiene il generale Letty - noi possiamo stabilire chiaramente che, dal 1942 al 1995, almeno 500 osservazioni ben documentate e osservate di Pan D aeronautici, dei quali il 20 per cento con avvistamento visuale e radar, sono stati riscontrati nel mondo. Essi ci danno la prova di una realtà fisica di fenomeni a evoluzione paradossale». Letty elenca in dettaglio le caratteristiche degli oggetti e conclude: «Le testimonianze dei piloti lasciano in effetti supporre che tutti gli oggetti sono "sia pilotati, sia telecomandati". Tutti i piloti hanno detto nei loro rapporti che è "l’oggetto" che sembra muoversi verso di loro e non il contrario». «Da questo insieme di fatti - dice infine Letty - si trae una conclusione forte: certi Pan D parrebbero essere delle macchine volanti totalmente sconosciute, dalle “performances” eccezionali, guidate da intelligenze naturali o artificiali». Dichiarazioni davvero sconvolgenti ma che, stranamente, i nostri militari, i nostri politici e anche gli ufologi hanno “snobbato”. Eppure il “Rapporto Cometa” non viene dall’America, ma dai nostri cugini d’oltralpe ma, nonostante ciò nessuna interrogazione parlamentare sulla questione, nessun “allineamento militare” ufficiale, nessuna traduzione integrale in lingua italiana, nessun dossier monografico sulle riviste di settore ufologico. Perché questa “censura” nostrana? Come mai questa letargia in campo ufologico, mentre negli altri paese occidentali e non solo, migliaia di documenti declassificati in tema O.V.N.I. sono stati resi pubblici, mentre in Italia la nostra Aeronautica ha catalogato solo 3 O.V.N.I. nel 2007? Una discrepanza sospetta e assurda. E come mai nessuno ha mai chiesto alla Marina, all’Esercito, ai Carabinieri questi documenti? Manca la legge della libertà di Informazione in Italia? Creiamola, magari appellandoci ai nostri politici. Per libertà di trasparenza e studio deve essere creata. Non possiamo essere indietro anche in questo campo. Ma torniamo al “Cometa”, quale è la sintesi del documento e come è strutturato?
Il soggetto O.V.N.I. è, da decenni, il Dossier più tabù che sia mai esistito. Nessun intellettuale, nessuno saggio, nessuno filosofo, nessun giornalista scientifico e nessuno scienziato di alto livello, eccetto le rare eccezioni, ha osato intaccarlo, per timore di essere screditati, mostrando quindi una mancanza totale di coraggio intellettuale. Nel 1977 , l’ I.H.E.D.N. ( Istituto degli Alti Studi della Difesa Nazionale) pubblicava un primo rapporto che portò alla creazione del GEPAN e sosteneva deliberatamente il contrario di tutte le idee dell'epoca, osando pretendere che questo argomento sembrava presentare degli aspetti interessanti, ivi compreso un piano di ricadute scientifiche e tecniche. Un quarto di secolo più tardi altri militari, assecondati dai collaboratori ed ingegneri di alto livello entrano a far parte del COMETA, fornendo ulteriori elementi.
L' I.H.E.D.N. (Istituto Alti Studi della Difesa Nazionale ) è un luogo di riflessione geo-politica e geo-strategica in cui gli ascoltatori, partecipanti alle sessioni, sono nominati dal Primo Ministro ed i cui edifici si trovano in quelli dell'Accademia militare, a Parigi. Nella sua prefazione il Generale Norlain indica che ha confidato al Generale Letty la cura di preparare questo documento che è stato rimesso sul tavolo del Presidente e del suo Primo Ministro. Durante tutto il rapporto, "per comodità di linguaggio", viene adoperato per tutto e tutti il termine O.V.N.I.. Il rapporto COMETA non opta per il termine P.A.N. (Fenomeno aerospaziale non identificato) ma l'ottica del rapporto è chiara: trattasi di “oggetti volanti” e non di" fenomeni." Notiamo che in linea di massima nessuna delle persone di quelle citate, perché sembra che in effetti questo rapporto sia stato redatto attraverso la collaborazione di circa una ventina di persone, occuperebbe attualmente posti di responsabilità. Facendo seguito alla prefazione del Generale Norlain, il Generale Denis Letty, (Armée de l’Air in pensione) fu presentato come Presidente dell'associazione COMETA , è il maestro dell’opera ed il responsabile dunque di quanto scritto e descritto. Tra i membri dell’Associazione COMETA, si possono citare: Pierre Bescond, ingegnere dell'armamento; Denis Blancher , Commissario Principale della Polizia Nazionale al Ministero dell'interno; Bruno Le Moin , generale dell'aeronautica militare; François Lépine , della Fondazione degli Studi per la Difesa; Christian Marchal , direttore di ricerca all'ONERA (Ufficio Nazionale della Ricerca Aeronautica); Marc Merlo , Ammiraglio; Alain Orzag , dottore in scienze fisiche, ingegnere generale dell'armamento. Il documento poi presenta un'esposizione delle varie testimonianze.
1977 - Un pilota di un Mirage IV, René Giraud, descrisse un incontro ravvicinato. Racconto allucinante, di un apparecchio supersonico francese preso in caccia da un O.V.N.I. che viene a posizionarsi in coda, causando al pilota ed al navigatore, secondo la testimonianza "la fifa più grande della loro vita". L'evoluzione dell'O.V.N.I. è descritta categoricamente come supersonica. Tuttavia nessuno bang sarà sentito per i testimoni localizzati al suolo.
1976 - Un pilota di caccia, il Col. Claude Bosc, manifesta anch’egli un incontro ravvicinato e con le stesse modalità.
1994 - Più recente è la testimonianza impressionante di un Comandante di Bordo dell’AIR FRANCE, Jean-Charles Duboc e del suo equipaggio. Testimonianze visuali confermate più lontano da una traccia dei radar militari al suolo.
Il Rapporto COMETA presenta anche dei classici stranieri
1956 - Lakenheath (GB). Osservazioni visuali e di tracce radar. Il telex mandato dalla base di Lakenheath dice in sostanza": il fatto che le accelerazioni veloci e degli arresti bruschi siano stati seguiti dai radar e visti anche da terra, da al rapporto una credibilità certa. Non si creda che queste osservazioni possano avere una qualsiasi origine meteorologica o astronomica."
1957 - Messico - Caso del volo RB-47 (USA) Si tratta questa volta di un inseguimento, durato più di un'ora, di un quadrireattore B-47, specialmente attrezzato per la localizzazione del segnali radar emanati dai sottomarini sovietici nel golfo del Messico, da un O.V.N.I. che svettava intorno all'apparecchio. Questo è stato confermato anche dai radar al suolo. L'apparecchio americano fornisce dei dati interessanti concernenti lo sfavillio elettromagnetico emesso dall'O.V.N.I. : 3 gigahertz, pulsate a 500 hertz, una frequenza ottimale per ionizzare l'aria, a questa altitudine.
1976 – Teheran - Un misterioso oggetto si trova allora preso in caccia da dei jet militari Phantom 4, inviati dal Generale Youssefi. Una della piloti tenta di tirare verso lui un missile" Sidewinder", ma nello stesso momento i suoi comandi di tiro si trovano bloccati (ma non i suoi comandi di volo) . Là ancora, ci sono delle conclusioni: testimoni molteplici, a forte credibilità, osservazioni confermate al radar, effetti elettromagnetici registrati da tre equipaggi distinti, effetti fisiologici, grado straordinario di manovrabilità. Questo dossier del 1976 presenta anche dei casi analoghi (Russia, Argentina).
1986 - Volo JAL 1628 (Boeing 747 della Japan Air Lines) il cui l'equipaggio ha potuto osservare per circa un’ora, prima due O.V.N.I. della taglia di un DC8, e quindi un gigantesco disco " della taglia di due portaerei. ".
1990- tentativi di intercettazione di O.V.N.I. per gli F-16 delle Forze Aeree del Belgio
Il rapporto prosegue con le osservazioni precise fatte dal suolo:
1954 Tananarive - testimoni: membri del servizio tecnico dell' Air France.
1979 Francia - Osservazione da parte di un pilota di un disco vicino al suolo ;
1989 Russia - caso con molteplici testimoni in una base militare Russa.
Si passa cosi agli" Incontri Ravvicinati ":
1965 - Valensole - un contadino è paralizzato da degli esseri umanoidi usciti da un arnese ovoidale che decolla lasciando nelle lavande delle tracce biologiche di lunga durata, così come una strana impronta impressa al suolo.
1967 - Cussac - inchiesta GEPAN/SEPRA: si tratta questa volta di un incontro ravvicinato tra giovani contadini e degli umanoidi alti 1,20 m. I testimoni videro questi “personaggi" rientrare nel loro O.V.N.I. sferico dall’alto, facendo entrare prima la testa." Un magistrato effettuò una contro inchiesta, interrogò i testimoni e concluse con la credibilità del loro racconto.
1981 - Trans-en-Provence - Incredibile caso indagato dal GEPAN. Un contadino di origine italiana vede un disco di 3 metri di diametro posarsi, abbastanza brutalmente, sul suo campo. Poi riparte. Alcune analisi effettuate dal biologo Michel Bounias mettono in evidenza un importante trauma biologico, che ha convolto le erbe mediche, perfettamente in correlazione con la distanza dall'epicentro del fenomeno.
1982 - Nancy - il caso detto "dell'Amaranto." Uno strano faccia a faccia, nel suo giardino, tra un biologo ed un O.V.N.I. di 2 metri di diametro, che levitava senza rumore a due metri di lui. Vegetazione alterata.
Un capitolo è dedicato ai "mezzi complementari di ricerca."
Alcune convenzioni sono rievocate, curante dello studio degli impatti di fulmini, delle meteore, delle perturbazioni di linee EDF. Un gruppo di sociologi studia anche l'impatto del Rapporto O.V.N.I. sulle popolazioni, il comportamento dei gruppi ufologici, l'attività di sette orientate verso gli O.V.N.I.. La Società FLEXIMAGE si vede confidata l'analisi dei reperti fotografici.
Analisi dei prelevamenti.
Il GEPAN/SEPRA si appoggia su differenti laboratori civili e militari di cui quelli dell’ E.T.C.A. (Stabilimento Tecnico Centrale dell'Armamento), per analizzare i prelevamenti di suolo e di vegetazione raccolto durante le inchieste.
Sfruttamento delle fotografie
Dei trattamenti sulle immagini sono stati condotti tra il 1981 e il 1988 in seno all'ETCA ed essi hanno permesso di definire le tecniche e le procedure, riprese nella Nota 18 del GEPAN, per lo studio delle fotografie presunte di O.V.N.I.. Dei filtri della diffrazione sono stati installati nelle gendarmerie, per permettere la raccolta di notizie sullo spettro luminoso emesso. Infine, il costume dei mezzi di investigazione del GEPAN/SEPRA rievoca il sistema di sorveglianza del cielo, mettendo in opera dei radar particolarmente potenti ed adattati a questo tipo di" bersagli", che i radar civili classici non potrebbero prendere in carico. Il GEPAN/SEPRA (oggi GEIPAN) esiste dal 1977 e ciò che rappresenta 31 anni di attività. La lettura del rapporto COMETA sembra indicare che le attività di questo servizio del CNES si siano limitate esclusivamente alla colletta di informazioni ed alle inchieste sul campo, condotte in collaborazione con la gendarmeria ed i militari. La realtà è un po' differente, ma questo aspetto sarà evidente nella seconda parte del Rapporto. In questo, l'apporto di questa squadra CNES sembra limitarsi ad una semplice tipologia che era stata presentata in conferenza per il secondo responsabile del GEPAN, l'allievo del Politecnico Alain Esterle, successore del primo responsabile, Claude Poher, tutti e due ingegneri al CNES. Una breve osservazione. All'epoca della sua presa di funzione, l'Ing. Claude Poher del CNES, primo capo del GEPAN, aveva fatto studiare per le società Jobin e Yvon degli adattatori destinati ad essere installati sugli apparecchi fotografici che fanno parte della dotazione di ogni squadra della gendarmeria. Questi adattatori sono accessori poco ingombranti che sono facilmente installati sull'obiettivo dell'apparecchio, comportando ciò che si chiama una rete , che trasforma l’immagine di un O.V.N.I. in spettro , cioè una rete che funziona come un prisma che scompone la luce in fasci . L'analisi di questo documento fornirebbe allora numerosi dati concernenti la natura del mezzo emittente, la sua temperatura, la velocità di avvicinamento o di allontanamento dell'oggetto (per effetto Doppler) ed anche l'intensità del campo magnetico che produce. Da 31 anni, tutte le squadre di Gendarmerie (l’equivalente dei Carabinieri) sono attrezzate di questi tipi di adattatori, e numerosi Gendarmi sono stati testimoni diretti del fenomeno.
UFO: ipotesi, prove di modellazione.
L'aspetto più sconcertante di questi O.V.N.I. è, tra altro, l'apparenza di un spostamento supersonico, con assenza di Bang , di onda d'urto. Nel rapporto COMETA , si legge: “La propulsione MHD (Magneto IdroDinamica) potrebbe essere causa di questo silenzio: delle prime esperienze di attenuazione del rumore, attraverso la soppressione della scia e dell'onda d'urto, sebbene in condizioni molto particolari, sono molto incoraggianti.” Questo capitolo prosegue con l'evocazione di altre modi di propulsione, ricordando che la propulsione MHD non è operativa nel vuoto spaziale, interplanetario o intersiderale, il mezzo si appoggia necessariamente sul modo ambientale (aria o acqua). Il rendimento del propellente è legato direttamente alla velocità di eiezione; nei sistemi a propulsione convenzionale (razzi), questa velocità è limitata, dalla temperatura che regna nella camera di combustione, a 2000-2500 metri al secondo. Il rapporto menziona anche gli sforzi concernenti la propulsione MHD perseguiti nei differenti laboratori stranieri ( Es.: Rensselaer Polytechnic Institute di Troy, vicino New York ). Altri sistemi di propulsione sono evocati. Si tratta di propulsori addizionali, destinati ad equipaggiare le sonde spaziali. Se questi sono supposti poter sviluppare solamente delle spinte relativamente deboli, hanno l'enorme vantaggio, con un rendimento di un propellente molto importante, di una velocità di eiezione dell'ordine di 100 Km/s e più, e di poter mantenere questa spinta per mesi, e dunque di fornire, grazie ad un'accelerazione debole ma sostenuta, dei guadagni di velocità che i sistemi convenzionali non saprebbero assicurare, accorciando in questo modo notevolmente le durate di viaggio di sonde in direzione di pianeti lontani, come ad esempio il pianeta Giove. Con un sistema convenzionale, trattandosi di posizionare una sonda abbastanza pesante, per esempio come Galileo intorno a Giove, un sistema di propulsione per razzo si rivela alquanto inoperante. Il guadagno di velocità deve essere ricercato dunque nell' “effetto fionda”, un classico della tecnologia spaziale. Si manda allora la sonda" dietro" un pianeta che orbita intorno al Sole. Attirata dal pianeta, la sonda si trova quindi accelerata; nel caso della sonda Galileo, il guadagno di velocità fu ottenuto da due “effetti fionda” successivi, dovuti a due passaggi inizialmente vicino a Venere, poi dalla Terra stessa, che orbita intorno al Sole a 20 km/s. Se la sonda Galileo fosse stata equipaggiata di un propulsore addizionale ad alto rendimento, il suo tempo di posizionamento intorno a Giove sarebbe potuto essere ridotto notevolmente.
Il rapporto menziona anche l'interesse considerevole dell'importo di energia sotto forma di antimateria, sintetizzata innanzitutto perfettamente su Terra, poi immagazzinata a bordo della sonda in bottiglie magnetiche ( tecnica perfettamente messa a punto: si parla di tecnica di sconfinamento). Questo tipo di propulsione rappresenterebbe un salto qualitativo considerevole e difatti, nei razzi, più del 90 % della massa é concentrata nel "propellente” (combustibile solido o sistema criogenico). Il propulsore che utilizza come energia primaria dell'antimateria vedrebbe questa massa" eso-energetica" diminuire drasticamente (così, per posizionare un satellite come Galileo intorno a Giove, l'energia da mettere in opera corrisponderebbe ad una massa di antimateria inferiore ad un decigrammo). Questa non è quindi l'antimateria stessa che si trova allora espulsa. Il suo annichilimento con una massa equivalente di materia, tanto debole, è convertito in energia elettrica che è utilizzata allora per accelerare la propulsione stessa , per esempio attraverso atomi di silicio. Una sonda potrebbe così captare il suo proprio propellente durante il suo viaggio, per esempio attraversando la cintura di asteroidi, e" rifare il pieno", con dei semplici sassi. Nel rapporto COMETA viene precisato che la sonda Deep Space 1, che doveva sfiorare l'asteroide 1992 KD il 29 luglio 2006, sarebbe stata attrezzata di un propulsore a forte rendimento, senza che si sappiano grandi cose sulla sua sorgente di energia primaria. Questi sistemi di propulsione avanzata, anche se sono così seducenti, se mettono i più lontani pianeti del nostro sistema solare più alla nostra portata, riducendo i tempi di viaggio ad alcuni mesi, resterebbero inoperanti per crociere intersiderali, essendo le distanze interstellari 10.000 volte più importanti che le distanze che separano i pianeti dal nostro proprio sistema. Esistono delle ipotesi più avanzate (come quella di Jean-Pierre Petit) consideranti che, in un futuro più o meno lontano, delle "navi terrestri" possano servirsi di un "universo gemello del nostro", utilizzato come una " metropolitana-espresso" (dove la velocità della luce sarebbe molto più importante che nel nostro" versante spazio-tempo") e dove dei mezzi si potrebbero incrociare dopo avere operato in un" trasferimento iperspaziale" Ma, in questo stato anche se interessanti, questi lavori restano speculativi nello stato attuale della ricerca "osservativa". Il rapporto COMETA , in quanto fine a se stesso, si limita al modello che deriva dalle idee di O'Neill, riprese dagli astronomi Monnet e Ribes nel loro documento "La vita extraterrestre" (Larousse). Si tratta quindi di viaggi senza ritorno, effettuato con immense città spaziali (30 km di lunghezza per 6 Km di larghezza), protette da un ecosistema, e passanti da un sistema planetario ad un altro "in migliaia di generazioni" In tali insiemi, una lenta rotazione assicurerebbe senz’altro un peso artificiale. Tra i fenomeni associati agli O.V.N.I. , si trovano gli arresti dei motori di veicoli e, più generalmente, delle perturbazioni nei sistemi elettrici. A pag 37 del rapporto infatti si può leggere : "Si può pensare a dei raggi radioelettrici, come delle microonde, di cui sappiamo che possono provocare degli effetti di questo genere e che possono essere facilmente formate in fasci per agire a distanza. In queste condizioni, l'emissione di microonde tramite mezzi sconosciuti sarebbe di una tale natura da creare intorno al veicolo un campo elettrico abbastanza elevato affinché le tensioni di accensione, addizionandosi , provocano la ionizzazione intorno al circuito di alta tensione del motore (bobina, distributore, filo di candela) cortocircuitando così gli impulsi di accensione verso la massa del motore fermandolo. "
In Francia sono allo studio dei generatori iper frequenziali di grande potenza che potrebbero essere utilizzati a questo scopo. Il rapporto COMETA precisa che i dispositivi ad accensione elettronica e, più generalmente, tutti i dispositivi elettronici, sarebbero a priori molto sensibili a questo tipo di fattore: le precisioni tecniche fornite lasciano a pensare che i tests potrebbero essere stati fatti con successo. In effetti, un fascio di microonde che mirano ad un ogiva pilotata in fase di rientro, o un missile di crociera, potrebbe così mettere fuori servizio il suo sistema di pilotaggio o dell’innesco della sua carica, addirittura farla esplodere, se si tratta di un esplosivo chimico, prima che colpisca il suo bersaglio. Il rapporto menziona che le creazioni a distanza di paralisi di essere umani attraverso fasci di microonde sono state studiate, e tra l’altro, al “Weapon Laboratory” dell' Air Force di Kirkland. Qui si tocca il paradosso del rapporto COMETA - "Gli O.V.N.I. e la Difesa" dove si ha l'impressione molto netta che gli autori del rapporto dispongono di risultati di studi suscettibili di rendere prioritaria l'ipotesi veicolare, ma che non la possono divulgare, essendo questi studi troppo legati alla Difesa Nazionale. Il rapporto dice: “Se avessimo avuto una decina di OVNI D (fenomeni aerospaziali per la quale nessuna spiegazione" terrestre" è stata fornita) si potrebbe accontentarsi di classificare "senza seguito" questo dossier ambiguo, ma noi siamo più là, da molto, molto tempo.” Il ventaglio delle interpretazioni possibili è passato allora in rassegna. L'ipotesi dell'oggetto segreto e rivoluzionario si trova sorpassata , data l'anzianità delle testimonianze (da pensare a quelli che sono citati nel rapporto e che sono degli anni Cinquanta ). Si legge: ”l'aereo furtivo e la MHD conducono a dei progressi impressionanti.” Nel rapporto quindi viene dato un cenno alle “immagini olografiche” ed ai “fenomeni naturali sconosciuti”e poi viene evocata l’ipotesi di esseri extraterrestri. Il rapporto menziona l'esistenza della direttiva JANAP 146 (Joint Army, Navy, Air Force Publications) messa in atto dagli Stati Uniti dal 1953 che si applica tanto bene ai militari che a certi civili (comandanti di bordo dell'aviazione civile) , capitani di unità della marina mercantile e che intima a tutte queste persone di rendere conto, urgentemente, di ogni testimonianza legata al fenomeno O.V.N.I.; la divulgazione di tali notizie, essendo collegate a quella dei segreti militari , e quindi cadenti sotto l'influenza delle leggi che reprimono i casi di spionaggio. Pena: dieci anni di prigione e migliaia se non milioni di dollari di multa. Il seguito del rapporto rievoca gli sforzi intrapresi dalla moglie di un ex ambasciatore degli Stati Uniti in Francia, la Signora Galbraith, per "promuovere infine nel suo paese delle serie ricerche scientifiche su questo argomento". La tesi del " Generale Philip Corso" viene evidenziata e considerata molto seriamente. Dal 1953 al 1957 questi fu membro del National Security Council, e dunque in contatto permanente col Presidente Eisenhower ed autore del libro “The Day after Roswell”, con una prefazione molto lusinghiera del Dr. Strom Thurmond, allora Presidente della Commissione delle Forze Armate del Senato americano. Il Generale Philip Corso afferma che nel 1961-62, in quanto responsabile delle “tecnologie straniere” al servizio Ricerche e Sviluppo, sarebbe stato incaricato di fare approfittare discretamente l'industria americana degli oggetti di tecnologia molto avanzata trovati nel relitto recuperato a Roswell (laser, circuiti integrati, intensificatori di luce, ecc.). Egli dichiarò inoltre che avrebbe visto altresì anche il cadavere di uno degli occupanti del relitto," conservato in una bara di vetro". Nel Cap.9 , il rapporto COMETA fa il punto della situazione in Inghilterra, dove si assisterebbe ad un capovolgimento simile a ciò che sembra stagliarsi in Francia. Il Ministero della Difesa britannico si sarebbe così dotato molto presto di una struttura idonea per lo studio del Dossier O.V.N.I. (il cui unico scopo era di determinare se questi rapporti presentassero un interesse per la Difesa). I responsabili di questo servizio dichiararono allora: “ Se fossimo in possesso dei dati sufficienti, oggi saremmo in condizione di spiegare probabilmente tutti i casi “.Ma Nick Pope, responsabile dal 1991 al 1994, prende tutti in contropiede privilegiando fortemente l'ipotesi extraterrestre, come d’altronde il Rapporto COMETA. Il Rapporto COMETA non dà la parola al Dr. Jean-Jacques Vélasco, il responsabile d’allora del S.E.P.R.A. (Servizio di Esperti sui Fenomeni di Rientro Atmosferico) che al C.N.E.S. era preposto a studiare gli avvenimenti O.V.N.I.. Questa volta è lo stesso personaggio che cambia progressivamente la sua posizione iniziale. Esiste infatti, negli archivi di TF1 (RAI Francese), una sua intervista, condotta dai fratelli Bogdanoff, durante la quale dichiarava "che solo un'infima percentuale di casi restavano inspiegati" e pronosticava "che il progresso futuro delle conoscenze in materia di meteorologia avrebbe finito per permettere di ridurre i rari casi inspiegabili a dei fenomeni naturali". In almeno due articoli nella rivista VSD Luglio 1998 in "lettera aperta agli scettici" e nella rivista “Scienze e Frontiere” di Marzo 1998, egli riconosce "ora" l'ipotesi extraterrestre e che numerosi casi non possono essere spiegati diversamente.” Il rapporto COMETA fa eco alle dichiarazioni di Ralph Noyés, predecessore di Nick Pope alla Direzione del Servizio O.V.N.I. britannico, diventato Sottosegretario di Stato alla Difesa, il quale giudica necessario l'esistenza di un servizio, in seno alla Difesa inglese, incaricato degli studi segreti concernente il fenomeno O.V.N.I. In Francia, il SEPRA è supposto concentrare tutta questa ricerca: esisterebbe in seno alla Difesa francese un organismo incaricato anch’esso di studi segreti. Alla fine del capitolo nove si trova una breve rievocazione dello stato delle ricerche sull'argomento nei paesi dell'est; ma lo stato di scioglimento dell'ex-impero sovietico dà quindi l’impressione di una certa confusione. La terza parte del rapporto COMETA è intitolata "Gli O.V.N.I. e la Difesa" e questa è imperniata deliberatamente sull'ipotesi di incursioni di extraterrestri. Alcune domande sono da porsi:
Quali sarebbero le intenzioni di questi visitatori? Vogliono invadere la Terra? Preservarla da un'auto-distruzione nucleare? Conoscere e conservare il patrimonio che le nostre civiltà hanno creato durante i secoli?
Gli Stati della Terra si trovano classificati nelle seguenti differenti categorie:
A. Stati incoscienti dei fenomeni extraterrestri o che si stimano non concernenti.
B. Stati coscienti dei fenomeni extraterrestri ma privi di mezzi di investigazione.
C. Stati coscienti dei fenomeni extraterrestri e provvisti di mezzi di investigazione.
D. Stati entrati in contatto con una o parecchie civiltà extraterrestri e che hanno stabilito delle relazioni e/o iniziato una collaborazione politica, scientifica e tecnica.
Nella Categoria "D" potrebbero trovarsi gli Stati Uniti, sospettati, fin dall'ondata del fenomeno O.V.N.I. sul loro territorio alla fine degli anni Quaranta, di avere praticato con costanza un'efficace politica di disinformazione. Gli autori del Rapporto COMETA , considerando questa eventualità, si chiedevano perché un segreto di una tale importanza sarebbe stato preservato fino ai nostri giorni e la sua risposta è:
“Gli Stati Uniti vogliono conservare ad ogni prezzo una superiorità tecnologica militare sui paesi concorrenti e, forse, un contatto privilegiato”.
Questi infatti sospettano gli americani di detenere dei segreti tecnologici, generati dallo studio di relitti di O.V.N.I., o provenienti da "informazioni" direttamente comunicate dagli extraterrestri, che non desidererebbero dividere coi i loro partner della NATO. Sul piano nazionale, il rapporto COMETA raccomanda il rafforzamento della struttura che esiste attualmente in seno al CNES. Nel Cap. 13 vengono analizzate le implicazioni di un eventuale contatto con gli extraterrestri, sotto tutti gli aspetti possibili: storici, culturali, tecnico-scientifici, religiosi, politici. Si immagina allora quale strategia sarebbe adottata dai terrestri se la loro tecnologia permetterà, in un futuro prossimo o lontano, di entrare in contatto con altri etnie, secondo lo stato di sviluppo di queste ultime. Si trovano così giustificati il non-contatto, per evitare uno shock culturale dannoso, la disinformazione, mischiata all'ostentazione (sorvolo per macchine volanti) "per abituare progressivamente queste etnie alla presenza di visitatori." Alla pagina 70 del Rapporto si può leggere: “La pace è un fattore di ricchezza e di stabilità del potere.” Il Rapporto COMETA si conclude con le "conclusioni e raccomandazioni." Si rievoca delle ricerche, condotte sia al CNES che in altri paesi, in particolare negli Stati Uniti che dimostrano certamente la realtà fisica di oggetti volanti totalmente sconosciuti, dalle prestazioni di volo ed dalla notevole silenziosità, mossi apparentemente da intelligenze.
- oggetti segreti di origine terrestre (prototipi, aerei furtivi…) si possono spiegare solamente con una minorità dei casi.
- Una sola ipotesi rende sufficientemente conto dei fatti e non fa richiamo, per l'essenziale, che alla scienza di oggi: è quella di visitatori extraterrestri.
- L'ipotesi extraterrestre è da molto tempo la migliore ipotesi scientifica.
Il rapporto raccomanda dunque di dare una formazione a tutti i corpi dello stato ed a tutte le strutture concernenti, tanto civili che militari, suscettibili di essere interessati dal problema. Raccomanda anche un rafforzamento del SEPRA, così come lo creazione di un collegamento tra questo organismo ed i più alti livelli dello Stato. Il rapporto pubblicato da VSD è completato da un certo numero di allegati così come anche sono rievocate le procedure di localizzazione radar. L'astronomo Jean-Claude Ribes prende tutti in contropiede invertendo la posizione tenuta da decenni per la comunità degli astronomi e conclude, con prove alla mano: “la percentuale delle osservazioni effettuate dagli astronomi è la stessa che per la popolazione globale”.
Il caso Roswell è preso sul serio e citato come un esempio di un'azione di disinformazione condotta dagli Stati Uniti. Ma nel Rapporto Cometa, un passaggio abbastanza sorprendente, che si può leggere qui sotto è:
Cap. 7.3.2 del Rapporto COMETA : “Le ricadute dello studio sugli O.V.N.I.” “L'esercito americano ha concepito in effetti degli aeromobili che presentano le caratteristiche descritte da testimoni degni di fede. Le ricadute sono potenzialmente considerevoli : nei campi della propulsione, dei materiali e delle strutture, della furtività, degli armamenti.” Il Rapporto COMETA si conclude per una concisa cronologia delle apparizioni di O.V.N.I. sulla Terra . La resistenza e l'ostilità degli scienziati si trovano espresse, come quella dei politici, a delle rare eccezioni.
Una domanda chiave del rapporto è: “A quali situazioni dobbiamo essere preparati?” E le ipotesi esplicative sembrano assurde, ma reali.
A – Scoperta di una base extraterrestre sulla Terra
B – Una invasione (considerata improbabile)
C – Attacco massiccio o localizzato
D – Disinformazione o manipolazione deliberata atta a destabilizzare altri Stati
Il Rapporto Cometa dedica particolare attenzione alle "implicazioni aeronautiche", con dettagliate raccomandazioni volte a vario personale, come ad esempio personale dell’aria, controllori di volo, metereologi e ingegneri. Si rendono necessarie inoltre raccomandazioni a livello scientifico e tecnico, destinate a sviluppare la ricerca con potenziali benefici per la difesa e l'industria. La relazione esamina ulteriormente le implicazioni politiche e religiose sugli O.V.N.I., utilizzando come modello la prospettiva della nostra esplorazione dello spazio.
Nelle sue raccomandazioni finali, Il COMETA sottolinea ancora una volta la necessità di:
- Informare tutti i responsabili politici e le persone in posizione di responsabilità.
- Rafforzare gli strumenti di indagine e di studio al SEPRA.
Valutare se il rilevamento O.V.N.I. sia stato preso in considerazione da agenzie impegnate nella sorveglianza dello spazio.
- Creare un comitato strategico al più alto livello statale.
Intraprendere azioni diplomatiche con gli Stati Uniti per la cooperazione su questa questione molto importante.
- Studiare le misure che possono essere necessarie in caso di emergenza.
E il Rapporto COMETA si conclude in questo modo “La realtà fisica degli O.V.N.I., sotto il controllo di esseri intelligenti, è "quasi certa". Solo una ipotesi tiene conto dei dati disponibili: l'ipotesi di visitatori extraterrestri. Questa ipotesi è, naturalmente, non provata, ma ha conseguenze di vasta portata. Gli obiettivi di questi presunti visitatori rimangono sconosciuti, ma deve essere oggetto di speculazioni per gli scenari futuri.”
Articolo scritto da Antonio De Comite
Coordinatore CUT (Centro Ufologico Taranto)
Bibliografia:
www.cnes-geipan.fr
www.cufos.org
www.villacidro.info
Tratto da:
centroufologicotaranto.blogspot.com

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