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Il rapporto scrittore-fan

Creato il 17 luglio 2013 da Mcnab75

George RR Martin

Emblematico è il caso dei tanti fan di George R.R. Martin. Quasi tutti lo amano, ma al contempo lo odiano.
Io li capisco: Martin è tanto bravo a scrivere quanto si dimostra disonesto nel non finire una saga che ha già sforato di un paio di volumi il “chilometraggio” massimo consentito.
Nella fandom c’è chi inizia a temere una prematura dipartita di Martin, che in tal caso lascerebbe le Cronache in mano a qualche improbabile erede, oppure a un successore nominato ad minchiam dal suo editore. In effetti sarebbe un disastro, almeno potenzialmente.
Eppure quello del “grassone bastardo” (come lo chiamano i fan) è solo un esempio dei tanti. Il Web ha modificato radicalmente in rapporto tra scrittori e lettori. Non si può negarlo. Ne avevamo già parlato incidentalmente in questo vecchio post.
Vale la pena tornare on topic…

Il problema è riassumibile così: grazie alla Rete i lettori e i fan hanno un peso sempre più importante sulle strategie lavorative di uno scrittore.
No, tranquilli, non parlo di noi pesci piccoli, bensì di gente che macina migliaia di copie vendute ogni settimana. Autori che hanno forum e gruppi Facebook a loro dedicati. E da essi influenzati. Perché i fans hanno molti modi per manifestare il loro potere.

Possono insistere affinché una saga ritenuta quasi conclusa si procrastini all’infinito.
Possono protestare al fine di non far morire questo o quel personaggio (non che con Martin funzioni granché).
Possono lamentarsi dell’eccessiva brevità di alcuni romanzi, obbligando scrittore (ed editore) ad allungare inutilmente il brodo.
Possono lamentarsi per mesi, inducendo un autore a mollare una saga per tornare su un’altra.
Possono fingersi abili critici, ponendosi sullo stesso piano dello scrittore, arrivando al punto di credere di saperne più di lui, non solo a livello di tecnica, bensì anche sulla storia che il poveretto ha scritto*.

C’è qualcosa di utile in un rapporto di questo genere?
A livello ipotetico sì. Confrontarsi e discutere è spero bello e a volte arricchisce entrambe le parti.
Altre volte però l’unico risultato che si ottiene è quello di stressare lo scrittore e di dare una distorta sensazione di potere al fan. Il che dovrebbe anche dar fastidio ai lettori più equilibrati e normali**, perché a volte lo scrittore in questione viene indotto all’errore.

Sarò di parte, ma questo nuovo status quo non mi piace granché.
Credo che sempre più spesso venga meno il rispetto per chi c’è dall’altra parte del monitor. Perché non solo l’autore ha a malapena il diritto di essere pagato (però poco, eh, perché in fondo è una passione), ma ora deve pure fare da schiavetto per il fandom. Se tutto va come i fan vogliono allora sei bravo. Se ti prendi i tuoi tempi e i tuoi spazi allora sei stronzo.
Per fortuna parliamo di una fetta estremamente minoritaria di lettori, su questo voglio essere chiaro. Minoritaria ma molto chiassosa.

D’altro canto c’è anche da dire che questa strada sembra quella che va per la maggiore. Dubito che le cose torneranno mai al distacco di qualche anno fa. Quindi la scelta si riduce all’adattarsi oppure morire.
Con buona pace di tutto il resto.

Scarlett

*Che poi è una delle ragioni con cui si giustifica l’esistenza di quelle porcherie chiamate FanFiction. L’autore di FF, senza generalizzare, di solito si ritiene maggiormente in grado di comprendere/interpretare un certo personaggio letterario, anche più del suo creatore originale.
** Ossia la grande maggioranza dei lettori, grazie al cielo.

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(A.G. – Follow me on Twitter)


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