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Il re degli uccelli

Da Teoderica
IL RE DEGLI UCCELLIDa un articolo di Primo Fornaciari su la Voce di Romagna
Molte persone, ho scoperto, sono congenitamente incapaci di apprezzare la vista di un pavone. Scrive Flannery O' Connor nel suo libro "Il re degli uccelli".
Flannery ammira ed osserva i pavoni, mai paga di essere circondata da loro, la sua dimora ne è invasa.
La scrittrice non poteva certo ignorare l' ammirazione dei primi cristiani per il pavone, regolarmente ritratto nelle catacombe e nei sarcofagi come animale simbolo di resurrezione. Per S. Agostino la carne del pavone era immarcescibile, e da qui l' attributo per l' immortalità. Inizialmente sono i pavoni ad abbeverarsi al calice ( emblema originale dei monaci di Camaldoli, fondati da San Romualdo) poi sostituiti dalle colombe.
Infatti, misteriosamente il simbolo del pavone decadde. Ciò avvenne quando il pavone fu riscoperto come prelibatezza gastronomica, sulle tavole dei ricchi.
Nella Bibbia lo si trova nell' elenco degli animali importati da Salomone. La parola che lo indica è tukki, collegato al lemma tok: " violenza". Il Signore, dice il salmista, riscatterà le vittime dalla violenza e dal sopruso, sarà prezioso ai suoi occhi il loro sangue.
Il saggio della O' Connor dedicato al pavone, termina con l' immedesimazione della scrittrice nell' animale tanto amato, i suoi personaggi in cerca di redenzione si imbattono nella violenza disperata, come rotolarsi nel sangue della violenza aspettando finalmente una resurrezione .
Nella tradizione popolare è oggetto di sfortuna, raccogliere e conservare una penna di pavone, quasi ricordando il significato di salvezza che questo uccello ha avuto, come anelare a qualcuno ai cui occhi sia prezioso il sangue, oggi copiosamente versato.
immagine di Teoderica

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