E adesso alla gogna ci finisce Obama, un presidente come tutti gli altri. Scusate se insisto, ma da queste parti si sosteneva da tempo. Un conto era, all’indomani della sua elezione, avanzare ipotesi, più o meno plausibili, del tipo “non sarà un leader peggiore di colui che lo ha preceduto”. Un altro conto, invece, era attribuirgli (non si sa con quale criterio) un ruolo messianico. Wikileaks ha messo a nudo i vari re e tra questi c’è pure Obama, il presidente che “gli europei avevano sempre sognato”. Si è capito, grazie ai documenti pubblicati da Wikileaks, che l’attuale amministrazione americana, alla stregua delle precedenti, fa buon viso a cattivo gioco quando le conviene per poi agire diversamente dietro le quinte. Sai che scoperta. C’era chi, settimane fa, notava come le elezioni farsa in Birmania (e farsa lo sono state davvero) hanno dimostrato l’inconsistenza del buonismo praticato da Obama e dall’Ue. Vero, per carità. Ma Obama – con l’avallo dell’Europa – si è semplicemente comportato da presidente degli Stati Uniti. Dapprima le amministrazioni a stelle e strisce invocano le elezioni in determinati Paesi, quando queste avvengono farsescamente, perché di fatto l’opposizione non viene ammessa alla corsa elettorale, se ne condanna l’esito. Una tattica vecchia come il cucco. Una volta si organizzavano negli Stati satelliti le elezioni cosiddette “dimostrative” (El Salvador e Guatemala nei primi anni ‘80, ad esempio) e, al contrario, si osteggiavano le elezioni nei Paesi nemici con le quali le giunte militari cercavano legittimità attraverso il voto. Oggi il mondo è cambiato, non soffiano i venti della Guerra Fredda, ma la storia è ciclica. E si può correre persino il rischio di scoprire che Obama è un presidente come tutti gli altri.
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E adesso alla gogna ci finisce Obama, un presidente come tutti gli altri. Scusate se insisto, ma da queste parti si sosteneva da tempo. Un conto era, all’indomani della sua elezione, avanzare ipotesi, più o meno plausibili, del tipo “non sarà un leader peggiore di colui che lo ha preceduto”. Un altro conto, invece, era attribuirgli (non si sa con quale criterio) un ruolo messianico. Wikileaks ha messo a nudo i vari re e tra questi c’è pure Obama, il presidente che “gli europei avevano sempre sognato”. Si è capito, grazie ai documenti pubblicati da Wikileaks, che l’attuale amministrazione americana, alla stregua delle precedenti, fa buon viso a cattivo gioco quando le conviene per poi agire diversamente dietro le quinte. Sai che scoperta. C’era chi, settimane fa, notava come le elezioni farsa in Birmania (e farsa lo sono state davvero) hanno dimostrato l’inconsistenza del buonismo praticato da Obama e dall’Ue. Vero, per carità. Ma Obama – con l’avallo dell’Europa – si è semplicemente comportato da presidente degli Stati Uniti. Dapprima le amministrazioni a stelle e strisce invocano le elezioni in determinati Paesi, quando queste avvengono farsescamente, perché di fatto l’opposizione non viene ammessa alla corsa elettorale, se ne condanna l’esito. Una tattica vecchia come il cucco. Una volta si organizzavano negli Stati satelliti le elezioni cosiddette “dimostrative” (El Salvador e Guatemala nei primi anni ‘80, ad esempio) e, al contrario, si osteggiavano le elezioni nei Paesi nemici con le quali le giunte militari cercavano legittimità attraverso il voto. Oggi il mondo è cambiato, non soffiano i venti della Guerra Fredda, ma la storia è ciclica. E si può correre persino il rischio di scoprire che Obama è un presidente come tutti gli altri.
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