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Per prima cosa un po' di storia. Nel maggio 1862 a Pietroburgo scoppiano mostruosi incendi. Sembra che tutta la città sia presa dal fuoco: bruciano le parti Moskovskaja e Jamskaja [2], brucia la Malaja e la Bol'šaja Ochta [3], in via Sadovaja [4] arde per tutta la sua lunghezza l'Apraksin Dvor [5]. Non si riesce comunque ad appurare la causa degli incendi. Si avanzano diverse versioni: incendiano i polacchi, gli studenti, i nichilisti, gli elementi criminali. Tuttavia non si tratta di questo. In quei giorni orribili l'ancora relativamente giovani Fëdor Michajlovič Dostoevskij corre attraverso il fumo in via Bol'šaja Moskovskaja [6], dove abita N.G. Černyševskij [7], irrompe nel suo appartamento e, secondo le memorie, grida letteralmente: "Nikolaj Gavrilovič! Per il Signore stesso! Ordini di fermare gli incendi!.." Tra l'altro N.G. Černyševskij non ha alcuna carica amministrativa, questi, si capisce, non ha alcuna influenza ufficiale, nella gerarchia dei ranghi dell'Impero Russo in generale non è nessuno, ma, secondo Dostoevskij (rappresentante dell'intellighenzia della capitale), ha una tale autorità reale che gli basta solo dire una parola e gli incendi si spegneranno il giorno dopo. Come chiamare una persona simile? Come determinare il suo posto nella scala sociale, se con tutta l'enorme autorità non ha effettivamente alcuna posizione ufficiale. La definizione ufficiale l'ha trovata la letteratura russa. Ha saputo assegnare uno status che non risulta in alcuna nomenclatura amministrativa. E' l'"eroe del nostro tempo".
E così l'"eroe del nostro tempo" è una persona o, cosa che pure accade, un personaggio contrassegnato letterariamente, che, senza avere alcuno status ufficiale, gode non di meno di una colossale influenza sulla società. Si presenta come un campione sociale, un modello da imitare, è quello con cui molti vorrebbero "fare vita". Esprime come "spirito dell'epoca" la sua concezione del mondo, le sue fondamentali strategie di comportamento. Nello stesso tempo l'"eroe del nostro tempo" non è affatto un'immagine unica, che è comune a tutti. Qui, di regola, esistono due nette figure, che concorrono per le menti e le anime delle persone. In primo luogo ci sono gli eroi della cultura ufficiale. Li crea, li muove e li reclamizza il potere. Sono le sue costanti ideologiche, il suo supporto, la base della suo esistenza sociale. Il più tipico in questo senso è il periodo sovietico, quando il potere seppe costruire un sistema globale di tali personaggi: per i bambini e gli adolescenti – Pavlik Morozov [8], per la gioventù – Pavel Korčagin [9], per gli adulti – Valerij Čkalov [10] e Aleksej Stachanov [11], per i membri del PCUS – il comunista (personaggio dell'omonimo film [12]). Va notato che questi eroi sono portatori di alti valori (gli ideali comunisti) e per questi sono pronti a sacrificare tutto, perfino la vita. In secondo luogo ci sono gli eroi della controcultura. Questi compaiono nella zona della libera creatività (sociale o artistica) e si oppongono all'ordine delle cose esistente. Nello stesso tempo la loro protesta può avere un carattere non politico, ma profondamente esistenziale: Onegin [13], Pečorin [14], Bazarov [15], per esempio, respingono non tanto il potere, quanto la vita, che non li soddisfa per una serie di motivi. Tuttavia qui sono presenti anche gli eroi della resistenza aperta, nella versione popolare sono Stepan Razin [16] e Emel'jan Pugačëv [17] e nelle versioni delle classi istruite dapprima Vladimir Dubrovskij [18] e più tardi gli eroi della "Narodnaja volja" [19] e i rivoluzionari dell'inizio del XX secolo. Noteremo che anche questi eroi sono portatori di alti valori (ideali di libertà, uguaglianza, giustizia) e sono pure pronti a dare la vita per realizzarli. Noteremo anche che ogni gruppo di eroi ha la sua funzione. Gli eroi della cultura ufficiale legittimano il presente. Con il loro esempio, espresso, di regola, nella letteratura, nel cinematografo, nei mezzi di informazione di massa, questi affermano che la realtà esistente è la migliore di tutte le forme di esistenza politica e sociale e che ha un'attraente prospettiva storica. A loro volta, gli eroi della controcultura respingono categoricamente il presente. Questi affermano che la realtà esistente è insopportabile, che ha dei difetti che ostacolano la normale vita delle persone e che dev'essere trasformata in qualcosa del tutto diverso. In tal modo gli eroi della controcultura legittimano il futuro e la collisione tra questi due status temporali costituisce la contraddizione fondamentale di qualsiasi cultura sociale.
Come sono gli "eroi" della Russia contemporanea? A prima vista è chiaro che ora non ci sono eroi della cultura ufficiale portatori di alti principi vitali nella coscienza dei russi. Il potere russo contemporaneo non si è rivelato in grado di crearli. Evidentemente perché nello stesso potere attuale non ci sono alti principi di un attraente ideale sociale. E' troppo preoccupato dal problema dell'arricchimento personale. Tuttavia i piedistalli della concezione del mondo non restano vuoti. Se su di essi non ci sono veri eroi, che esprimono un attivo senso morale, questi si riempiono degli attuali surrogati ideologici. La Russia contemporanea è un netto esempio in questo senso. Molti sondaggi mostrano che le sfere prioritarie per la gioventù ora sono il servizio dello stato e gli affari. Ecco cosa forma ora il paesaggio sociale. Ecco chi adesso è innalzato sui piedistalli. Gli eroi del nostro tempo sono diventati il "funzionario" e l'"uomo d'affari". E' un paradosso stupefacente. Entrambi i personaggi indicati, indubbiamente, appaiono negativi agli occhi della maggioranza dei russi. Qui non si tratta di alcun alto principio Questi personaggi sono incompatibili con qualsiasi ideale metafisico. Sia il funzionario, sia l'uomo d'affari sono guidati da due comandamenti immutabili: "arricchisciti" e "non farti beccare". O in altre parole: rastrella quanto puoi, ma nel frattempo osserva le regole del gioco sociale occulto. Questi non sono tanto eroi, quanto "antieroi del nostro tempo", non legittimano tanto il presente, quanto lo screditano e lo distruggono. E inoltre proprio questi ora sono il campione per molti giovani russi. D'altra parte, la controcultura russa comincia ora a proporre molti veri eroi. Tutti questi, indipendentemente dalle dimensioni dell'attività e dai cognomi concreti, si possono designare con il nome convenzionale "Aleksej Naval'nyj". Nello stesso tempo l'autenticità di questi eroi non lascia dubbi: tutti questi annunciano alti principi, assai trascinanti per la maggioranza ("lotta alla corruzione", "contro la menzogna", "per elezioni oneste", ecc.) e tutti questi sono pronti al sacrificio per la loro realizzazione nella vita. Entrano in una lotta impari con i "dragoni" al potere e hanno già ottenuto una serie di clamorose vittorie. Ideali e spirito di sacrificio – ecco i criteri di autenticità dell'eroe. Non si può dire questo né del "funzionario", né dell'"uomo d'affari". E' presente un'evidente asimmetria di concezioni del mondo. Ora non ci sono eroi che affermino la realtà nella coscienza della società russa. Sono presenti solo antieroi. Però gli eroi che respingono la realtà, gli autentici eroi del nostro tempo, sorgono uno dopo l'altro.
L'asimmetria di concezioni del mondo è un segno molto tipico. Anche all'inizio del ХХ secolo in Russia mancavano gli eroi della cultura ufficiale. Il potere zarista di allora non si rivelava in grado di crearli. Nella coscienza della società russa, perlomeno di parte di essa, nella coscienza della "minoranza passionale" dominavano i nomi degli eroi della controcultura politica – Andrej Željabov [20], Sof'ja Perovskaja [21], Vera Zasulič [22], come pure gli adesso quasi dimenticati guerriglieri ėsėry [23] – Ivan Kaljaev, Egor Sazonov, Stepan Balmašëv. Una situazione analoga si creò anche in URSS all'inizio degli anni '80. Per quanto il potere sovietico di allora cercasse di creare eroi ufficiali, per esempio i costruttori della BAM [24], questo non gli riuscì. Tuttavia tutti conoscevano i nomi di Aleksandr Solženicyn e dell'accademico Sacharov. Nel primo caso seguì la Rivoluzione di Febbraio, che abbatté il potere zarista, nel secondo la perestrojka, che pure in modo rivoluzionario distrusse la stagnante realtà socialista. Probabilmente è una regola. Probabilmente è una diagnosi con cui si può classificare il cambiamento di epoche. E nel modo più comune suona così. Una realtà che non può creare eroi che la sostengano è una realtà morta, ha esaurito la sua risorsa esistenziale. Un potere che non può creare i suoi eroi è un potere morto, non ha chiare prospettive di vita. La diagnosi, certo, non è troppo ottimistica. Tuttavia la storia non ha altre diagnosi. Autore: Andrej Stoljarov [25]
Indirizzo della pagina: http://www.novayagazeta.ru/arts/60916.html (traduzione e note di Matteo Mazzoni)
[1] Allusione al romanzo "Un eroe del nostro tempo" di Michail Jur'evič Lermontov (1810-1841), che come tale ritraeva una figura piuttosto ambigua. [2] "Di Mosca" e "dei Vetturini" nella zona centrale. [3] La Piccola e la Grande Ochta, quartieri sulla riva sinistra e destra dell'Ochta, affluente della Neva, il fiume principale di San Pietroburgo. [4] "Dei Giardini", via del centro di San Pietroburgo. [5] "Corte Apraksin", grande mercato costruito nelle terre del conte Fëdor Matveevič Apraksin. [6] "Grande di Mosca", via del centro di San Pietroburgo. [7] Nikolaj Gavrilovič Černyševskij, scrittore socialista. [8] Pavel Trofimovič Morozov, giovanissimo sovietico che avrebbe denunciato suo padre per aver venduto grano ai contadini ricchi e sarebbe stato ucciso per vendetta dai familiari (molti storici lo considerano un'invenzione della propaganda). [9] Protagonista del romanzo "Come si temprò l'acciaio" dello scrittore del realismo socialista Nikolaj Alekseevič Ostrovskij. [10] Valerij Pavlovič Čkalov, pioniere dell'aeronautica sovietica. [11] Aleksej (alla nascita Andrej) Grigor'evič Stachanov, minatore modello, da cui lo "stacanovismo". [12] "Il comunista", film di Julij Jakovlevič Rajzman sulla vita di un lavoratore modello. [13] Evgenij Onegin, giovane dandy, protagonista dell'omonimo romanzo in versi di Aleksandr Sergeevič Puškin. [14] Grigorij Aleksandrovič Pečorin, protagonista di "Un eroe del nostro tempo" (vedi nota 1). [15] Evgenij Vasil'evič Bazarov, nichilista, uno dei protagonisti del romanzo "Padri e figli" di Ivan Sergeevič Turgenev. [16] Stepan Timofeevič Razin, cosacco che capeggiò una rivolta nel XVII secolo. [17] Emel'jan Ivanovič Pugačëv, cosacco che capeggiò una rivolta nel XVIII secolo. [18] Brigante di nobile origine, protagonista del romanzo incompiuto "Dubrovskij" di Aleksandr Sergeevič Puškin. [19] "Volontà del Popolo", gruppo rivoluzionario del XIX secolo. [20] Andrej Ivanovič Željabov, rivoluzionario, uno degli organizzatori dell'omicidio dello zar Alessandro II. [21] Sof'ja L'vovna Perovskaja, rivoluzionaria, una delle esecutrici materiali dell'omicidio dello zar Alessandro II. [22] Vera Ivanovna Zasulič, rivoluzionaria contraria alla "prematura" Rivoluzione d'Ottobre. [23] Ėsėr sta per SR (Socialisty-revoljucionery, "Socialisti Rivoluzionari"). [24] Bajkalo-Amurskaja Magistral' (Via di Comunicazione Principale del Bajkal e dell'Amur – lago e fiume della Siberia orientale).
[25] Andrej Michajlovič Stoljarov, embriologo e scrittore di fantascienza russo.
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