Emilia Clarke nel ruolo di Daenerys Targaryen nell’ultima scena della prima stagione del Trono di spade.
Per Daenerys, che ha visto per la prima volta la cometa il giorno in cui ha bruciato kahl Drogo, l’astro è l’araldo della sua venuta. Un presagio glorioso, intanto però lei non è messa tanto bene. A lei George R.R. Martin aveva dedicato l’ultima scena del Grande inverno, con il canto dei draghi che tornava a farsi sentire sul mondo. Epico, non avrebbe potuto esserci conclusione migliore.
Però i draghi sono piccoli, il kahlasar si è sciolto come neve al sole e Dany e i suoi pochi seguaci non se la passano tanto bene. Se un deserto si chiama Desolazione Rossa c’è poco da stare tranquilli, giusto? Gli Stark possono ammonire quanto vogliono che l’inverno sta arrivando, e hanno pure ragione, ma Daenerys ha tutt’altri problemi. D’altro canto c’è poca scelta: visto che tutte le altre direzioni le sono precluse per la presenza di uomini pericolosi, la Mamma dei draghi va là dove gli uomini pericolosi non ci sono perché è l’ambiente stesso a essere ostile.
Il kahlasar era piccolo, ma il deserto lo riduce ancora di più. Mai farsi ingannare da una scena epica: non è detto che i grandi momenti significhino che tutti i problemi sono risolti.
I draghi ricevono il nome: il drago verde è Rhaegal, quello crema e oro Viserion e quello nero Drogon, l’unico, confesso, di cui riesco senza problemi ad abbinare nome e colore.
Cammina cammina, alla fine arrivano a una città e si fermano. Attenzione, quando Martin tiene un ritmo blando negli avvenimenti – e come si può correre in quest’ambiente torrido? – significa che stanno arrivando informazioni importanti, o quanto meno affascinanti. Come la storia di Lynesse, la moglie di Jorah Mormont, che comunque si intreccia alla storia dei Sette Regni. Suo padre che va nei Guardiani della notte, la rivolta di Balon Greyjoy, i crimini di Jorah e la sua fuga prima che Ned arrivi a fare giustizia. L’ho già detto ma lo ripeto, se Jorah parla di Eddard Stark lo fa con rancore perché ha scaricato sul suo ex signore la colpa dei propri crimini. Jorah non ha le idee molto chiare né per quanto riguarda la giustizia né per quanto riguarda la lealtà, anche se per Daenerys si sta rivelando un aiuto validissimo. Ma davvero Lynesse somiglia a Daenerys? Forse solo fisicamente, anche se nella Mamma dei draghi i tratti Targaryen sembrano dominanti. Se però Jorah desidera la sua regina possono esserci guai in vista. E quando mai non ci sono guai in vista con Martin? Anche nelle relazioni sentimentali.
Finito l’interludio arriva Xaro Xhoan Daxos, chiaro esempio di come a volte Martin si diverta a tormentarci con nomi difficilissimi, e partiamo tutti alla volta di Qarth e di un nuovo scenario.