Il corno suona una volta sola: ranger in arrivo. All’epoca anch’io ero rimasta con il fiato in sospeso insieme a Jon per sapere se ci sarebbero stati altri suoni, George R.R. Martin è bravissimo a costruire la tensione. Jeor Mormont sta guidando oltre la Barriera il gruppo di Guardiani della notte più numeroso da chissà quanto tempo, ma a volte mi da’ l’impressione di non avere le idee molto chiare. O forse lui le ha ma i suoi uomini no, fatto sta che il gruppo mi appare molto meno compatto di quanto non sarebbe saggio, con ipotesi su ipotesi su dove dovrebbero andare e chi potrebbero incontrare. Si parla di Mance Raider, ma sappiamo bene che la spedizione è stata decisa quando Mormont ha ricevuto una simpatica visita notturna da un ranger morto con gli occhi azzurri.
Arriva Qhorin il Monco, e il suo arrivo è importante perché da’ una svolta alla trama. Qhorin non è il tipo da impantanarsi dietro alle parole, a lui basta poco per analizzare la situazione e agire. Certo, chiacchiere ce ne sono, abbiamo un accenno a lord Rickard Stark, il papà di Ned, e io mi chiedo se prima o poi salteranno fuori informazioni interessanti su di lui, poi Alfyn Sterminacorvi, un bruto appena ammazzato, giusto per ricordarci che il mondo di Martin è molto più vasto rispetto a quegli scorci che vediamo, quindi intravediamo Chett, il cast dei comprimari è davvero vasto. Voi li ricordate tutti i nomi? Io ogni tanto prendo appunti sul margine della pagina o nell’appendice finale, chi è un comprimario in un punto potrebbe essere importante in un altro. Jon comunque aveva sentito Chett fare affermazioni strane ma aveva preferito stare in silenzio, il personaggio dei romanzi ha la lingua molto meno lunga rispetto a quello della serie televisiva Il trono di spade. Martin ha fatto maturare Jon lungo tutto A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno) e se anche in A Clash of Kings (Il regno dei lupi e questo La regina dei draghi) ha ancora cose da imparare – chi è arrivato più avanti non può non ricordare il tormentone “tu non sai niente Jon Snow” –si tratta di un personaggio in gamba. Per David Benioff e D.B. Weiss invece parla ancora a sproposito, si impiccia dove non dovrebbe anche se lo fa con le migliori intenzioni, insomma è molto più immaturo. Forse in televisione volevano dargli un’aura più moderna, da salvatore che protegge i deboli, ma secondo me hanno indebolito un personaggio che vive in un mondo di stampo medievaleggiante e che quindi ha ben inculcato in testa il concetto di obbedienza nei confronti di chi è al comando. Noi non abbiamo accettato che a Norimberga i nazisti se la cavassero con un semplice “noi abbiamo solo obbedito agli ordini”, vogliamo che le persone usino cervello e coscienza, ma se nel Medioevo un soldato avesse osato contraddire in pubblico il suo sovrano o il comandante del suo esercito, come se la sarebbe cavata? Pure i nazisti se la sarebbero vista brutta, ma con l’idea che l’ordine e la gerarchia sono voluti da Dio, era possibile all’epoca anche solo immaginare di contraddire un superiore? L’idea che la vita è sacra è un concetto moderno, e che non vale neppure in tutte le culture. In molti casi uccidere un nemico, o anche solo una persona con idee diverse dalle nostre, non è un omicidio ma l’eliminazione di un male. Jon non parla, non tradisce Chett, ormai Tyrion e Donald Noye gli hanno inculcato bene in testa il concetto che i Guardiani della notte sono fratelli indipendentemente da quello che possono aver fatto in passato e indipendentemente dai loro pensieri, e non si fa neppure avanti come volontario con Qhorin. Anche in questo caso preferisco la soluzione di Martin, il Jon di Benioff e Weiss mi sembra un po’ troppo sbruffone. Jon si era offerto volontario di uscire con Benjen nel Trono di spade, ma da quel momento è maturato parecchio. Almeno nei romanzi.
Davvero, più confronto le due opere e meno apprezzo quanto visto in televisione, anche se la maggior parte degli attori sono bravi, i costumi e le scenografie sono belli, gli effetti speciali convincenti e Il trono di spade ha dato una notorietà enorme alle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Il numero di personaggi può essere ridotto, molti avvenimenti cambiati, ma quando si cambia il carattere dei personaggi la cosa non mi sta più tanto bene.