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Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo

Creato il 12 novembre 2013 da Martinaframmartino

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologoSe le Cronache del ghiaccio e del fuoco sono diventate qualcosa di immenso è anche perché a ogni libro George R.R. Martin ha sempre allargato il suo sguardo. In A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno) i punti di vista erano otto: Ned, Catelyn, Sansa, Arya, Bran, Jon, Tyrion e Daenerys. Verso la fine del Grande inverno ne ha eliminato uno, Ned, decapitato in uno dei più grossi colpi di scena dell’intera fantasy. Tutti eravamo convinti che lui fosse il protagonista, e fino a quando non è stato tradito e arrestato sapevamo che era impegnato in qualcosa di difficile ma pensavamo che se la sarebbe comunque cavata in qualche modo. E poi, anche in cella… ci sono i passaggi segreti, no? Qualcuno avrebbe potuto tirarlo fuori. Qualcuno, già. Ma chi? Chi conosceva i passaggi segreti? Varys non era interessato ad aiutare Ned. Arya sapeva che esistevano ma non ne conosceva i percorsi, e poi era solo una bambina. Avrebbe avuto bisogno di aiuto, ma dove avrebbe potuto trovarlo considerando che gli uomini del Nord erano stati tutti sterminati? Certo l’ipotesi della Barriera era affascinante. Ned fuori dai giochi politici ma ben pronto nella sua battaglia contro gli Estranei, e al fianco di Jon per parlargli di sua madre. E poi c’era stata la cattura di Jaime ad aprire nuove prospettive. No, quell’emerito pezzo di m. di Joffrey ha rovinato tutto, e Martin ha iniziato a far fuori i suoi personaggi.

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo
Nessun problema, per un punto di vista ammazzato ecco che ne spuntano due nuovi. Chi? Uno lo abbiamo già conosciuto, anche senza vedere le cose con i suoi occhi. L’altro è totalmente inedito, ma non potevamo davvero pensare che Stannis sarebbe rimasto fuori dal gioco troppo a lungo. Maestro Cressen si autoelimina nel prologo del Regno dei lupi, quindi sarà un altro personaggio. Forse non il più adatto per fare con lui voli di fantasia ma a me piace nella sua integrità. E la situazione che di trova a fronteggiare in alcuni momenti è decisamente inquietante. Ma torniamo a Cressen, per quel poco che lo possiamo conoscere. E con lui fanno due su due i punti di vista ammazzati da Martin nei prologhi dei suoi romanzi.

Apertura con cometa, che già Dany aveva visto al momento del rogo in cui sono nati i draghi. Ciascuno dona ai simboli il significato che conosce, o quello che gli fa più comodo. Potrebbe essere un semplice evento astronomico ma il tempismo è perfetto: per me annuncia la nascita dei draghi. A Cressen fa pensare a sangue – suppongo quello della guerra – fiamme e tramonto. Il tramonto dell’estate forse, perché non bisogna mai dimenticare che l’inverno sta arrivando e con l’inverno potrebbe arrivare un’altra lunga notte. Intano è autunno, registriamo il primo cambio di stagione e preoccupiamoci un po’.

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo
Iniziamo a conoscere Stannis l’inflessibile dalla sua famiglia con la piccola e sfigurata Shireen. Il secondo dei fratelli Baratheon non mi sembra l’uomo più fortunato del mondo. La bimba sogna i draghi, e contrariamente a Cressen noi sappiamo che sono davvero tornati in vita. Vediamo fin da subito l’avversione di Cressen per la donna rossa, come viene chiamata qui Melisandre, e io non posso che dichiararmi d’accordo con lui. Non posso negare che abbia dei poteri, il fatto che sopravviva al capitolo ne è una dimostrazione, ma fino a che punto possiamo spingerci per perseguire i nostri obiettivi continuando a rimanere nel giusto?

Tanto per gradire compare anche Macchia. Martin proprio non riesce a inserire un personaggio senza dargli una storia, e infatti il giullare entra di diritto nelle vicende di casa Baratheon come unico sopravvissuto al naufragio che ha ammazzato i genitori di Robert e fratelli. Quando vedremo meglio i Greyjoy scopriremo l’importanza del mare nella loro fede, ma già così mi sono chiesta se le farneticazioni di Macchia fossero tutte affermazioni senza senso o se invece celassero qualcosa. I discorsi sulle gonne delle sirene e sulla neve all’insù non sembrano molto significativi, ma sarà sempre così? Le ombre vengono per danzare, ci dice a pagina 16, e gli Estranei non possono forse essere paragonati a ombre che danzano la danza delle spade? E poi ci saranno altre ombre, e altre danze, significative. Intanto la storia di Macchia ci ha consentito di ricordare che non sempre Aerys il Folle è stato folle e che aveva bisogno di trovare una moglie per il figlio Rhaegar. Quante cose sarebbero potute cambiare se Rhaegar avesse contratto un matrimonio diverso?

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo
Primo incontro con Davos, che porta notizie dal continente. Se ad Approdo del Re Ned si interrogava su cosa stesse combinando Stannis nella sua isola, dall’isola Stannis si interroga su cosa stanno facendo tutti gli altri. Lord Beric, notiamo, è un presunto morto, mentre Renly ha creato la guardia dell’arcobaleno. Dobbiamo parlare di lui? No, per ora no, ci sarà tempo per farlo in seguito. Davos comunque ha cercato alleati e ha trovato solo parole. Nien’altro che vento.

How many roads must a man walk down

Before you call him a man?

Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail

Before she sleeps in the sand?

Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly

Before they’re forever banned?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,

The answer is blowin’ in the wind.

How many times must a man look up

Before he can see the sky?

Yes, ‘n’ how many ears must one man have

Before he can hear people cry?  

Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows

That too many people have died?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,

The answer is blowin’ in the wind.

How many years can a mountain exist

Before it’s washed to the sea?

Yes, ‘n’ how many years can some people exist

Before they’re allowed to be free?

Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,

Pretending he just doesn’t see?

The answer, my friend, is blowin’ in the wind,

The answer is blowin’ in the wind.

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo
L’ho mai detto che per me ogni scusa è buona per divagare? E mentre io lo faccio viene rievocato brevemente l’assedio di Capo Tempesta. Teniamole strette queste informazioni sulla guerra condotta da Robert Baratheon contro Casa Targaryen, perché è l’unico sistema che abbiamo per sapere cosa è davvero successo tanti anni prima. Un frammento qui, un altro là, e pian piano scopriamo che il disegno finale non è quello che ci saremmo aspettati all’inizio. Bene, qui abbiamo un contrabbandiere che aiuta Stannis e gli permette di sopravvivere fino all’arrivo di Eddard. Stannis cocciuto come un mulo anche da giovane, e Ned sempre al posto giusto al momento giusto. Anche se erano dalla stessa parte, e Ned seguendo la legge (che non aveva seguito 15 anni prima per aiutare il suo amico, anche se va detto che Aerys voleva pure la sua testa prima che la guerra scoppiasse davvero) avrebbe volentieri dato il trono a Stannis, iniziamo a capire perché non era entusiasta all’idea di farlo. Non che Stannis provi affetto per Ned, a quanto pare anzi ne era geloso, anche se non può davvero accusarlo di nulla. E vediamo Renly in una luce diversa, quella del fratello maggiore. Nella serie della Legione perduta di Harry Turtledove a un certo punto Viridovix nota come un personaggio abbia fatto il grave errore di continuare a vedere in Thorisin Gavras il fratello minore del suo amico, senza rendersi conto di come le cose fossero cambiate. Quella scena, per quanto triste, a me è piaciuta molto. Ecco, Stannis sa davvero vedere suo fratello minore o è cieco come Robert lo è stato nei suoi confronti?

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo
Accenno alla fuga di Willem Darry con Viserys e Daenerys, e alla fuga di Lysa e Robert Arryn. Robert Baratheon aveva detto a Ned che voleva mandare l’ameba di sei anni da Tywin Lannister, Stannis dice che se ne sarebbe dovuto occupare lui. In entrambi i casi al marmocchio una raddrizzata avrebbe fatto bene, ma al di là del fatto che Stannis mi sembra una scelta migliore perché è duro al punto di spezzarsi ma non è uno stronzo, notato come le informazioni si contraddicano fra loro? Quanto confonde le acque Martin? E quanto impiegheremo noi a districare il tutto? Anche perché fino a quando non riusciremo a capire chi è il bugiardo e quali possano essere i suoi scopi non sapremo di quale informazione fidarci e quindi su cosa costruire le nostre ipotesi. Ben fatto zio George, se vuoi puoi farci scervellare per anni! Ah, lo stiamo già facendo? Che sia una mossa calcolata così mentre noi parliamo notiamo meno l’attesa per la pubblicazione di ciascun nuovo libro?

Ed eccola. Melisandre. Non si può non notarla. Con lei entra in scena una nuova religione. Avevamo già intravisto il prete rosso Thoros di Myr, ma lui era un beone che si divertiva con in sovrano. Lei è di tutt’altra pasta. E se avere sette nobili case – più alcune case minori molto ambiziose – in scena, e un continente ricco di usi barbari a fare da coprotagonista non sembra sufficiente, ecco che ci dobbiamo interessare pure alla religione. Quella dei Sette, di Catelyn e di quasi tutti, quella dei Primi Uomini, di Ned e degli Stark, quella di Melisandre e poi via, con altre fedi che conosceremo meglio in futuro. Questo è davvero un mondo secondario completo in tutti i suoi aspetti. E Melisandre ha sconfitto Cressen. Davvero, l’inverno sta arrivando.

Sotto la foto spoiler dalla Danza dei draghi

 

Il regno dei lupi di George R.R. Martin: il prologo

Definire questi degli spoiler è un po’ eccessivo visto che sono più ipotesi che altro, ma guardiamo bene Roccia del drago. Perché si chiama così? Come è costruita la fortezza? Siamo davvero sicuri che quei draghi di pietra non possano essere risvegliati? Magari io e tanti altri ci rimuginiamo su un po’ troppo, però quel castello è stato realizzato al tempo dell’antica Valyria, e i suoi abitanti erano i signori dei draghi. Avevano conoscenze in seguito perdute, perciò chi può dire cosa verrà riscoperto? Il passato si è rivelato pieno di sorprese, e sospetto che molte altre sorprese ci attendono.

E a Roccia del Drago, come detto, c’è Macchia. In realtà non tutte le sue frasi sono prive di senso, visto che è abbastanza probabile che abbia previsto le Nozze Rosse, il che significa che dobbiamo fare attenzione a tutto quel che dice. Magari sono farneticazioni, e magari no. Sotto il mare nevica all’insù? Non è che in mare avviene qualcosa che porta, che ne so, alla nascita degli Estranei? La sto buttando lì senza crederci neppure io, ma non mi sento di escludere che prima o poi capiremo meglio le affermazioni del giullare che, secondo i Greyjoy, è affogato e tornato in vita, perciò è stato toccato dal dio Abissale.



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