Se le Cronache del ghiaccio e del fuoco sono diventate qualcosa di immenso è anche perché a ogni libro George R.R. Martin ha sempre allargato il suo sguardo. In A Game of Thrones (Il trono di spade e Il grande inverno) i punti di vista erano otto: Ned, Catelyn, Sansa, Arya, Bran, Jon, Tyrion e Daenerys. Verso la fine del Grande inverno ne ha eliminato uno, Ned, decapitato in uno dei più grossi colpi di scena dell’intera fantasy. Tutti eravamo convinti che lui fosse il protagonista, e fino a quando non è stato tradito e arrestato sapevamo che era impegnato in qualcosa di difficile ma pensavamo che se la sarebbe comunque cavata in qualche modo. E poi, anche in cella… ci sono i passaggi segreti, no? Qualcuno avrebbe potuto tirarlo fuori. Qualcuno, già. Ma chi? Chi conosceva i passaggi segreti? Varys non era interessato ad aiutare Ned. Arya sapeva che esistevano ma non ne conosceva i percorsi, e poi era solo una bambina. Avrebbe avuto bisogno di aiuto, ma dove avrebbe potuto trovarlo considerando che gli uomini del Nord erano stati tutti sterminati? Certo l’ipotesi della Barriera era affascinante. Ned fuori dai giochi politici ma ben pronto nella sua battaglia contro gli Estranei, e al fianco di Jon per parlargli di sua madre. E poi c’era stata la cattura di Jaime ad aprire nuove prospettive. No, quell’emerito pezzo di m. di Joffrey ha rovinato tutto, e Martin ha iniziato a far fuori i suoi personaggi.

Apertura con cometa, che già Dany aveva visto al momento del rogo in cui sono nati i draghi. Ciascuno dona ai simboli il significato che conosce, o quello che gli fa più comodo. Potrebbe essere un semplice evento astronomico ma il tempismo è perfetto: per me annuncia la nascita dei draghi. A Cressen fa pensare a sangue – suppongo quello della guerra – fiamme e tramonto. Il tramonto dell’estate forse, perché non bisogna mai dimenticare che l’inverno sta arrivando e con l’inverno potrebbe arrivare un’altra lunga notte. Intano è autunno, registriamo il primo cambio di stagione e preoccupiamoci un po’.

Tanto per gradire compare anche Macchia. Martin proprio non riesce a inserire un personaggio senza dargli una storia, e infatti il giullare entra di diritto nelle vicende di casa Baratheon come unico sopravvissuto al naufragio che ha ammazzato i genitori di Robert e fratelli. Quando vedremo meglio i Greyjoy scopriremo l’importanza del mare nella loro fede, ma già così mi sono chiesta se le farneticazioni di Macchia fossero tutte affermazioni senza senso o se invece celassero qualcosa. I discorsi sulle gonne delle sirene e sulla neve all’insù non sembrano molto significativi, ma sarà sempre così? Le ombre vengono per danzare, ci dice a pagina 16, e gli Estranei non possono forse essere paragonati a ombre che danzano la danza delle spade? E poi ci saranno altre ombre, e altre danze, significative. Intanto la storia di Macchia ci ha consentito di ricordare che non sempre Aerys il Folle è stato folle e che aveva bisogno di trovare una moglie per il figlio Rhaegar. Quante cose sarebbero potute cambiare se Rhaegar avesse contratto un matrimonio diverso?

How many roads must a man walk down
Before you call him a man?
Yes, ‘n’ how many seas must a white dove sail
Before she sleeps in the sand?
Yes, ‘n’ how many times must the cannon balls fly
Before they’re forever banned?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.
How many times must a man look up
Before he can see the sky?
Yes, ‘n’ how many ears must one man have
Before he can hear people cry?
Yes, ‘n’ how many deaths will it take till he knows
That too many people have died?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.
How many years can a mountain exist
Before it’s washed to the sea?
Yes, ‘n’ how many years can some people exist
Before they’re allowed to be free?
Yes, ‘n’ how many times can a man turn his head,
Pretending he just doesn’t see?
The answer, my friend, is blowin’ in the wind,
The answer is blowin’ in the wind.


Ed eccola. Melisandre. Non si può non notarla. Con lei entra in scena una nuova religione. Avevamo già intravisto il prete rosso Thoros di Myr, ma lui era un beone che si divertiva con in sovrano. Lei è di tutt’altra pasta. E se avere sette nobili case – più alcune case minori molto ambiziose – in scena, e un continente ricco di usi barbari a fare da coprotagonista non sembra sufficiente, ecco che ci dobbiamo interessare pure alla religione. Quella dei Sette, di Catelyn e di quasi tutti, quella dei Primi Uomini, di Ned e degli Stark, quella di Melisandre e poi via, con altre fedi che conosceremo meglio in futuro. Questo è davvero un mondo secondario completo in tutti i suoi aspetti. E Melisandre ha sconfitto Cressen. Davvero, l’inverno sta arrivando.
Sotto la foto spoiler dalla Danza dei draghi

Definire questi degli spoiler è un po’ eccessivo visto che sono più ipotesi che altro, ma guardiamo bene Roccia del drago. Perché si chiama così? Come è costruita la fortezza? Siamo davvero sicuri che quei draghi di pietra non possano essere risvegliati? Magari io e tanti altri ci rimuginiamo su un po’ troppo, però quel castello è stato realizzato al tempo dell’antica Valyria, e i suoi abitanti erano i signori dei draghi. Avevano conoscenze in seguito perdute, perciò chi può dire cosa verrà riscoperto? Il passato si è rivelato pieno di sorprese, e sospetto che molte altre sorprese ci attendono.
E a Roccia del Drago, come detto, c’è Macchia. In realtà non tutte le sue frasi sono prive di senso, visto che è abbastanza probabile che abbia previsto le Nozze Rosse, il che significa che dobbiamo fare attenzione a tutto quel che dice. Magari sono farneticazioni, e magari no. Sotto il mare nevica all’insù? Non è che in mare avviene qualcosa che porta, che ne so, alla nascita degli Estranei? La sto buttando lì senza crederci neppure io, ma non mi sento di escludere che prima o poi capiremo meglio le affermazioni del giullare che, secondo i Greyjoy, è affogato e tornato in vita, perciò è stato toccato dal dio Abissale.