Gambe divaricate, schiena china, una busta gettata a terra tra un piede e l’altro ed un libro di cui abilmente nasconde la copertina. Il giovane legge in una posizione che non si direbbe proprio comoda e che comunque non si addirebbe ad un lettore donna. Siede su un vagone del treno verso Fiumicino e presenta una carnagione olivastra, capelli scuri, barbetta delicata e ben curata. Mentre lo osservo, il ragazzo inclina finalmente la copertina del libro e, proprio quando fa per cambiare pagina, scorgo il titolo dell’opera: George R. R. Martin, Il regno dei lupi. Nello stesso istante, con la mano libera, quella che non tiene aperto il libro, mostra una sorta di bigliettino da visita che funge da segnalibro. Ci giocherella un po’, lo rigira tra le dita, lo avvicina al viso, finché non percepisce che la sua fermata, Roma Tiburtina, si avvicina. Inserisce il biglietto in mezzo alle pagine che prima teneva spalancate, chiude con un gesto deciso il libro e lo ripone nella bustina vuota ai suoi piedi: bustina che esibisce il noto marchio di una catena di negozi di intimo.
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