di P.A.
05/04/2012
In
una intervista il rettore dell’Università di Bologna, Ivano Dionigi,
esprime le sue perplessità sull’abolizione legale del titolo di studio e
sulla consultazione, con il questionario, avviata dal Miur sul proprio
sito dal 22 marzo scorso.
“Con questo tipo di consultazione
il rischio è che prevalgano posizioni preconcette ed estreme su un
argomento complesso, delicato e controverso. E che sia oscurata la vera
priorità, quella del diritto allo studio”.
"Stando a quanto emerge
dagli ultimi dati occupazionali di Almalaurea – aggiunge il rettore
parlando con Universita.it – il mercato sta purtroppo risolvendo da solo
il dibattito: troppi laureati non si vedono riconosciuti dal mondo del
lavoro. Di fronte a statistiche sconfortanti il problema va affrontato
partendo dalle fondamenta, vale a dire dalla salvaguardia del diritto
allo studio e non dal tetto, cioè dall’abolizione del valore legale della laurea”.
Questa
scelta, aggiunge il rettore: “aumenterà lo squilibrio tra le
università, tra Nord e Sud, tra chi può e chi non può. E, in un momento
già drammatico, i capaci ma privi di mezzi saranno sempre più
impossibilitati ad accedere agli studi superiori. In questo modo
verrebbe meno il ruolo di ascensore sociale dell’università. Solo dopo
aver risolto il problema del diritto allo studio, si potrà fondatamente
mettere in discussione l’abolizione.”
Questo tuttavia non impedisce
di valutare le università, ma con parametri oggettivi in modo da
premiare veramente le più virtuose non tralasciando “una base di
finanziamento comune a tutti perché anche gli atenei in difficoltà vanno
aiutati, però dando loro un tempo massimo. Se entro questo termine la
situazione non è migliorata e le linee direttive sono disattese vuol
dire che in quell’ateneo c’è un problema di fondo e quindi bisognerebbe
prendere i relativi provvedimenti.”
http://www.tecnicadellascuola.it/index.php?id=35870&action=view
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