Come preannunciavo qualche settimana fa, ancora una volta si è verificato il trasferimento del rischio da globale a rischio locale (Rischio Sistemico : da Globale a Locale ?).
Questa volta oggetto del bersaglio sono stati in modo particolare i paesi emergenti, compresi quelli più forti come i Bric, ovvero Brasile, Russia, Cina, India, e soprattutto le loro valute locali che hanno fatto registrare dei veri e propri crolli verticali. Come sempre, nulla sale sino all’infinito e quando la massa popolare pensa che possa essere così ecco allora che come d’incanto arriva puntuale e inaspettata la corsa alle vendite.
Sul fronte macroeconomico si registra un lieve peggioramento a livello mondiale che potrebbe ritardare la ripresa economica e a conferma di ciò notiamo il calo del prezzo del rame, una delle materie prime maggiormente utilizzate nell’industria, il cui andamento è un buon indicatore sullo stato di salute dell’ economia. Tuttavia nel medio-lungo termine, a destare maggiore preoccupazione, è l’andamento del prezzo dell’indice Us dollar index.
Come mostra il grafico, dal lontano 2002, il trend del suo prezzo è inversamente correlato alla borsa americana, e di conseguenza a tutte le borse del mondo (e a cascata sull’economia mondiale).
Ovvero, ogni volta che l’us dollar index fa registrare un massimo importante, come nel 2002, la borsa americana è sui minimi e viceversa come nel 2008 quando si ritrovava su un minimo mentre la borsa americana era sui massimi.
Se le cose dovessero continuare così, sarebbe molto preoccupante la rottura rialzista di area 84-85 dell’indice Us dollar index perché potrebbe anticipare con buona probabilità un massimo delle borse e quindi anche dell’economia mondiale che si ritroverebbe a dover gestire in poco tempo un’ennesima crisi finanziaria. Tuttavia nel breve periodo, va rilevato il fallimento della rottura rialzista e il ripiegamento verso il basso che se dovesse continuare nelle prossime settimane sarà di buon auspicio per la ripresa delle borse e soprattutto dell’economia mondiale.
Non ci resta che incrociare le dita.