
Come ben sappiamo il nostro lavoro è faticoso e stressante, e siamo soggetti al fenomeno del burn out come poche altre categorie professionali. Attualmente sono operativi oltre 45000 colleghi di età compresa fra i 55 e i 60 anni e oltre 25000 over 60. Per queste persone, per una moltitudine di motivi, fra i quali stanchezza, famiglia eccetera, diventa sempre più arduo condurre la vita da turnista, il che si ripercuote sempre più sul resto dei colleghi che vengono spesso chiamati a dover svolgere coprire una turistica sempre più impegnativa, con un numero di riposi sempre minore.
Questo fenomeno, a sua volta provoca un sempre maggiore livello di stanchezza e logoramento a livello professionale, il che provoca problemi di tenuta del sistema assistenziale e di efficienza del sistema diagnostico e terapeutico. Di fronte a questi ed altri problemi sempre più emergenti nella nostra professione sarebbe necessario, a vantaggio della qualità del servizio reso, non interrompere ed anzi guidare un graduale ricambio generazionale.
In tal senso è stata fatta una proposta di legge che, secondo i firmatari, senatori Boeti e Silvestro, riprende alcune azioni sperimentali in atto o in fase di avvio in alcune regioni italiane, con un costo contenuto (l’integrazione dei contributi per l’infermiere ”senior" vicino alla pensione che diminuisce il proprio orario di lavoro per far spazio ad un infermiere "junior" senza conseguenze sull’ammontare dei contributi pensionistici), determina i seguenti benefici:
- contrasto alla disoccupazione giovanile;
- ingresso di forza lavoro giovane, motivata e preparata a beneficio degli assistiti e dell'organizzazione sanitaria;
- percorso di uscita “morbido” dal lavoro per infermieri "senior" con riconoscimento della loro pregressa esperienza e valorizzazione delle competenze da loro maturate attraverso lo svolgimento della funzione di mentore.
A presto,Valentino