Solo un piccolo sfogo.
Da alcuni giorni mi trovo in un paesino della stessa area geografica di Manduria, un pò più a sud.
La vita scorre normale, oggi c’è il mercato, le persone tirano avanti con dignità, insomma, a dispetto della crisi, non se la passano poi tanto male. Il mare è a due passi verso tre direzioni, il clima mite, la terra fertile.
Come in tutti gli ambienti di provincia, qui il baratto è ancora in vigore. Ma non come sostitutivo della moneta, bensì come rafforzamento dei vincoli di amicizia e di parentela.
Un collante sociale.
Io ho la campagna, ti dono una parte dei miei prodotti. Tu vai spesso a pesca, mi regali un pò del pescato. Funziona così, ed è molto bello. Nulla fa pensare che se arrivassero dei profughi gli abitanti del paese iniziassero spontaneamente a comportarsi come nazisti. A caricare altre persone in fuga da questa follia su dei furgoni come cani randagi da riportare al canile.
Eppure, perché dovrebbe essere diverso Manduria?
Qui è Manduria.
Manduria è una buona parte dell’Italia attuale. Di sicuro è quella più visibile, quella a cui viene dato spazio, l’immagine modello.
Da quasi due decenni il governo semina in maniera più o meno subliminale la xenofobia, iniettando l’angoscia, l’ansia, la paura, attraverso i suoi potenti mezzi di comunicazione. Ora sta semplicemente raccogliendo i frutti.
Cittadini trasformati in polizia di regime.
Tutto questo è difficile da accettare. Tutto questo mi fa schifo. Tutto questo provoca amarezza e un’intensa frustrazione.
E siamo solo all’inizio.