Segnalo un ottimo intervento – a firma Giuseppe Romeo – sul magazine online dell‘Istituto di politica: che si sofferma sul ruolo di Israele della Turchia nel “nuovo” Medio oriente e sulla percezione che ne ha qualcosa chiamato “Occidente”. Questo a mio avviso il passaggio chiave:
Ora, che l’Europa si sia dimenticata della Turchia come attore necessario per ricomporre uno scenario di instabilità che si dilata ogni giorno di più in Medio Oriente e in Nord Africa è a dir poco incredibile. Ma forse non ci si deve meravigliare. L’Occidente soffre da anni di miopie sempre più gravi nei confronti del proprio destino e di ciò che lo circonda: governa perciò la contingenza storica affidandosi ad attori o comparse di comodo la cui fiducia e credibilità appare a dir poco discutibile. Israele, invece, nella sua innegabile forza di imporre la propria politica sui Territori, è consapevole di essere ancora una volta più considerato della Turchia, quest’ultima peraltro membro della NATO, quale proiezione dell’Occidente in Medio Oriente continuando, in forza di tale certezza, a sovrapporre e ad imporre la propria storia su quella altrui, ad affermare un proprio diritto senza riconoscere pari diritti ad altre popolazioni antiche quanto quelle ebraiche.
Tra la Turchia che sta evolvendo democraticamente e Israele che è aggrappata istericamente a una versione etno-religiosa – incompatibile con quella liberale – di democrazia, chi deve essere il punto di riferimento? E come non capire che è fondamentale incitare Israele a una indispensabile transizione democratica?