Abbiamo un problema di cattivo umore mattutino.
Cigolino si sveglia, chiama, lo salutiamo, lo abbracciamo, coccoliamo come un piccolo principe merita e un attimo dopo lui sta buttando rabbiosamente per terra tutto ciò che trova sul tavolo, piangendo come se fosse afflitto da qualcosa di inaffrontabile, rosso, arrabbiato.
Io, devo ammettere, la mattina non connetto. Almeno fin dopo il primo caffè e un paio di biscotti. Inutile, non ce la faccio. Quindi non ho soluzioni pronte che possano placare Cigolino. Anzi, mi innervosisco proprio, desidero ardentemente essere altrove e cado in uno stato tra il frustrato e il nervoso che non è il miglior modo di iniziare la giornata.
Fortunatamente c'è GF, molto più paziente, più pronto. Anche lui, però, non riesce a smorzare l'umore di nero di Cigolino al risveglio e andiamo avanti a strepiti per almeno 20 minuti.
Bisogna far qualcosa, altrimenti tutti iniziamo male ed è un peccato.
Allora.
Un bel "silenzio!" oppure "basta!" secco e severo non serve a niente: peggiora la situazione, è come se Cigolino si offendesse e rincara la dose.
Ignorarlo ha più o meno lo stesso effetto.
Provare a fargli fare colazione si trasforma in una battaglia di cucchiaini, roba rovesciata e nuovi pianti.
Credo abbia bisogno di un suo momento.
Stamattina, esasperata, l'ho portato in soggiorno e l'ho lasciato lì, con i barbapapà in tv, i suoi giochi, la poltrona da scalare, gli scatoloni in cui curiosare e sono tornata in cucina a fare colazione.
Ha funzionato.
Si è calmato, si è seduto in poltrona a guardare i cartoni. Dieci minuti dopo era meglio disposto verso il resto del mondo e la giornata ha avuto un inizio più sereno.
Mi sono resa conto allora che a volte mi dimentico che Cigolino è una persona, con i suoi ritmi, le sue esigenze, le cose che gli piacciono e quelle che gli danno fastidio. Non ha ancora parole per spiegarcele e il pianto, l'agitarsi, è davvero l'unico modo possibile.
E' necessario andare per tentativi quindi, sapendo anche che i barbapapà di oggi non avranno lo stesso effetto domani, quando bisognerà trovare un'altra soluzione.
In effetti, pensandoci, abbiamo il rito della buonanotte: andiamo in giro per casa a salutare i gatti, i giochi, gli alberi fuori dalla finestra e poi ci salutiamo stringendoci le mani attraverso il lettino. Pochi minuti di commiato, certo, ma una formula che funziona, che lo fa addormentare tranquillo.
Perchè non provare con un rito del risveglio?
Forse catapultarci in cucina a fare colazione, perchè il tempo è poco, perchè io senza caffè, perchè poi facciamo tardi non è il massimo.
Domani ci provo. Un rito al contrario: dare il buongiorno a tutti, risvegliare il mondo intorno. Con un sorriso. E una tazza di caffè, of course.