Un ritorno al passato quello di Pep Guardiola, allenatore del Bayern Monaco, che riscopre le origini del calcio e riporta alla luce uno degli schemi più utilizzati nei primi anni del Novecento.
In principio era la piramide di Cambridge. Inventata nell’omonimo college inglese, perchè si sa gli inventori del calcio sono loro, consisteva in un 2-3-5 con 2 terzini(che stavano sulla “terza linea”), 3 mediani(sulla “seconda”) e 5 avanti(sulla”prima linea”). Il triangolo che si viene a formare ha come base i 5 attaccanti e come vertice il portiere. Con questo schema di gioco le squadre delle isole britanniche, prima, e soprattutto l’Uruguay, dopo, dominarono i 5 continenti.

Schema tipico, con numeri assegnati, della Piramide di Cambridge.
Fu l’italiano Vittorio Pozzo a inventare il Metodo, opposto al cosiddetto Sistema inglese: l’allenatore due volte Campione del Mondo riteneva che, nonostante ci fosse meno spettacolo, questo schema era adatto ai giocatori italiani che peccavano di prepotenza fisica, compensata da una difesa più solida e da rapidi contropiedi. La causa principale dell’abbandono della vecchia piramide fu data dal fatto che la modifica alla regola del fuorigioco attuata nel 1925, portava il numero di calciatori che tenevano in gioco un attaccante da tre a due, facendo sì che le difese rimanessero molto scoperte. La modifica consisteva sostanzialmente nell’accentramento dei due terzini, l’abbassamento delle due mezz’ali, e il fulcro del gioco spostato al Centromediano metodista. Il Grande Torino costruì la sua fortuna su questo modulo.

Schema con numeri del Metodo pozziano.
Dopo il Tiki-taka, Guardiola è pronto a lanciare una nuova idea di gioco, o meglio a riscoprirla. Ha già sperimentato il WW, così si chiama perchè i giocatori in campo formano due W, in alcuni match di campionato e nella sfida di martedì contro l’Olympiacos. Risultato? Un gioco eccezionale, occasioni da gol come piovesse e goleade dispensate agli avversari.

Il nuovo schema dell’ex-Brescia consente di avere 5 giocatori di assoluto talento in fase avanzata( Coman, Douglas Costa, Muller, Robben e Lewandowski) e una fase difensiva ricca, dove Vidal agisce da centromediano gestendo e manovrando la squadra durante la partita.
La posizione del centromediano, molto controversa per gli standard moderni del calcio, è sostanzialmente l’antenato del libero: in fase difensiva si abbassa centralmente posizionandosi in mezzo ai due centrali di difesa; in fase offensiva imposta a cerca le giocate rimanendo al di fuori del caos della trequarti. Questo ruolo richiede un giocatore molto carismatico, oltre che due piedi fatati, o almeno uno, un’eccellente visione di gioco e una resistenza fisica importante. Ruolo perfetto per Arturo Vidal. Schema alternativo può essere quello con Xabi Alonso al posto del cileno: sacrificando un po’ di quantità, si può spostare l’ex-Juve come interno e, l’ex-Liverpool, agisce da regista totale facendo sì che le azioni partano direttamente dalla retroguardia.
Gli attaccanti hanno il difficile compito di pressare gli avversari: con una tale presenza offensiva non è difficile andare ad interferire nelle comunicazione dei rivali, intercettare il pallone e attuare il contropiede per arrivare velocemente alla porta e alla rete. Inoltre le ali allargano la difese, aspettando di servire gli interni che si inseriscono centralmente. I difensori, al contempo stesso, sono molto alti e a turno salgono per dare manforte ai centrali di centrocampo, lasciando un solo uomo a difesa del portiere, aggiungendo un uomo in più al reparto offensivo coadiuvati ai lati dai terzini, anch’essi molto alti.
La differenza che ha l’arrangiamento Guardioliano rispetto a quello tradizionale è che i giocatori si scambiano spesso ruolo durante la partita, senza lasciare alcun punto di riferimento alle difese opposte e creando difficoltà nelle marcature, soprattutto se a zona.
Insomma, questo sistema di gioco si può definire una sorta di un’orchestra in cui i musicisti suonano tutti gli strumenti e i quali variano nel corso di una sola sinfonia, così perfetto che non ha bisogno di un direttore troppo protagonista sul palco.

Ovviamente come tutti gli schemi ha dei difetti. Innanzitutto si perdono le potenzialità delle ali del Bayern, perchè si creerebbe una sovrapposizione con le mezzali, costringendole a rimanere larghe senza possibilità di accentrarsi e cercare la conclusione, impedendo,a gente tipo Robben e Ribery, di esprimere la loro miglior giocata. Anche la fase difensiva è molto indebolita: infatti, lasciando un solo uomo a difendere, si rischia di subire le ripartenze avversarie che spesso si possono tramutare in azioni da gol, soprattutto quando si incontrano squadre con attaccanti molto veloci.
Chissà se questa prova porterà nuovi ed interessanti spunti al presente della squadra tedesca oppure si tratta solo di un esperimento per il futuro dell’allenatore. Che voglia affrontare la metodologia del calcio inglese con questo nuovo schema come fece Pozzo con il Sistema inglese, magari dalla prossima stagione? Non lo sappiamo ma continueremo a seguire il percorso che sta tracciando…
