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Ho poco tempo. Ogni cosa che faccio che esuli da Nicolò, mi fa sentire un po’ in colpa. Tolgo tempo a lui, mi perdo un suo sorriso, mi perdo le sue mani cicciotte che si infilano tra i miei capelli. Perdo i miei capelli nella sua bocca.
Vado quindi sempre di corsa. Di corsa vado a lavoro, prima arrivo e prima posso uscire, di corsa lascio il lavoro. Con l’effetto finale che quando sono al lavoro mi sento in colpa, perché in quel preciso istante perdo un pezzo di mio figlio, e quando torno a casa mi sento in colpa perché mi sento approssimativa nelle mie vecchie mansioni in ufficio.
Ho il periodo lavorativo ridotto per allattamento, metà ore lavorative fino al compimento del primo anno d’età del cucciolo, ma questo non è sufficiente a farmi sentire meno in ansia.
Ad ogni modo, aver ripreso l’attività lavorativa non è stato solo un passaggio da dimenticare, in qualche modo mi ha fatto bene.
Sono rientrata nei miei vecchi panni. Mi sono rituffata nella mia vecchia vita, che per quanto priva di quel dono meraviglioso che è un figlio, in qualche anfratto del mio cuore ad ogni modo mi è mancata.
Ho ripreso a truccarmi, che seppur insignificante, è sintomatico di un ritorno al mondo civilizzato, fatto di rapporti sociali, di chiacchiere con amici, di incontri casuali. Sui mezzi pubblici, in viaggio verso il lavoro, ho ripreso a leggere i libri. Libri che non parlano di maternità, allattamento, figli, svezzamento. Libri di narrativa nazionale e internazionale. Best seller. Quel genere di libri che mi sono mancati per più di nove mesi, affamata com’ero di nozioni sulla maternità. E’ infine, sono tornata a bere il caffè alla macchinetta del lavoro, che per quanto scadente, diventa caldo e rinvigorente quando preso in compagnia delle proprie amiche e colleghe.
Il boss nel frattempo cresce. Giorno dopo giorno diventa sempre più grande. Ogni nuovo giorno è una piccola scoperta, una conquista. Le prime lallazioni, i primi tentativi per acquisire una posizione da seduto, le torsioni sulla schiena per afferrare un gioco posizionato a suo lato, le prime pappe, le sue prime stitichezze. Insomma in questi suoi primi sei mesi, lui c’è dentro. Presente ad ogni appuntamento.
Vi lascio una foto di carnevale del mio adorabile leoncino.
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