Il ritorno (con pagellino!): tutti promossi con 6 politico!

Da Tallman
Com'è ormai consuetidine in questo blog, dopo un mese inoltrato di pausa per le cosiddette vacanze (tristissime e da perfetto solitario, ma è inutile ripetermi visto che a tal proposito ho già rantolato abbastanza nel post dell'anno scorso), si ritorna alla normalità con il classico pagellino estivo in cui elenco e cerco, secondo l'ispirazione del momento, di commentare le pellicole viste durante questo periodo di inattività.Per questa edizione ho deciso di apportare una leggera modifica nell'ordine in cui vi presento i film, non più in ordine sparso, ma in base ad un criterio di gradimento e quindi partirò dall'opera che ho gradito di meno fino ad arrivare a quella che mi ha lasciato più soddisfazioni (già vista e consigliatami da uno dei miei lettori - di cui non dico il nome per non rovinarvi la sorpresa) a cui, se fossi in voi, darei la precedenza, almeno rispetto agli altri film della lista che vi andrò a presentare. Questa piccola novità è stata approntata per creare un minimo di attesa e di curiosità, altrimenti la lettura rischiava di essere poco entusiasmante ed intuitiva, senza capire nell'immediato quali film, tra quelli visti, meritavano una maggiore considerazione.
Molto probabilmente dedicherò una recensione tutta sua al vincitore di questa competizione estiva, un ottimo film sul quale non ho avuto alcun ripensamento quando l'ho subito posizionato ai vertici della classifica, anche perchè non ho avuto modo di vedere rivali della sua stessa qualità.Iniziamo ordunque dal peggiore, almeno nel confronto con le altre proposte:
PROIE (Francia, 2010) di Antoine Blossier

Premetto che non mi entusiasmano molto gli horror incentrati principalmente su battute di caccia, Proie tenta comunque di costruirci qualcosa di più profondo, come la disgregazione di un nucleo familiare per via di interessi contrastanti, ma lo fa senza particolare convinzione ed efficacia, risultando pesante fin dall'inizio, soprattutto se si vuole cercare di capire tutti i legami di parentela dei molteplici personaggi (tant'è vero che ad un certo punto sono stato costretto a tornare indietro nella visione per avere le idee più chiare). Il film non ha alcun aspetto considerevole: la storia scivola via senza emozionare, gli attori non sanno dove sta di casa il carisma, insomma il tutto pare dimenticabile a parte un'intensa scena d'assedio corredata da un bagno di sangue, ma è decisamente troppo poco per consigliarne la visione. Non un brutto film per carità, bensì anonimo e che lascia piuttosto indifferenti. (6/10)
STAKE LAND (USA 2010) di Jim Mickle

Ricca scenografia e cura del contesto, ma completa mancanza di nuove prospettive per ridestare l'attenzione verso il genere post-apocalittico di cui la pellicola fa parte. L'approccio narrativo scelto è troppo canonico, inficiato da un'eccesiva dose di stereotipi, ormai poco digeribili. Erroneamente accostato all'incompreso Zombieland, che aveva ben altro valore, soprattutto scavando la facciata comica, Stake Land non ha alcun fattore speciale in grado di elevarlo al di sopra di una tirata sufficienza. Nulla da criticare invece sulla dedizione riversata sugli effetti sanguinolenti. Retorico. (6/10)
SUPER HYBRID (USA, Germania 2010) di Eric Valette

Se il pensiero di vedere un film su una macchina assassina non vi perplime, Super Hybrid non dovrebbe irritarvi più di tanto, anche se di "super", anche in termini di intrattenimento, ha poco e niente. Per certi versi la trama potrebbe essere considerata come un'evoluzione del celebre "Christine la macchina infernale", ma l'aver rivelato il meccanismo che anima la vettura fa perdere decisamente fascino alla vicenda che deve subito affidarsi, come ultima spiaggia, alla successione degli omicidi, nemmeno poi così scenografici. Buona l'ambientazione del parcheggio sotterraneo (già vista nell'ottimo P2), in cui si muovono tuttavia attori dall'interesse non pervenuto e per il cui destino non si prova alcunchè. Forse il miglior personaggio è proprio l'auto del titolo che muta forma (o meglio modello) come farebbe Terminator e che frema nel fare fuori gli antipatici umani. Simpatico ma non troppo. (6/10)
WRECKED (USA, Canada 2011) di Michael Greenspan

Di Wrecked ho letto peste e corna così tanto che viene facile considerarlo come il capro espiatorio cinematografico del 2011. Il problema maggiore è la trama, troppo sottile per reggere un intero film, quasi una   pubblicità progresso, e forse proprio questa scoperta, che arriva nel finale, potrebbe indignare parecchi spettatori che si aspettavano qualche sorpresa più sostanziosa e valida. Tutto sommato nella categoria di "lento e noioso", la presente pellicola non si può certo considerare tra le peggiori, inanzitutto per la presenza del bravo Adrien Brody (e a qualcuno potrebbe pure fare piacere vederlo tutto sfigurato nei primi minuti) che si sottopone ad un'ardua interpretazione, costretto, per esigenze di copione, a strisciare e mangiare la polvere per quasi tutta la durata del film. E in questo suo ruolo, viene spontaneo considerarlo come un novello Bear Grylls, visto che molte persone hanno notato una certa somiglianza con il folle proteinomane. A parte queste fesserie, il film ha un certo lato avventuroso da non disprezzare e si basa inoltre su un'interessante, almeno fino ad un certo punto, ricerca di un'identità perduta. Insomma non così pessimo come viene descritto in giro. Brody vs Wild. (6/10)
LA CASA 4 - WITCHCRAFT (Italia, USA 1988) di Fabrizio Laurenti

A dir la verità lo ricordo poco, essendo il primo che ho visto, ma la sensazione che nella trama non tutto quadrava mi è rimasta lo stesso. Ad ogni modo Witchcraft è un film con elementi accattivanti (su tutti la strega il cui spirito immortale infesta un'isola maledetta) e una serie di omicidi particolari, anche se si fanno attendere abbastanza, che richiamano i sette peccati capitali. Molto gradita la presenza di Linda Blair (farà la parte dell'indemoniata? Guardatelo e poi mi direte!), un po' meno quella del bagnino in pensione David Hasselhoff nella parte di un fotografo ingrifato. Tra tutti i film da 6 è quello più originale e appassionante da seguire, ma con gli elementi a disposizione si sarebbe potuto fare di certo molto meglio. Baywatch vs The Exorcist. (6/10)
Sconvolti per l'assenza di film mediocri? Credetemi, lo sono anch'io...o forse mi sto rabbonendo (o rimbambendo) troppo?
A presto la seconda parte!

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