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Il ritorno degli Immortali

Creato il 25 gennaio 2016 da Agentianonimi

lasagna

8 punti in quattro gare, una media che sarebbe da scudetto o lotta per l’Europa, ed invece segna un piccolo-grande ritorno: è il ritorno degli Immortali, quelli che avevano stupito tutti nella scorsa stagione ed ora, come direbbe l’Amauri di una nota pubblicità, ”sono appena tornati”. Eccome se sono tornati.

Non parliamo della Juventus rinata e reduce da 11 vittorie consecutive, la squadra di cui tutti parlano e quella che tutti lodano per una rimonta che ha sorpreso molti addetti ai lavori, bensì di una realtà di provincia, una realtà che ha assaggiato per la prima volta la Serie A, e non sembra aver voglia di mollarla, nonostante l’avvio-shock e le mille difficoltà dovute ad un salto di categoria meritato, ma gestito malissimo nel mercato estivo: è il Carpi di Castori la squadra degli Immortali, per un soprannome che fu coniato dallo stesso tecnico dopo la rimonta contro il Brescia (da 3-1 a 3-3, con due gol nel finale dopo che Castori, in seguito al rigore inesistente del terzo gol, disse queste parole alla squadra: ”Pensiamo a giocare che non la perdiamo”), e rilanciato il giorno del suo esonero in un discorso toccante e bellissimo.

”In mezzo a questi 14 mesi però c’è una data, il 28 aprile 2015, un giorno che niente e soprattutto nessuno potrà mai cancellare, perché in quel giorno gli uomini del Carpi hanno scritto la Storia: gli anonimi, i poveri, gli ultimi, quelli che hanno fatto la vera gavetta diventano i primi, perché sono semplicemente i migliori e tutti lo devono accettare: non preoccupatevi cari ragazzi, noi siamo GLI IMMORTALI”.

Queste furono le sue parole, delle parole che mai come ora, dopo che il gol di Lasagna (primo in A alla sua squadra del cuore, già punita in amichevole con una doppietta) in contropiede al 92′ contro l‘Inter, ed in 10 contro 11 per il rosso a Pasciuti, ha portato all’insperato punto di San Siro, tornano vive ed attuali: ci piace pensare che Castori abbia detto proprio quel ”Pensiamo a giocare che non la perdiamo”, nell’intervallo di una partita nella quale il Carpi, pur giocando all’italiana e chiudendo gli spazi, non aveva sfigurato contro l’Inter dei ”ricchi e viziati”, una squadra capace di autoincartarsi tanto quanto era stata impenetrabile in precedenza, e prigioniera di una mediana povera di qualità e di alcune difficoltà realizzative inspiegabili, vedendo il parco-attaccanti dei nerazzurri ed i nomi di Ljajic, Jovetic, Perisic, Icardi e se vogliamo anche Brozovic, arma importante dalla distanza.

Inter incartata dicevamo, e così il tanto atteso 2-0, dopo che la rete di Palacio aveva aperto col grimaldello la difesa avversaria approfittando di un rimpallo, non è arrivato (con Belec, ex Inter, protagonista negli emiliani), ed i nerazzurri si sono fregati con le loro mani: dormitona di Juan Jesus, palla a Lasagna e gol del pari, che sancisce la crisi Inter, con 5 punti nelle ultime 5 gare ed un distacco di 6 punti dal Napoli che può voler dire ”bye bye scudetto”: un 1-1 che, di contro, porta il Carpi e Castori all’apoteosi dei quattro risultati utili consecutivi contro Lazio (0-0), Udinese (2-1), Sampdoria (2-1) ed appunto i meneghini, un ruolino che, sommato al pari contro il Milan ed al 3-3 sfiorato nel recupero contro la Juventus, inizia a diventare di tutto rispetto.

Ma come si può spiegare quest’improvvisa rinascita del Carpi, che tra l’altro è stato anche in corsa per la semifinale di Coppa Italia ed ha ceduto solo al Milan? Andate a vedere la formazione attuale e quella di inizio campionato, ed il dato vi balzerà subito all’occhio: ieri in campo c’erano sei reduci dalla promozione in B, e potevano anche essere di più, se Castori non avesse deciso di tenere a riposo il duo Lollo-Di Gaudio in vista dell’importante sfida-salvezza contro il Palermo, passando anche ad un 3-5-2 rinnegato solo nell’assalto finale, quando il Carpi era passato prima al 4-4-1-1 e poi al 4-4-1 (proprio Di Gaudio è stato l’arma tattica per cambiare schema, ed aveva segnato all’Inter nel 2-1 dell’andata).

Un autentico ritorno al passato, a quel 4-4-1-1 che era valso la promozione ed è il modulo più conosciuto dalla squadra (è stato usato nelle tre gare da 7 punti) ed ai giocatori che si sono sudati la Serie A, ed hanno la fame giusta per lottare con le unghie e con i denti per non mollarla: il recordman Pasciuti (in gol col Carpi dalla D alla A), Di Gaudio, Lollo, Mbakogu e così via, con buona pace di un mercato estivo disastroso ed inspiegabile, un mercato sconfessato da Castori (esonerato per prendere Sannino e richiamato a furor di popolo), che ha fatto capire coi convocati per l’Inter chi ritiene davvero degno di far parte della sua armata.

”La vecchia dirigenza ha commesso degli errori, mi sono ritrovato in squadra 13 giocatori appena arrivati di 13 nazionalità diverse, che non avevano la mentalità giusta per giocare in A o non si erano calati nella nostra realtà”: parole chiare, cristalline, che sono arrivate prima di quella scelta di ripartire da 18 giocatori, e dalle esclusioni dei vari Benussi, Bubnjic, Gabriel Silva, Marrone (verso il Verona), Cofie, Lazzari, Fedele (unico infortunato, out per 50 giorni), Borriello, mentre erano già partiti Gino (back to Defensor), Iñiguez (richiamato dall’Udinese), Wilczek (al Brøndby) e Wallace (tornato al Chelsea).

Delle esclusioni che valgono come il ”sei fuori” di Briatore, e porteranno gli emiliani a piazzare altrove questi giocatori, per poi puntare su altro, come dimostrano gli innesti di Suagher (un ritorno), Daprelà, Sabelli (gran colpo, obbligo di riscatto in caso di salvezza) e Gnahorè (via Napoli): ragazzi che vogliono dimostrare di valere la Serie A o riprendersela da protagonisti (vedi Daprelà), ma soprattutto un proseguimento degno del lavoro attuato da Giuntoli, passato al Napoli dopo aver contribuito a creare il miracolo Serie A, e che dimostra come Romairone si sia calato nella realtà carpigiana.

La salvezza dista ora 5 punti per il Carpi, ma le squadre davanti non si muovono ed il momento degli emiliani è ottimo: il Palermo darà il responso definitivo, ma gli Immortali sono tornati, e sembrano avere una discreta voglia di restare


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