Diciassette mesi dopo la sua ultima apparizione con la maglia della Nazionale, il 20 marzo 2010 al Millennium di Cardiff contro il Galles, Mauro Bergamasco attende con ansia il momento di tornare ad indossare l’azzurro.
Per il trentaduenne flanker padovano, che con 84 caps all’attivo divide con Marco Bortolami la terza posizione nella classifica degli Azzurri più presenti di sempre, un ritorno fortemente atteso e voluto e che potrebbe, finalmente, arrivare sabato 13 agosto al “Manuzzi” di Cesena.
Nello stadio cesenate l’Italia di Nick Mallett scenderà in campo, per la prima volta nella propria storia, nel Cariparma Test Match contro Giappone (ore 20.45, diretta La7/Sky Sport 2HD) che apre la mini-serie di incontri estivi pre-Mondiali per Parisse e compagni, impegnati anche il 20 agosto a Murrayfield contro la Scozia prima della trasferta iridata di settembre in Nuova Zelanda.
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“Il mio unico obiettivo di questa stagione travagliata, passata a recuperare da due infortuni molto lunghi (al dito prima, alla spalla poi ndr) è stato quello di rientrare in Nazionale e conquistare un posto nella squadra per i Mondiali” spiega il maggiore dei fratelli Bergamasco.
“Adesso che il Mondiale è alle porte, non vedo l’ora di giocarlo e giocarlo nel migliore dei modi, dare il meglio di me stesso e trovare un’idea per continuare la mia carriera”.
Giovanissimo esordiente nel novembre del 1998 ad Huddersfield contro l’Olanda nelle qualificazioni alla Rugby World Cup dell’anno seguente in Galles, Mauro vivrà in Nuova Zelanda la sua quarta rassegna iridata dopo appunto “Galles 1999”, “Australia 2003” e “Francia 2007”: “Esperienze diverse, per svariati motivi. Nel 1999 durò pochi minuti: frattura alle costole contro l’Inghilterra e fine della corsa; nel 2003 tutta la stagione fu complessa, soprattutto per le questioni legate al mio ruolo d’utilizzo. Sicuramente il Mondiale che sento più mio è quello del 2007 in Francia, ho sempre giocato e credo di essermi espresso al meglio delle mie possibilità”.
“Prima della trasferta in Nuova Zelanda – prosegue Mauro, concentrandosi sul presente – ci attendono due sfide molto importanti contro Giappone e Scozia. Per me, soprattutto, saranno fondamentali per riprendere contatto con il gruppo in partire ufficiali e guadagnarmi sul campo la fiducia dei compagni e dello staff”.
Dopo la sfida di Cesena con il Giappone, l’Italia volerà ad Edinburgo per affrontare la Scozia che, sabato, ha superato l’Irlanda avversaria dell’Italia il 2 ottobre a Dunedin nel match potenzialmente decisivo per l’accesso ai quarti di finale della Rugby World Cup: “Manca un mese all’inizio dei Mondiali, difficile trarre conclusioni sul reale valore delle singole squadre che arrivano da tipi differenti di preparazione. Non credo che le partite delle prossime settimane daranno l’immagine reale e definitiva di quelle che saranno le squadre ai nastri di partenza in Nuova Zelanda”
Dove l’Italia, nella fase a gironi che per Parisse e compagni scatta l’11 settembre ad Auckland, troveranno l’Australia, la Russia, gli Stati Uniti e, appunto, l’Irlanda: “Sottovalutare Russia e Stati Uniti non è possibile. Non sono partite meno importanti di quelle con Australia ed Irlanda, anzi credo che tanto i russi che gli americani alla Churchill Cup di giugno abbiano mostrato un’evoluzione importante tanto nella preparazione che nel tipo di gioco. Guai a metterle in secondo piano. Australia ed Irlanda le conosciamo bene per averle affrontate molte volte, anche recentemente. Sono due squadre che siamo in grado di mettere sotto pressione, e farlo sarà il nostro obiettivo”.