Il classico Capcom del 1989 viene reinterpretato sulle console attuali e next gen per la gioia dei fan
È evidentemente tempo di remake, anche se l'operazione nostalgia non sempre va a buon fine. Abbiamo infatti potuto vedere, nel corso degli ultimi mesi, come progetti sulla carta promettenti si siano poi rivelati mediocri. Non è però il caso di Strider, reinterpretazione in chiave moderna del classico Capcom del 1989, sviluppato da Double Helix (gli autori del nuovo Killer Instinct, fra le altre cose) ma supervisionato dagli autori originali presso la casa di Osaka, presente per la prima volta in forma giocabile al Tokyo Game Show con una demo piuttosto corposa di quello che dovrebbe essere il primo livello. Si parlava di un approccio sì action ma con sfaccettature in stile Metroidvania per questo rifacimento, e non possiamo che confermare tali sensazioni, che nell'economia del gameplay si concretizzano con l'acquisizione di particolari abilità che consentono al protagonista di accedere man mano a nuove zone della mappa ed eliminare con poco sforzo avversari che in precedenza gli davano filo da torcere. Ma procediamo con ordine...
È una spada o un mantello?
Cypher, la potentissima spada al plasma di Hiryu, torna in questo remake più letale che mai, e il suo uso è fondamentale non solo per eliminare i numerosi avversari che si trovano all'interno degli scenari, ma anche per defletterne i proiettili, cosa che altrimenti ci porterebbe al game over dopo pochi secondi.
Per quella che è la nostra esperienza, c'è un solo modo per giocare con Strider, ed è quello di lanciarsi a tutta birra contro le minacce che compaiono lungo il percorso, affrontandole in velocità, fra una piroetta e un fendente. Le manovre di base a nostra disposizione prevedono il colpo di spada orizzontale (tasto quadrato sul DualShock 4) e verticale (tasto triangolo), nonché la possibilità di saltare, scivolare e lanciare coltelli. Ognuno di questi movimenti viene però potenziato attraverso l'acquisizione di nuove abilità, come ad esempio la scivolata "dirompente", con cui possiamo sfondare delle feritoie per intrufolarci all'interno di edifici prima inaccessibili, oppure il fendente caricato, che può distruggere lo scudo dei nemici corazzati nonché far salire il "contatore" dei dispositivi che si trovano di fronte ad alcune porte e che entrano in funzione solo se riusciamo a colpirli con una sufficiente intensità. Dicevamo prima della struttura in stile Metroidvania, che nel gioco si palesa quando dobbiamo effettuare un po' di backtracking per individuare la strada giusta per proseguire, anche se tale fattore nel livello della demo non ci è sembrato particolarmente ostico e anzi ha il merito di aggiungere spessore a un'esperienza che altrimenti rischiava di essere evanescente e di non lasciare il segno. Ci si trova dunque di fronte a porte chiuse e interruttori da attivare, laddove spesso è la conquista di abilità speciali a dettare il passo per poter proseguire.
La spina dorsale del drago
Le sensazioni che abbiamo provato giocando con Strider sono state molto positive: si tratta di un action game veloce, frenetico, molto fluido e pulito per quanto concerne la grafica, con una buona direzione artistica e un discreto numero di nemici differenti, che vanno dai soldati semplici a quelli dotati di scudo, dai droni volanti alle torrette, passando per i nemici armati di spada e per i boss.
E stiamo parlando solo del primo livello! In questo caso il lavoro di Double Helix sembra non discostarsi dal classico del 1989, e infatti al termine dello stage Hiryu si trova a cavalcare un enorme drago metallico volante, con l'obiettivo di distruggere tre batterie che si trovano vicino la sua testa. Riuscirci però non è semplice, visto che bisogna arrampicarsi sulle "vertebre" della creatura evitando le emissioni di plasma e le trappole che spuntano fuori non appena ci avviciniamo alle zone sensibili. La demo girava su PlayStation 4, ma come sappiamo il gioco uscirà anche su Xbox One, PC, PlayStation 3 e Xbox 360, probabilmente con differenze minime in termini tecnici, considerando lo stile adottato dagli sviluppatori. La prova del nove sarà ovviamente la versione completa, quando capiremo realmente quante e quali sono le novità rispetto al titolo originale, nonché se il gameplay riesce a mantenersi interessante e fresco nel corso della campagna. Le premesse, tuttavia, sono sicuramente positive.
Strider - Il trailer giapponese