Il ritorno di Magico Vento
Creato il 07 aprile 2013 da Chemako
@chemako71
Una locomotiva e i suoi vagoni dilaniati. Fiamme e fumo che li avvolgono. Corpi umani straziati. E un vecchio indiano a cavallo che si muove in questa devastazione.Cavallo Zoppo, l'uomo della medicina dei Lakota, è il primo personaggio che incontriamo nella saga diMagico Vento. Non è néNed Ellis(il nome da bianco del protagonista della serie), tanto meno il fido compagnoPoe, a essere presentato per primo. Bensì un vecchio sciamano in cerca del suo successore, di un uomo che, al di là del colore della pelle, sia in grado di imparare tutto quello che il vecchio Sioux può insegnargli. Una visione di Wakan Tanka ha condotto Cavallo Zoppo presso il luogo del disastro ferroviario e lì, fra i ferri divelti e i crateri provocati dall'esplosione, un uomo ferito, coperto di sangue, si alza a fatica, barcolla e ricade privo di coscienza davanti allo sbalordito sciamano. Ecco gli ultimi passi incerti di Ned , prima di diventare Magico Vento.Sono di forte impatto le prime tavole diFort Ghost, la storia scritta daGianfranco Manfredie disegnata daJose Ortiz, con cui la serie di Magico Vento ha inizio. E penso che non sia un caso che il primo personaggio che l'autore ci presenta sia uno sciamano. È questa, infatti, una delle caratteristiche principali dell'affascinante avventura che Manfredi ha creato: un'originale miscela di western, fantastico e horror, radicata nella religione e nella mitologia degli indiani d'America, popolata da mostri e creature sovrannaturali. Questo Lato Oscuro del West, e non solo i classici pistoleri, è al centro del racconto: un'innovazione per il mondo dei fumetti. Ma il punto di vista di Manfredi sul mondo delle leggende, delle tradizioni e della cultura dei nativi americani è molto rispettoso: il protagonista è sì uno sciamano, ma pur sempre bianco. Da parte dell'autore sarebbe stato presuntuoso mettersi nei panni di un protagonista nativo a tutti gli effetti: Magico Vento non dimentica di essere stato Ned Ellis, i pantaloni da soldato che indossa glielo ricordano continuamente e lui, d'altronde, non vuole nascondere le sue origini a nessuno.Ma l'unicità di Magico Vento nel panorama fumettistico è data anche da altri fattori. Da una parte l'attenzione di Manfredi alla Storia è massima: l'Avventura si intreccia sapientemente con la Storia del West. Da incorniciare sono gli albi che costituiscono il ciclo delle Black Hills, nel quale si racconta uno dei luoghi ed eventi mitici del West: la battaglia di Little Big Horn. Il pregio è averla inserita in un contesto più ampio: storico, politico, economico e militare. Il lettore arriva al momento della battaglia con un quadro ben preciso di tutte le forze in campo e di tutta la dinamica che le ha condotte fino a lì. E poi c'è il racconto dei protagonisti, noti e non, di primo piano e di contorno, tutti tratteggiati con umanità e dignità.D'altra parte il western di Magico Vento è contrappuntato anche dalle avventure vissute nelle città della costa dell'Est: storie ricche di sotterfugi, di spie, di intrighi politici in cui meglio spicca l'azione di Poe, il giornalista che condivide le sorti dell'inseparabile amico. Poe è un uomo che cerca di tenere i piedi per terra quando si imbarca con Ned in avventure più grandi di lui: è l'alter ego razionale di Magico Vento che è più vicino, invece, alla natura misteriosa dell'essere umano.Per tutto quello che ho scritto, ma anche per molto altro, Magico Vento è una serie che un lettore di fumetti non può lasciarsi sfuggire. Un'occasione per leggerla (o rileggerla) cade propizia in questi giorni. La Panini Comics propone mensilmente la ristampa integrale a colori di tutta la serie. Magico Vento Deluxe è il nome della collana che ha esordito il 21 marzo con il primo albo, Fort Ghost, ritornato nelle edicole dopo quasi sedici anni, tanto è il tempo che separa questa edizione dall'originale della Sergio Bonelli Editore, pubblicata a partire dal mese di luglio del 1997.La nuova edizione Panini conserva il formato originale Bonelli e anche il tipo di carta è lo stesso. Il colore però è un po' troppo cupo e la tavola, considerando anche i disegni di Ortiz con il suo nero già ben marcato, risulta molto scura. Penso e spero che si prenderanno dei provvedimenti a partire dal secondo numero. Nonostante questo difetto, il risultato è comunque migliore delle ristampe delle avventure di Zagor e Dylan Dog, proposte settimanalmente in edicola dal gruppo editoriale L'Espresso-La Repubblica. In questo caso il formato è sì più grande, ma i colori usati uniti alla carta patinata creano un effetto che, personalmente, trovo artificiale.Il ritorno di Magico vento era auspicato da parte di molto lettori, che chiedevano a Gianfranco Manfredi di far tornare il suo personaggio con nuove storie. Penso invece che Magico Vento abbia dato il meglio di sé nei suoi 130 albi (più lo speciale) e che sia stato saggio chiudere la serie quando il livello delle storie era ancora alto, senza rischiare di trascinarsi in una stanca riproposizione di avventure già lette. D'altronde Manfredi si è dedicato con successo alla creazione di nuovi personaggi e nuove (mini)serie, e Volto Nascosto e Shanghai Devil sono lì a testimoniarlo.Pertanto lasciamo lavorare Manfredi sul nuovo Adam Wild, ché il modo migliore per (ri)vivere le avventure di Magico Vento è ora quello di leggere le sue avventure a colori.
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