Dall’altra parte si punta ad argomenti alternativi e leggeri con la chiacchierata contessa Marina Ripa di Meana, che è stata ospite nella trasmissione Domenica 5, condotta da Federica Panicucci e ha raccontato senza” peli sulla lingua”, come è sua abitudine, alcuni particolari della sua vita. L
Racconta di essere stata molto ribelle, e poi quasi si commuove nel parlare della figlia Lucrezia con la quale non ha un buon rapporto. Non si sa spiegare perché lei la rifiuti in maniera così categorica. Ormai è una donna adulta, con un lavoro di attrice che la gratifica e due figlie; dovrebbe capire di più certe cose. La contessa continua dicendo che ha fatto di tutto per la figlia e che la adora, e spera di incontrarla al più presto.
Cambio repentino di atmosfera, ci lasciamo alle spalle l’allegria scacciapensieri, per incrociare lo sguardo pieno di lacrime rabbiose della mamma di Antonella Multari la seconda vittima di Luca Delfino recentemente assolto dall’accusa dell’omicidio di Luciana Biggi, l’ex uccisa nella notte del 28 aprile 2006 in un vicolo del centro storico di Genova. Assolto per non aver commesso il fatto. La donna, sua ex fidanzata, fu sgozzata nel centro della città di Genova.
L’uomo sta attualmente scontando una pena di 16 anni e 8 mesi di reclusione per il delitto di un’altra ex fidanzata, Antonella, 32 anni, uccisa con 40 coltellate, nell’agosto del 2007 a Sanremo. La mamma ascolta la ricostruzione dei fatti e al termine del servizio afferma: “Questa assoluzione è una vergogna”, la voce ferma, decisa è interrotta solo dai singulti, la sua rabbia si sfoga con parole pesanti :”E’ l’ennesima prova che in Italia bisogna farsi giustizia con le proprie mani – ha detto – E’ uno schifo unico, non ho parole. Io e mio marito, Rocco siamo disgustati. Adesso quel mostro starà dentro qualche anno e poi, giocando a fare il bravo ragazzo, uscirà per buona condotta e sarà di nuovo libero, dopo aver spezzato la vita di mia figlia e quella di un’altra donna”.
I genitori oggi, vivono un’altra forma di incubo, diversa da quella condivisa in precedenza con la figlia, strappata e uccisa in strada che, aveva paura di quell’uomo, amato per pochi mesi, lasciato e dal quale cercava con disperazione di difendersi. Numerose le denunce, le intercettazioni, l’esasperazione dovuta al tormentato ed ossessionante tentativo di riconciliazione, sfociato nell’epilogo violento e definitivo. Ora al dolore della perdita si aggiunge la rabbia di una giustizia che non da sollievo, anzi delude, per la mancata condanna. Parole pesanti : “Questi giudici si devono vergognare, è come se l’ergastolo lo avessero dato a noi” – Tutto questo dopo aver spezzato la vita di mia figlia e quella di un’altra ragazza. Questa sentenza è inaccettabile. Non han
Parole durissime alle quali risulta difficile replicare, si resta sgomenti di fronte ad uno sconcerto legittimo da parte dei genitori, certo la violenza non va incoraggiata e la frattura nei confronti della giustizia è tangibile: con il cuore che denuncia una feroce ingiustizia e la ragione che suggerisce commenti più cauti. Sulla sentenza non mi pronuncio perchè non competente e comunque ritengo che le sentenze alla fine vadano rispettate. Quello che ritengo si debba pretendere, però, è che Delfino, condannato a 16 anni per l’omicidio di Antonella Multari, sconti questa sua pena in carcere sino all’ultimo giorno.