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Il rivoluzionario crocetta

Creato il 08 marzo 2013 da Antonella Di Pietro @Antonella_Di_Pi
IL RIVOLUZIONARIO CROCETTA
Il Presidente della Regione Siciliana torna sulla questione "Alta Corte", l’organo di garanzia costituzionale regionale al quale, fino al 1957, erano attribuiti i poteri di controllo di legittimità sulle leggi e di risoluzione dei conflitti di attribuzione fra Stato e Regione. Nell’impeto autonomista, Crocetta rimette mano allo Statuto Siciliano dichiarando di voler avviare la procedura per la re-istituzione delle due sezioni del "sommo tribunale siciliano" disciplinato dall’articolo 24 della "carta autonomistica" e  istituito nel 1946. Rimasta in attività per 10 anni, l’Alta Corte venne, man mano, svuotata delle sue funzioni fino ad essere, di fatto, sciolta per effetto delle decisioni assunte, di volta in volta, dalla Corte Costituzionale prevedendo l’assorbimento delle sue funzioni. Dell’Alta Corte, si è ampiamente occupato Massimo Costa, docente di Economia all’Università di Palermo nel libro "Lo Statuto speciale della Regione siciliana: un’autonomia tradita", la cui vicenda, secondo l'autore, fu un vero e proprio "saccheggio", un "furto" ai danni dell’Isola e, soprattutto "equamente costituita, avrebbe potuto agire come la paladina della nostra autonomia". "In gran parte delle sentenze - osserva il Prof. Costa - "l’Alta Corte considerava l’autonomia siciliana un patto tra due entità paritetiche, nei rispettivi ambiti di sovranità riconosciuti. Un’autonomia che funzionava, nonostante la sempre più aperta ostilità dei poteri forti italiani, nonostante il freno a mano tirato dalla stessa Dc autonomista di allora, obbligata a ragioni di prudenza per non spiacere alle centrali politiche romane. L’autonomia, è stata scippata ai siciliani con un vero e proprio colpo di stato, lasciandola nelle mani di un organo giurisdizionale che non è terzo e che dimostra quasi ad ogni sentenza la propria parzialità e il proprio centralismo, smantellando pezzo a pezzo l’autonomia siciliana a colpi di interpretazioni abrogative".  Lo statuto speciale siciliano fu originato da un accordo di origine "pattizia" fra lo Stato Italiano e la Sicilia, rappresentata dalla Consulta per la Sicilia, in cui erano rappresentate le categorie, i partiti e i ceti produttivi dell'Isola, organo che materialmente formulò lo Statuto. Statuto che fu emanato con regio decreto da Re Umberto II il 15 maggio 1946 (quindi precedente alla Costituzione della Repubblica italiana, che lo ha recepito per intero con la legge costituzionale n. 2 del 1948), e diede vita alla Regione Siciliana prima ancora della nascita della Repubblica Italiana, prima fra le 5 regioni a statuto speciale. Le prime elezioni per l'Assemblea regionale siciliana si svolsero il 30 aprile 1947, e il 25 maggio 1947 ci fu la prima seduta parlamentare. Fino al 1970 (data di nascita dei Consigli delle regioni ordinarie) è stata l'assemblea legislativa italiana più importante per poteri e numero di abitanti amministrati, dopo le due Camere. Non si sa perchè lo Statuto Siciliano non sia mai stato davvero applicato nell'Isola però stupisce che, perfino, il leghista Maroni, qualche tempo fa dichiarò al riguardo: "Lo statuto della Regione Sicilia è straordinario, vorrei averlo in Lombardia e vorrei che ci fosse in tutte le Regioni del nord. Malgrado dica che tutte le tasse pagate in Sicilia debbano rimanere nella stessa Isola non è mai stato applicato, ma se ce l’avessimo noi in Piemonte, Lombardia, Veneto e nelle altre Regioni, assicuro che sarebbe applicato". Intanto, dopo 67 anni, Crocetta, è stato il primo Presidente della Regione Sicilia che ha applicato un articolo dello Statuto Autonomistico Siciliano, il n.15 riguardante la soppressione delle province che saranno sostituite da dei consorzi. Solo per Palermo, Catania e Messina si darà il via allo status di aree metropolitane. Si aspettano altre novità dal Governatore della Sicilia, del resto il suo slogan elettorale era "La Rivoluzione è già iniziata". Qui lo Statuto Siciliano
Antonella Di Pietro©

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