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Il romance, questo ...

Creato il 10 ottobre 2011 da Isn't It Romantic?

IL ROMANCE, QUESTO SCONOSCIUTO

 

IL ROMANCE, QUESTO ...
Oggi vi propongo uno speciale che scrissi per il numero 0 della ROMANCE MAGAZINE, uscito lo scorso marzo.
E' una panoramica su un genere di cui molti parlano ma su cui c'è molta confusione e spesso anche scarsa informazione.
Mi auguro possa essere una lettura piacevole e magari anche utile, ricordandovi che la Romance Magazine è l'unica rivista in Italia che tratta del nostro genere preferito in tutte le sue declinazioni.

Se già non siete abbonate è appena uscito il numero 3, che potrete acquistare a questo indirizzo :
http://www.delosstore.it/delosbooks/scheda.php?id=39457

 

 



UNA PANORAMICA SUL GENERE PIU' VENDUTO EPPURE PIU' DENIGRATO AL MONDO, PER INIZIARE A SFATARE QUALCUNO DEI NUMEROSI PREGIUDIZI CHE LO CIRCONDANDO.

Cos’è il romance? Non molti saprebbero rispondere, con l’eccezione di un certo numero di appassionate del genere, nato in Inghilterra. Per tutti gli altri, la comprensione si rischiarerebbe se usassi una definizione abusata ma scorretta: romanzi rosa. A quel punto si sprecherebbero sorrisetti supponenti, occhiate condiscendenti e commenti dispregiativi. Soprattutto da parte di coloro, tanto donne quanto uomini, che il romance non lo hanno mai letto. Eppure è comune che, nonostante l’ignoranza in materia, siano in parecchi a permettersi di condannare un filone che viene ritenuto buono solo per qualche casalinga brutta, grassa, repressa e analfabeta. Sia tra il pubblico sia tra gli addetti ai lavori. La situazione è ben diversa, invece, e questa panoramica si propone di ristabilire qualche piccola verità, contribuendo a dare finalmente dignità al genere letterario più venduto al mondo. Quello scritto dalle donne per le donne.


LE ORIGINI

“È verità universalmente riconosciuta che uno scapolo largamente provvisto di beni di fortuna debba sentire il bisogno di ammogliarsi”.

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Questo incipit è uno dei più famosi della storia della letteratura moderna e appartiene a un romanzo e a un’autrice tra i più saccheggiati. Sono infatti almeno una quarantina le riduzioni televisive e cinematografiche tratte da o ispirate a Jane Austen, senza contare la sterminata produzione di fiction che ha cannibalizzato la scrittrice, dalla finta Austen investigatrice, al Mr Darcy che viene sedotto da una viaggiatrice del tempo, alla variante erotica di Orgoglio e Pregiudizio, per finire all’aberrazione della versione zombie del medesimo. Tutte testimonianze di un immutato interesse del pubblico per i temi e lo stile di una delle più grandi autrici di lingua inglese, che nessuno oserebbe contestare. Tuttavia, se affermassi che Jane Austen è una delle più forti e principali fonti per la narrativa romance, molti storcerebbero il naso, avendo difficoltà a conciliare quella che viene percepita come letteratura “alta” con un genere invece giudicato di basso livello. Però è proprio da qui che il romance parte, o meglio anche da qui, poiché senza voler andare troppo indietro nel tempo, è alla metà del diciottesimo secolo che possiamo individuarne il progenitore. Il romanzo in questione è il celeberrimo Pamela o della Virtù Ricompensata di Samuel Richardson, che tanto successo riscosse tra i contemporanei e anche tra le generazioni successive.
“Che fai qui dunque, presuntuosa d’una Pamela? Lascia subito queste rive pericolose, e fuggi da queste onde increspate, che sembrano anch’esse rimproverarti col loro mormorio la tua impetuosità! Non voler tentare la bontà di Dio su queste rive verdi, che sono state testimoni dei tuoi propositi colpevoli; e finché hai forza, allontanati dalle cattive intenzioni, se non vuoi che il tuo peggior nemico, ora respinto dalla grazia divina, attraverso la riflessione, non torni
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all’assalto, con una forza cui tu, debole come sei, potresti non saper resistere! E non far sì che un momento di impulsività distrugga tutti quei principi che ora hanno saputo domare la tua mente ribelle, riducendola di nuovo al servizio di Dio e alla rassegnazione alla sua volontà!”
Questo paragrafo è esplicativo non solo dello scopo pedagogico che soggiace alla stesura del libro, ma di una concezione dei rapporti tra le classi sociali e tra i sessi che rimase pressoché invariata fino alla fine del secolo seguente. L’ordine sociale andava preservato, così come la virtù femminile, che consisteva nella verginità e nella castità prima e nella sottomissione, nella fedeltà e nell’obbedienza al marito, poi. Questi capisaldi tanto letterari che filosofici, sono i medesimi che possiamo trovare anche in Jane Austen, per quanto declinati con una buona dose di ironia e con eroine all’apparenza piuttosto indipendenti, che in realtà non solo non si ribellano all’ordine costituito, ma lo promuovono addirittura.
Di poco precedente all’avvento di Jane Austen, e a cui lei stessa si ispirò per L’Abbazia di Northanger, troviamo un altro importante filone della letteratura popolare su cui si innesterà in seguito il romance, ovvero quello gotico. Nato ufficialmente nel 1764 con Il castello di Otranto di Horace Walpole, divenne presto monopolio quasi esclusivamente femminile, visto che le più famose e migliori scrittrici del genere furono donne, e di grande successo quando la Minerva Press iniziò a pubblicarne in grandi tirature destinate a un pubblico di donne che cercava emozioni forti. Al centro delle trame, storie con elementi soprannaturali, misteriosi e anche paurosi, da cui la denominazione di gotico, che gioca sul suo doppio significato di spaventoso e ambientato nel medioevo. Ma anche eroine non più solo di contorno, bensì protagoniste con una personalità autonoma e avventurosa nei limiti del lecito, per quanto sempre bisognose di un intrepido eroe che le salvi.
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Regina incontrastata del genere e delle vendite, nonché pioniera dell’horror, è Ann Radcliffe, esempio per tanti scrittori che seguirono. È ironico pensare che l’horror, ora più che rispettato e quasi totalmente patrimonio maschile sia in letteratura che nel cinema, sia in realtà stato iniziato da una donna che voleva procurare alle lettrici una via di fuga da vite spesso insoddisfacenti, offrendo la descrizione di fantasie inconfessate e inconfessabili.


L’EVOLUZIONE

Se per tutto l’Ottocento abbiamo una letteratura sentimentale che vuole riaffermare valori tradizionali e maschilisti e convincere la donna a rimanere in una posizione di sostanziale inferiorità, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale assistiamo a un cambiamento di notevole importanza. Con gli uomini al fronte, le donne entrano in massa nel mondo lavorativo e nuove prospettive si aprono per il romance. Dagli anni venti in poi, infatti, il pubblico di riferimento del genere inizia a essere la donna lavoratrice, la cui prospettiva sull’amore, sulla vita matrimoniale e sui contenuti dei romanzi è differente da quelle delle loro madri o sorelle maggiori. Desiderano una maggiore aderenza ai cambiamenti intervenuti nella società nel tratteggiare i protagonisti e nel delineare le trame, unite a una maggiore libertà di azione a tutti i livelli, in primis all’espressione delle emozioni, meno trattenute e più intense, per quanto solo a livello verbale.
Il romance prende due nuovi indirizzi disgiunti destinati a riunirsi solo decenni dopo. Nel 1919

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E.M. Hull pubblica il famigerato Lo Sceicco, storia di puro escapismo dove una giovane ricca e bella viene rapita, stuprata e sottomessa fino all’innamoramento da uno sceicco arabo che poi si rivelerà figlio di un lord inglese. Il romanzo ebbe enorme successo e ancora più il film tratto da esso, che consacrò Rodolfo Valentino. Le trame morbose, contemporanee e non, con ambientazioni esotiche, fiorirono, contrastate solo dal filone parallelo di quello che venne in seguito chiamato regency e che fu inventato da Georgette Heyer, autrice prolifica e amatissima. Sul modello di Jane Austen, e con un’accurata ricerca storica, la Heyer ricreò un’epoca (benché diversi suoi titoli si svolgano nell’età georgiana) in cui si muovevano personaggi complessi che duellavano verbalmente e si confortavano fin quasi all’ultima pagina, dove come sempre si giungeva al lieto fine. Alla Heyer ben presto si affiancò una delle più prolifiche autrici di tutti i tempi (ben 700 romanzi!): Barbara Cartland. La casa editrice britannica Mills and Boon fiuta subito la direzione del vento e diviene leader del mercato per più di trent’anni, esportando anche in tutto il nord America.
Nel Continente a tener testa alla Heyer e alla Cartland c’è una coppia di fratelli francesi, Jeanne-Marie e Frédéric Petitjean de la Rosière, meglio noti come Delly, i cui centocinque titoli vendettero milioni di copie ben oltre la loro morte e fino agli anni Settanta. In Italia, anche se con numeri molto minori, ci sono Carolina Invernizio e in seguito Luciana Peverelli e l’aristocratica ed elegante Liala, al secolo Amalia Liana Cambiasi Negretti Odescalchi la quale, nonostante l’esordio patrocinato da D’Annunzio e un successo durato cinquant’anni, non godette mai del rispetto della critica paludata.
Nel frattempo, con la fine della Seconda Guerra mondiale partirà, lenta ma inesorabile, la vera rivoluzione nell’ambito romance, con l’entrata in gioco della case editrici americane - Harper and Collins, Penguin, Random House, Simon and Schuster - e lo spostamento definitivo dell’asse di
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produzione dall’Europa agli Stati Uniti. Resisi conto della miniera d’oro rappresentata dal genere, gli americani lo organizzeranno, come da par loro, in maniera industriale, cercando e promuovendo a getto continuo nuove autrici statunitensi, come la brava Anya Seton, per esempio, creando nuove collane diversificate per le varie fasce di pubblico, ideando delle campagne di marketing mirate. Nel 1971, addirittura, per incrementare il fatturato, la canadese Harlequin diede l’autorizzazione a che i loro volumi venissero venduti anche nei supermercati e nei drugstore.
Molte delle lettrici ora non hanno solo un lavoro, ma anche una carriera, e se i valori della famiglia continuano a essere alla base dei romanzi sentimentali, non sono però più sufficienti a rappresentare le nuove istanze femminili e soddisfare i gusti più sofisticati di questo pubblico. Quindi nel romance contemporaneo iniziano ad apparire segretarie, commesse, infermiere, sempre dolci, ingenue e pronte a lasciare tutto per il proprio uomo.
Il 1972 è l’anno della nascita del romance moderno: la Avon Books fa la sua fortuna e la storia pubblicando il romanzo dell’esordiente Kathleen E. Woodiwiss Il fiore e la fiamma, dove per la prima volta il sesso entra nella trama. Non più casti baci, ma descrizioni appassionate e abbastanza particolareggiate che se da un lato scandalizzano i benpensanti, dall’altro entusiasmano il pubblico che ne acquista due milioni e mezzo di copie in soli sei mesi. Il cambiamento provocato dalla Woodiwiss segna un punto di non ritorno: stupri dettagliati, sesso prematrimoniale, infedeltà, comparvero da quel momento in poi in sempre più libri, decretando l’insuccesso di coloro che non si adeguavano rimanendo ancorati ai precedenti dettami di storie edulcorate.
Se prima lo scopo di ogni traversia affrontata dai protagonisti dei romanzi era quella di giungere a un
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santo e legale vincolo matrimoniale, ora l’attenzione si sposta sull’innamoramento, sulla nascita e l’evoluzione dei sentimenti e dell’attrazione fisica. Le lettrici pretendono che anche il lato sensuale venga esplorato doviziosamente, perché dopo il femminismo anche il corpo, a lungo negato, non può più rimanere silente. Rosemary Rogers, Bertrice Small e Johanna Lindsey sono le paladine di questa nuova corrente
Gli anni Ottanta segnano il consolidamento e l’espansione dell’industria del romance. Come anche la rottura degli schemi, la ricerca di nuovi stimoli e reinvenzione dei cliché, nuove autrici di grande spessore si affacciano alla ribalta come LaVyrle Spencer che osò proporre un protagonista sovrappeso e di mezza età o Amanda Quick, alias Jayne Ann Krentz che scrisse il primo romanzo futuristico. Mary Balogh e Laura Kinsale portarono introspezione e temi inconsueti al romance, in storie che erano soprattutto un viaggio nell’animo e nella condizione umana. In Italia si affermarono Maria Venturi e Sveva Casati Modignani. Numerose scrittrici di talento hanno debuttato questi ultimi trent’anni, dando nuova linfa e nuove declinazione al romance: Anne Stuart, Mary Jo Putney, Jo Beverley, Loretta Chase, Julia Quinn, Teresa Medeiros, Lisa Kleypas, Diana Gabaldon, Eloisa James, Sandra Brown, Heather Graham, Robin Schone, Emma Holly e tante altre. Con la fondazione nel 1981 della Romance Writers of America, la potente associazione degli scrittori romance (sì, ci sono anche alcuni uomini) che ogni anno assegna il premio più importante del settore, l’ambito RITA Award, e organizza tutta una serie di corsi di formazione, workshop e convention e la contemporanea nascita del Romantic Times, la prima rivista dedicata al romance, questo si è definitivamente affermato come fenomeno sociale e culturale di rilievo. Il nuovo secolo si è aperto con la mania collettiva a livello mondiale per la serie Twilight, e la nuova incarnazione paranormale del romance, consacrando un genere che davvero non conosce confini.


I NUMERI

Per meglio comprendere il fenomeno di cui stiamo parlando e la sua importanza, forse nulla è più indicato delle statistiche. Se domandassi a qualcuno chi è attualmente lo scrittore più venduto al mondo, certamente mi verrebbe indicato un nome maschile.

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Ebbene non è così. Senza contare la Cartland, che è al terzo posto nella classifica dei più venduti della storia con un miliardo di copie, le scrittrici attualmente più vendute al mondo sono tre e tutte donne: Danielle Steel, storica autrice di romanzi sentimentali, con cinquecentocinquanta milioni, J.K. Rowland con quattrocento milioni e Nora Roberts, con trecento milioni. Quest’ultima nasce scrittrice di romance ma riesce tuttavia ogni anno a produrre women’s fiction, paranormal, romantic suspense e thriller futuristici e a essere in classifica contemporaneamente in brossura e negli economici.
La Roberts non è che il caso più eclatante di una macchina da guerra e da soldi che non incappa in battute d’arresto. Se infatti nei due anni passati la crisi economica mondiale ha colpito piuttosto duramente anche l’editoria, i cui introiti nei vari settori sono calati di diversi punti percentuali, questo non è vero per il romance, che invece ha aumentato le vendite arrivando nel 2009, solo negli USA, alla cifra stellare di un miliardo e trecentosessanta milioni di dollari, con più di novemila titoli pubblicati.
Il fatturato romance rappresenta da solo il 54% delle vendite di libri. Se si considera che stiamo parlando di titoli che escono in edizione economica, e che in queste statistiche non vengono conteggiate le copie vendute nelle grandi catene economiche come Wall Mart e KMart, ci si rende conto che l’editoria americana si regge su questo genere, senza il quale non ci sarebbe la possibilità di pubblicare molti di quei titoli spesso oscuri e dalle scarsissime vendite, a cui però la critica (più quella europea, in verità) plaude incessantemente.


IL MERCATO

Il romance è tradotto in almeno novanta lingue e diffuso praticamente in tutto il mondo con l’eccezione dei paesi arabi più oltranzisti, per i quali questo genere è immorale e corrotto, e del centro Africa. Se i paesi occidentali, compresi il centro e sud America, rappresentano lo zoccolo duro, quelli asiatici e orientali si stanno rivelando dei nuovi mercati estremamente ricettivi. In India o a Singapore, per esempio, arrivano moltissimi romance praticamente di

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contrabbando che circolano clandestinamente in grandi quantità. Il Giappone, che pubblica da tempo i titoli più bollenti e ne ha cooptati parecchi creandone versioni manga, ha recentemente concluso accordi per la commercializzazione di alcune collane Harlequin. In Cina il romance è considerato sovversivo, ma sempre in clandestinità se ne possono trovare traduzioni più o meno amatoriali gelosamente conservate dalle lettrici.
Il pubblico occidentale medio è composto al 60% da donne con istruzione universitaria e lavoratrici al 68%, il 77% è sposato o in una relazione stabile e legge in media una quindicina di titoli al mese tra romanzi sotto le duecento pagine e quelli di lunghezza standard, intorno alle quattrocento (le americane arrivano anche a trenta titoli al mese). Lettrici forti e fedeli, dunque, in un’epoca in cui la tendenza è inversa e la lettura è in calo dovunque.
In Italia, a differenza che negli altri Paesi, il romance è relegato in edicola con edizioni curate in maniera modesta, e sono pochissimi i titoli che arrivano in libreria, benché la neonata Leggereditore, costola della Fanucci tutta dedicata alla narrativa femminile, potrebbe finalmente contribuire a modificare lo status quo. Ciononostante i due monopolisti, Mondadori e Harlequin, partono da tirature intorno alle ventimila copie per titolo, ogni mese. Se calcolate che le uscite principali della Harlequin sono circa 15 al mese e otto quelle della Mondadori, i conti sono presto fatti. Ogni mese vengono stampate più di quattrocentomila copie, per un totale di oltre cinque milioni e mezzo all’anno. Cifre eccezionali, che raramente i volumi da libreria raggiungono, e che dovrebbero far riflettere i detrattori del genere. Cifre che però, a quanto pare, ancora non contribuiscono a demolire pregiudizi radicati e ingiustificati.


I GENERI

Il romance ha saputo reinventarsi ogni volta, riproponendosi in vesti al contempo nuove eppur tradizionali e attualmente questi sono i sottogeneri principali.

CONTEMPORANEO Trame ambientate dopo il 1945, incentrate sulla coppia ma anche sulle problematiche legate al contesto sociale e culturale. Chick lit e Women’s fiction sono a loro volta sottogeneri del contemporaneo, declinandosi il primo nella commedia, nel dramma il secondo.
STORICO Trame ambientate antecedentemente al 1945, principalmente in Europa e in America, in cui la cornice storica ha grande importanza e diviene a volte un vero proprio personaggio. Molto forte la componente drammatica e spiccata la personalità dei protagonisti, è il più popolare in Italia. Numerosi i sottogeneri.
REGENCY TRADIZIONALE Ambientato in Inghilterra esclusivamente durante il periodo della Reggenza (1811-20) è incentrato sull’alta società britannica e rimanda apertamente alle atmosfere di Jane Austen. Il sesso è solo accennato e l’attenzione è invece posta sulla tensione sessuale.

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PARANORMALE Ambientazione principalmente ma non esclusivamente contemporanea, unisce al romance elementi soprannaturali, fantasy e fantascientifici, dunque alieni, streghe, vampiri, licantropi, mutaforma e via dicendo. Attualmente il sottogenere con il maggior sviluppo e il maggior incremento nelle vendite.
ROMANTIC SUPSENSE Il romance si mescola con il thriller e la ricerca del colpevole e della verità va di pari passo con la crescita del rapporto e dell’amore tra l’eroe e l’eroina. Il linguaggio è essenziale e conciso, come nei gialli ma le situazioni si tingono.
ISPIRATIONAL La fede e il sentimento religioso sono al centro della trama, con i protagonisti impegnati a costruire la loro relazione ma anche a mettere alla prova il loro credo. Diffuso principalmente negli States.
EROTICO Il rapporto erotico è al centro della narrazione ed attraverso di esso l’eroe e l’eroina si conoscono e fanno progredire anche la relazione amorosa, che comunque rimane imprescindibile anche di fronte agli eccessi sessuali.
YOUNG ADULT Rivolto ad un pubblico adolescente, parla del passaggio alla giovinezza anche attraverso il primo innamoramento, per quanto casto.


LA SITUAZIONE ATTUALE

Cos’è dunque il romance? È il genere letterario d’evasione più letto al mondo, con una lunga e solida tradizione culturale alle spalle, e il cui valore non è affatto inferiore a quello di nessun altro. È il genere più vitale e duttile, che è riuscito ad adattarsi a ogni epoca, modificandosi col passare degli anni, reinventandosi ogni volta fino ad accogliere e inglobare tutti gli altri generi. Ruota intorno all’incontro di due persone (esistono infatti da decenni romance gay e lesbo) le quali attraverso l’amore imparano a conoscere se stessi e a conoscersi l’un l’altro, inseguendo l’eccitante chimera di un rapporto paritario, profondo, emotivamente e sessualmente soddisfacente. Un viaggio entusiasmante e sempre diverso, che impegna mente, cuore e sensi.
Il lieto fine obbligatorio, se da un lato offre il fianco alle maggiori critiche, è anche il punto di forza del romance, permettendo a donne impegnate per quattordici, sedici ore al giorno tra professione, famiglia e casa, di ritagliarsi uno spazio per sé. Uno spazio intimo in cui sognare, sperare, abbattersi, gioire, commuoversi, ridere e sospirare, in cui credere che, perlomeno nelle pagine di un libro, la giustizia e l’amore trionfino e la vita sia solo un poco oscura e fondamentalmente luminosa. Il romance intrattiene, fa riflettere, emoziona, fa rilassare, in breve: aiuta a vivere meglio. E se vi sembra poco…
Lunga vita al romance!
 

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