Il rono di spade di George R.R. Martin. Capitolo 15: Sansa

Creato il 05 marzo 2012 da Martinaframmartino

Con Sansa entra in scena anche l’ultimo punto di vista del primo romanzo, inteso come A Game of Thrones. L’avevamo già vista brevemente, e fin da subito avevo capito di non voler approfondire la sua conoscenza. Una lady in miniatura, certo! Così perbene, brava, educata, ottima ricamatrice (blah!), e innamorata dell’idea di un principe più che di un principe vero, visto che Ned, Robb, Jon e Arya hanno capito dubito che tipo sia il caro Joffrey. Catelyn, al contrario, vede la corona, e anche se è meno romantica della figlia, se non altro perché ha più esperienza e capisce più cose, non ha la minima idea di chi sia Joffrey. Come tutti, lo scoprirà.

Il capitolo inizia con una battuta di caccia, questa volta al bisonte. L’ultima volta Robert che era andato a caccia Bran aveva fatto un volo giù dalla torre, il re dovrebbe proprio cercare altri passatempi.

Però Sansa mi stupisce, pensavo che una lady come lei non avrebbe mai voluto tenere una meta-lupa, e invece l’ha chiamata Lady e la sta addestrando a essere un perfetto animale di corte. Notato come gli animali somigliano ai padroni? Lady è raffinata e ben educata, Nymeria selvaggia e dal pelo sporco. Fango a parte, mi piace di più la seconda. E Arya ha ragione a non voler andare nel baraccone di Cersei: pessima compagnia e nessun panorama da guardare. Non che Sansa se ne preoccupi, lei non si rende nemmeno conto che ci sia qualcosa da guardare. Sospetto che come regina sarebbe stata capace di suggerire ai sudditi di mangiare le brioches, non per cattiveria, ma perché incapace di capire la differenza fra un campo fertile e uno gelato dall’inverno che sappiamo sta arrivando. Comunque Sansa dice ad Arya che odia cavalcare, solo per dire che ama farlo al suo adorato Joffrey. La bugia è piccola, ma si inizia con le cose di poco conto e poi magari se ne dicono di più grosse.

La copertina del terzo volume dell'edizione cinese

Arya ricorda la battaglia del Tridente, segno che se anche odia le arti femminili alle lezioni di storia era attenta, così come è attenta alla botanica e alla zoologia. E per noi le lezioni di storia arrivano quando meno ce lo aspettiamo. A volte sono piccole, come questa, nulla più che un tocco di colore, a volte sono grandi, e modificano la nostra visione del mondo.

Ad Arya non piace nemmeno Cersei, e non vedo come si possa darle torto. Quando la sente Sansa ha un piccolo shock, e le “mancò il respiro. Arya, sua sorella, osava dire una cosa simile” (pag. 162). Si tratta di un’altierata, ovviamente, visto che Sansa è “shocked that even Arya would say such a thing”, scioccata che persino Arya potesse dire una cosa del genere. Al di là della continua enfasi su titoli o parentele (o, in altri casi, sui nomi completi) come se qualcuno potesse dimenticare che Arya e Sansa sono sorelle, manca il persino, even. La considerazione che Sansa ha di Arya è quella di una persona incivile e maleducata, ma persino lei, così selvaggia, non può dire certe cose senza scioccarla. Fra l’altro Martin scrive Arya in corsivo, per evidenziare che si tratta proprio di lei. Martin usa molto il corsivo per enfatizzare una parola, ma Altieri a quanto pare trova che sia una cosa inutile, forse un vezzo dello scrittore da ridurre ai minimi termini.

Arya se ne va, e Sansa riflette sul loro aspetto. Arya e Jon si somigliano, e hanno i lineamenti degli Stark. Nessun dubbio su quale sangue scorra nelle vene del ragazzo, ma da dove proviene? “Inoltre, la madre di Jon era stata una popolana, o almeno questo si sussurrava” (pag. 163). Sono dicerie provenienti da chissà dove. Robert è convinto che si tratti di una popolana, Wylla, ma allora perché Catelyn aveva pensato ad Ashara Dayne? Cosa c’è dietro? Lo spettro di Ashara torna nei ricordi di uno dei punti di vista nella terza parte di A Dance with Dragons, che dovrebbe intitolarsi La danza dei draghi e giungere in libreria il prossimo mese di ottobre. Ma i punti da chiarire, ancora adesso, sono davvero tanti.

Arrivano Ser Barristan Selmy, Renly Baratheon e ser Ilyn Payne, che inspiegabilmente spaventa Sansa come neppure il Mastino era riuscito a fare. Da notare che Joffrey va dalla sua promessa sposa solo su invito della madre, a quanto pare il principino non ha nemmeno idea di cosa sia la cavalleria, anche se Sansa non se ne accorge e nella sua mente lo trasforma in eroe, come se avesse dovuto affrontare chissà quale prova per il suo amore. Piccola nota storica, con la menzione di Aemon Cavaliere del drago, vissuto al tempo di Aegon IV il Mediocre.

Fra l’altro anche qui le altierate abbondano, con Joffrey che apostrofa Clegane “dog”, cane, senza usare la maiuscola, e Altieri traduce “Mastino” (pag. 166), e poi, dopo la battuta di Joffrey (pag. 168) il buon Sergio fa dire a Sansa “vuoi dire Sandor Clegane, il Mastino” come se non bastasse “you mean the Hound”. Quando scrive dog, nome comune di animale, Martin intende cane, e sta chiaramente insultando l’uomo. Quando scrive Hound con la maiuscola Martin sta usando il soprannome di Sandor Clegane, perciò diventa un nome proprio di persona va tradotto con Mastino. Peccato che Altieri non sempre distingua correttamente le due parole che in linea teorica hanno lo stesso significato ma che in pratica hanno un uso molto diverso. In più ci ricorda il nome del Mastino, come se Joffrey avesse bisogno che qualcuno glie lo dica.

C’è un altro problema di traduzione, ma questo è davvero qualcosa di intraducibile. Barristan è soprannominato Barristan the Bold, Barristan il Valoroso. Però ha ormai una sessantina d’anni, e Renly per prenderlo in giro lo chiama Barristan the Old, Barristan il Vecchio. In inglese le due parole sono molto simili e il gioco funziona, in italiano no e Altieri opta per un goffo Barristan il Vecchioso. La battuta viene ripetuta in I guerrieri del ghiaccio, ma in quel caso (a memoria) Altieri scrive the Old, il Vecchio, mantenendo il termine originale e affiancandolo dalla traduzione italiana senza storpiature. Problemi di traduzione, e incongruenze legate al passare degli anni.

Tornando a questo capitolo lo spacconcello estrae Dente di leone, nome modesto per una spada da ragazzo, e davvero avrebbe avuto bisogno di qualcuno come ser Rodrik che rimprovera Robb dicendogli di non sfoderare mai la spada se non ha intenzione di usarla. Mi sa che l’educazione di Joffrey è un po’ carente sotto tanti punti di vista.

Sansa, la ragazza che adora andare a cavallo, e il suo principe fanno una cavalcata in solitario, e mi chiedo quali fossero le intenzioni di lui. Voleva cavalcare e non le importa nulla di quel che voleva fare lei? Voleva farla stancare perché non la sopporta e quindi pensa che un po’ di indolenzimento da sella non siano che una giusta punizione per il fatto che lui un giorno dovrà sposala? Voleva farsela? Non lo sapremo mai, lui si dirige verso il Tridente, lontano da tutti, rievocando il duello fra suo padre e Rhaegar. Almeno un punto a suo favore c’è: è ammirato dalla vittoria del padre. O forse non gli importa che a vincere sia stato il padre, e si limita ad apprezzare la forza bruta, chissà.

La coppia trova Arya e Mycah, e se ripensiamo alla battuta fra Jon e Arya, non-dirlo-a-Sansa, ci rendiamo conto che effettivamente ci sono cose che è meglio che Sansa non venga mai a sapere. E magari anche Joffrey. I due si stanno addestrando, Jon ha detto ad Arya di trovare qualcuno e lei l’ha fatto. Comunque Altieri farebbe meglio a imparare a contare, se sappiamo che Joffrey ha dodici anni e a pagina 162 ci ha detto che Mycah ne ha tredici non può scrivere che il principe è incurante “del fatto che l’altro aveva chiaramente più anni di lui” (pag. 170). Quel che Martin aveva scritto è che “the other was a year senior”, l’altro era un anno più grande. Problemi con i numeri? Anche in passato, quando ci aveva informato che Bran era riuscito a rimanere a terra mantenendo la promessa fatta alla madre “per quasi un mese” (pag. 92) secondo Martin si era trattato solo di “almost a forthnight”, un paio di settimane.

Joffrey si conferma lo spaccone che è, capace di fare il gradasso con un ragazzo disarmato e terrorizzato dal solo fatto di trovarsi di fronte al suo principe, e poi probabilmente pronto a uccidere una bambina più giovane di lui di ben cinque anni perché ha osato alzare la mano sulla sua sacra persona. Fortuna che, al contrario di Sansa, Arya non ha lasciato indietro Nymeria.

Come ha detto Jon all’inizio del romanzo? “I tuoi figli erano destinati ad avere questi cuccioli, mio signore” (pag. 26). Il meta-lupo senza nome ha salvato Bran, e ora Nymeria ha salvato Arya. La profezia di un oggetto o un animale destinato a qualcuno è usatissima nella fantasy, ma davvero spesso il destino degli Stark è legato ai loro animali.

Sotto la foto spoiler da Il grande inverno.

A proposito di battute di caccia, tutti ricordano l’ultima alla quale Robert ha preso parte. Lo dicevo io che avrebbe fatto meglio a trovarsi un altro passatempo.

Qualche tempo quell’ultima battuta dopo Ser Ilyn decapita Ned dietro esplicito ordine di Joffrey. Sansa ne aveva avuto paura a prima vista. È semplicemente l’aspetto del boia a spaventarla, o c’è un briciolo di precognizione? Per quanto brutto e cattivo, ser Ilyn la terrorizza, cosa che non aveva fatto nemmeno il Mastino, che certo non è bello da vedere.

Sotto la foto spoiler da A Dance with Dragons parte tre (La danza dei draghi?)

Chi pensa ad Ashara Dayne è Barristan Selmy, che sorprendentemente scopriamo essere stato innamorato della fanciulla. Non solo, Barristan ripensa al torneo di Harrenhall, quello dove tutto ha avuto origine. Lì Jaime è entrato nella Guardia reale, e poi sappiamo come si è comportato con il suo re. Come conseguenza di quella nomina, Tywin ha abbandonato il posto di Primo Cavaliere, e viene da chiedersi come se la sarebbero cavata i rivoltosi se lui fosse stato a capo delle difese dei lealisti. Poi ha fatto finta di tornare da Aerys, solo per tradirlo e consegnare Approdo del Re alle truppe di Robert. Howland Reeed è diventato amico di Ned e Lyanna. Rhaegar ha vinto il torneo e ha donato la corona di bellezza a Lyanna. Ned ha ballato con Ashara, ma solo dopo l’intercessione di Brandon. E Barristan ce l’ha con Stark, ma quando lui e Ned si sono trovati insieme ad Approdo del Re non è mai sembrato che ce l’avesse con Eddard. E quindi? Devo proprio rileggere alcuni passaggi per vedere come mettere insieme i vari elementi. Per ora ho sospetti, troppo vaghi perché valga la pena parlarne.



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