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Si può essere giovani, belle e talentuose senza risultare antipatiche? Si può partecipare a un torneo letterario con un romanzo scritto in poco più di un mese e vincerlo a testa bassa, sbaragliando centinaia di concorrenti?Si può disegnare divinamente e creare con le proprie illustrazioni un mondo fantastico, capace di far sognare i bambini?Sì, si può se ti chiami Valentina D'Urbano, hai 28 anni e hai chiaro in mente quello che vuoi fare nella vita... e lo fai usando l'arma dell'ironia e della modestia.Ho letto IL RUMORE DEI TUOI PASSI nella sua prima versione, quella del torneo, non ancora editata, e ho capito subito di trovarmi tra le mani un testo che pulsava vita, energia... con una forza rara. La storia racconta l'amicizia tra un ragazzo, Alfredo, e una ragazza, Beatrice. Li chiamano I Gemelli, perché si rassomigliano in modo impressionante - camminano, pensano, vivono l'esperienza della vita in una borgata chiamata La Fortezza, come in simbiosi. Bea è una ragazza coraggiosa, testarda, caparbia, e cerca di difendere il suo Alfredo dal male - la droga - con tutte le sue forze; ma la lotta contro il male non è facile da vincere quando stai rannicchiato nell'ultimo gradino della scala sociale, e nessuno ti vede e ti considera. Sei solo un'incrostazione in un lavandino otturato... una striscia di sporcizia da lavare via senza rimorsi. Bea lotta come una leonessa, perché il richiamo dell'infanzia è forte, perché la condivisione di rituali, luoghi e segreti la fa sentire a casa, perché il seme di un amore potente e fragile inizia a sbocciare nel suo cuore confuso. Lo stile usato dalla D'Urbano è scarno, essenziale... non si perde in inutili contemplazioni: descrive la periferia, e la vita dei personaggi che la animano, con un tocco di compassionevole ironia.Dopo diversi mesi dall'uscita, e dopo aver venduto 15 mila copie ed essere stato un libro venduto con successo anche all'estero... ho intervistato Valentina per conoscerla meglio e carpire qualche segreto della sua arte.
Ciao, Valentina. Com’è iniziato per te questo 2013?Ciao Carlo! Devo dire che questo 2013 è partito alla grande, speriamo continui così.
Il 2012 ha visto la nascita del tuo primo romanzo: Il rumore dei tuoi passi. Ci puoi raccontare il tuo viaggio editoriale? Sono arrivata alla pubblicazione grazie al torneo IoScrittore di cui sono stata finalista nel 2010 (pensa quanto tempo è che ci conosciamo!). Il rumore dei tuoi passi è uscito nel maggio 2012, quasi due anni dopo. L’attesa è stata lunga, ma alla fine qualche soddisfazione me la sono tolta! ;)
Cosa cambia nel tuo rapporto con la scrittura quando varchi la porta di una casa editrice?Per il primo romanzo niente, visto che ormai lo hai scritto e c’è solo da sistemarlo. È tutto bello, sembra un gioco. È quando devi scrivere il secondo che arrivano le dolenti note: hai sulle spalle l’esperienza e il lavoro fatto sul primo, l’aspettativa dei lettori, e della casa editrice. Dai più importanza al meccanismo editoriale e cerchi di evitare certi errori, perché conosci tutto il lavoro che c’è dietro a un libro.
Hai fatto delle presentazioni? E cosa ne pensi? Sono utili?Non sembrerebbe ma sono timida, non mi piace parlare di me. E poi sono di una pigrizia mortale, perciò mi costa molto alzare le terga e recarmi a una presentazione. Però sì ne ho fatte molte, e una volta iniziato finisce per piacerti. Soprattutto quando il pubblico è attento e c’è confronto, quello lo trovo molto utile. Durante le presentazioni ho scoperto cose sul mio romanzo che neanche io sapevo.
Ci puoi raccontare un episodio buffo e uno tenero capitati durante un incontro con i lettori?Allora, quello buffo, in realtà è una figuraccia che ho fatto, che ancora mi vergogno: Poco prima di un incontro, mi si avvicina un ragazzo e mi si presenta, nome e cognome. Io gli chiedo se è venuto ad assistere alla presentazione o se è un addetto ai lavori e lui imbarazzato mi dice: “Veramente, io sono quello che presenta insieme a te…” Ammutolita, non sapevo che dire, mi sono vergognata tantissimo. Invece, poche presentazioni dopo, una ragazza è venuta da me, e mi ha dato un pacchetto con una lettera. Dentro c’era una collana molto bella fatta da lei e nella lettera scritta a mano, c’era un messaggio bellissimo che mi ha commosso (e che tengo per me!). *_*
Il tuo romanzo racconta la vita in una borgata romana. Come ti sei documentata…o cosa ti ha ispirato per rendere al meglio le atmosfere del libro?Diciamo che sono partita con un discreto vantaggio: io nella borgata romana ci sono nata e cresciuta, e prima di me ci sono nati e cresciuti i miei genitori. Perciò è stato più facile raccontare qualcosa che avevo vissuto in pieno. Dove abito io esistono ancora realtà simili a quelle della Fortezza e pensandoci mi rendo conto che sono stata molto fortunata ad uscirne fuori.
La droga… argomento tosto: il tuo libro riesce a essere ironico e caustico anche quando tocca temi così delicati… è stato difficile mantenere vivo un tono simile?È il personaggio di Beatrice che mantiene quel tono per tutta la narrazione. Semplicemente perché quello è il suo carattere, il suo modo di trattare le cose. È un personaggio drammatico, ma lo è senza rendersene conto e secondo me è proprio questo che la rende reale.
I tuoi personaggi possiedono i tratti peculiari di qualche persona reale?In realtà credevo di no, ma poi chi mi conosce bene mi ha fatto notare che tutti i personaggi possiedono qualcosa di me, in certi casi addirittura mi assomigliano molto (e non è un complimento…) Credo sia un processo del tutto naturale.
Stai scrivendo qualcosa di nuovo? Sì, e adesso forse scriverò qualcosa di ancora più nuovo del nuovo! J
Ti piace scrivere racconti?Mi piace, sì. Ho cominciato con i racconti e continuo a scriverne per piacere personale. Ma il mio grande amore sono i romanzi.
Generi che non riesci proprio a leggere?Il fantasy. Ci ho provato ma non è assolutamente nelle mie corde.
Puoi descriverci la tua giornata tipo?Mi alzo tardi e vado a letto a notte fonda. Ho la fortuna di fare un mestiere che adoro, e oltretutto non richiede spostamenti e non è condizionato da orari stabiliti, perciò preferisco lavorare di notte.
Scrivi pensando a un lettore-tipo o segui la tua idea senza farti influenzare?Scrivo quello che mi piacerebbe leggere!
Scrivere è?Passione, ma anche fatica. Il prossimo che dice che quello dello scrittore è un mestiere facile, me lo mangio.
Una cosa che speri che esista?La giustizia divina, il karma, o la ruota che gira. Qualcosa della serie: “tutto quello che fai ti ritorna indietro”. Spero esista, anche se per ora non ne vedo in giro.
Un personaggio dei fumetti che vorresti come amico?Rat-man di Leo Ortolani, Mr Wiggles di Neil Swaab e Il Malvagio Dottore di Daw.
Il cattivo perfetto?Yzma, de “Le follie dell’imperatore” La adoro.
Caffè in cialda o moka?Caffè lungo americano.
Tre libri letti nel 2012 che consiglieresti a chi ti legge?Il linguaggio segreto dei fiori (diffenbaugh), la luce sugli oceani (Stedman), di tutte le ricchezze (Benni)
Ridi spesso? Rido sempre!
Secondo te un gay o una lesbica possono essere dei buoni genitori?Non credo che l’orientamento sessuale di una persona pregiudichi la capacità di essere un buon genitore.
Hai mai fatto una sorpresa a qualcuno?No perché non sono una grande fan delle sorprese. Mi mettono l’ansia, mi spiazzano. Ho l’assurda pretesa di tenere tutto sotto controllo, per questo non mi piacciono granché.
Se la tua casa brucia cosa salvi?Il computer e l’hard disk, senza di loro sono perduta!
Un amico è?Uno che conosce i tuoi lati peggiori e li accetta.
Il primo bacio… te lo ricordi?Sì, che schifo!
Cosa ti auguri di raggiungere nel prossimo futuro?Stabilità e serenità. Lo so, dovrei dire sesso droga e Rock ‘n roll ma io sono anziana dentro.
Tre personaggi che inviteresti a una cenetta tra amici?I due bamboloni di cinquanta sfumature, gli metto il Guttalax nella minestra!
Guardi la tv e cosa?Non accendo la tv da anni, in effetti.
Un consiglio per chi spera di arrivare dove sei arrivata tu?Niente consigli, mica sono un saggio! L’unico suggerimento che mi sento di dare è quello di divertirsi. Che la scrittura sia sempre una festa, magari faticosa, ma festa. Se scrivendo uno pensa “che palle” forse c’è qualcosa che non va, non è la strada o la storia giusta.
Hai mai seguito un corso di scrittura creativa?No, ma ho seguito un corso di illustrazione e uno di sceneggiatura, vado bene lo stesso? ;)
Dove, come e quando scrivi?Possibilmente di notte, seduta alla scrivania e in totale solitudine.
Descrivi la tua città con tre parole.Caotica, affollata, sporca. Noi romani ci lamentiamo sempre di Roma, ma guai ai non romani che ne parlano male!
Una frase storica di tuo padre?Scommetto che questa non è una domanda di rito!
Se alzi gli occhi e guardi il cielo… cosa vedi?Un sacco di belle speranze!
Ringrazio Valentina per la sua disponibilità e simpatia.Aspettiamo con curiosità il tuo nuovo romanzo... e per chi non ha ancora letto il primo... cosa aspettate, pigroni? Basta già la D'Urbano come pigrona D.O.C.! J
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