Alberto Perdisa guida un gruppo di grande tradizione nel mondo dell’editoria e della cultura nazionale. Il nonno paterno, Luigi Perdisa, fondò il gruppo Edagricole-Calderini, leader europeo nelle edizioni agricole, nonché preside della Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna. Il nonno materno, Carlo Alberto Cappelli, fu invece alla guida della storica casa editrice Licinio Cappelli e sovrintendente del Teatro Comunale di Bologna e dell’Arena di Verona. L’esempio ad Alberto viene da loro. Oggi il Gruppo Perdisa Editore ha all’attivo quattro marchi editoriali, fra loro autonomi, ma integrati nel progetto di riportare la città di Bologna e la sua cultura fra i protagonisti delle dinamiche editoriali nazionali e internazionali. Dalla casa editrice ricevo un’anteprima (dal momento che uscirà il 22 settembre) piuttosto gustosa e di una mia vecchia conoscenza: mi riferisco a Roberto Saporito che per Perdisa Pop uscirà con “Il rumore della terra che gira”. “Sospiro, sbatto gli occhi, deglustisco lentamente col pomo di Adamo che va su e poi va giù. Sposto lo sguardo lateralmente e sopra due cavalletti riposa una tela un metro e cinquanta per un metro e cinquanta sulla quale sto dipingendo l’interno di una stanza dove un uomo si sta iniettando una dose di eroina nel braccio sinistro, una stanza dallo sfondo blu spesso di colore a olio, una poltrona amaranto spesso di colore a olio. Il resto del quadro è ancora in abbozzo, in divenire. Quattro piani più in basso passa rombando una moto. Che tipo di moto? Una Harley, forse? Chiudo gli occhi che riapro dopo pochi secondi quando Albertine Scomparsa, la mia enorme gatta certosino grigia, mi salta sulle cosce facendo le fusa e accoccolandosi proprio all’altezza del mio cazzo.”
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